POLITICAPRIMO PIANO

Pascale a cuore aperto: «Calise? Maretta annunciata, ma niente allarmi»

Il sindaco di Lacco Ameno commenta le dimissioni dell’assessore al bilancio, ma si dice fiducioso nella compattezza della maggioranza per il prosieguo della consiliatura, e fa il punto sull’attualità isolana

Pochi giorni fa il dottor Giacinto Calise ha rassegnato le dimissioni dalla giunta da Lei guidata: un evento totalmente inatteso oppure c’erano concrete avvisaglie?

«Non si è trattato di un fulmine a ciel sereno, però sicuramente la vicenda lascia un po’ perplessi sulle modalità, perché in ogni caso avremmo comunque ragionato tutti insieme per quanto riguarda la rotazione fisiologica negli incarichi all’interno della nostra amministrazione, per consentire ai più giovani di maturare esperienze in ruoli di maggiori responsabilità. Del resto tale percorso era già tracciato nei cinque anni».

«A breve avremo modo di chiarire con Giacinto la vicenda. Sarà lui stesso eventualmente a spiegare le ragioni della decisione. Io continuo ad aver fiducia in lui alla luce dell’ottimo lavoro che ha svolto finora»

Allora come si spiegano queste dimissioni?

«Avrei preferito concordare con tutta la squadra il cambio della giunta. Va precisato che nel nostro Comune il ruolo di assessore è compatibile con quello di consigliere comunale, perché molti hanno erroneamente pensato che Giacinto con le dimissioni abbia anche lasciato l’amministrazione, ma non è così. Questo episodio non invalida il percorso e la crescita del nostro movimento politico: la gente ci ha dato fiducia, confermandola per due volte in quindici giorni. La nostra vittoria ha appassionato Lacco Ameno, l’isola d’Ischia, la Campania. Dunque, abbiamo anche un obbligo morale di portare avanti l’azione politica. L’assetto della giunta poteva anche essere modificato, le dimissioni di Calise hanno accelerato questa fase. Avremo modo di chiarire la vicenda. Se poi ci sono altre motivazioni, le spiegherà lui personalmente. Io sono molto legato a Giacinto da un’amicizia di molti anni, sono onorato di aver fatto parte insieme a lui della stessa lista. Egli è consapevole che dobbiamo lavorare per il rinnovo della classe dirigente. Innanzitutto dobbiamo ribadire che fino a oggi Giacinto ha fatto davvero un buon lavoro nell’ambito delle deleghe che gli ho assegnato, e di questo lo ringrazio: avremo modo nei prossimi giorni di verificare insieme i fatti».

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«Considero Giacinto tuttora come parte integrante della maggioranza. In ogni caso era già prevista una rotazione nei ruoli d’amministrazione per dare modo ai giovani di maturare esperienza in posizioni di responsabilità»

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Dunque il dottor Calise va considerato ancora parte della maggioranza?

«Per quanto mi riguarda è e resta parte integrante della maggioranza. Il consigliere comunale è eletto dai cittadini, mentre l’assessorato è assegnato dal sindaco, la nomina è basata sulla fiducia, quindi credo che tale fiducia tra noi sia reciproca. Fiducia quando l’ho nominato, e fiducia ancora adesso per il suo ruolo di consigliere: non ci sono avvisaglie che facciano presagire cose diverse, poi ovviamente il tempo chiarirà. Giacinto ha la stima e il rispetto di tutti coloro che lo hanno votato, degli altri colleghi di giunta, dei compagni di lista non eletti, di un paese intero. Il problema al momento non è in questi termini; come poi evolverà, non lo sappiamo».

Una delle motivazioni che possono aver portato alle dimissioni viene da più parti individuato nello schema di transazione per chiudere la vicenda della Lacco Ameno Servizi.

«No, affatto. Non credo sia questa la causa. Quando si parla di dimissioni da assessore c’è ben altro. Una persona può anche essere presa da impegni lavorativi, da problemi personali o familiari, dalla mancanza di tempo, per esempio. Tante volte sono nate discussioni, come è normale che si faccia all’interno di una maggioranza, e abbiamo sempre trovato la sintesi. Oggi si vuole parlare della Lacco Servizi, ma per capirci qualcosa bisognerebbe scendere nel merito perché altrimenti si parla a vuoto. Noi siamo arrivati a una transazione con la curatela fallimentare, e dall’iniziale pretesa di circa quattro milioni di danni siamo giunti a concordare la cifra di 260mila euro. La transazione tutela l’ente, non certo coloro i quali eventualmente hanno responsabilità nell’aver generato il danno. Inoltre il curatore ha l’autonomia per rivalersi verso gli uni e gli altri».

«La transazione per la Lacco Servizi non c’entra nelle dimissioni, è sufficiente conoscere la questione per escludere tale eventualità nella decisione di Calise»

Però l’ultimo consiglio comunale convocato è andato deserto per due volte: questo è un fatto incontestabile.

«Il consiglio è saltato perché evidentemente c’era bisogno di maggiori approfondimenti, come io auspico si possano avere, soprattutto tramite il nostro legale, avvocato Parrella – che ringrazio – il quale ha fatto un lavoro eccezionale con la curatela fallimentare, a difesa dell’ente, tengo a precisare. Noi non siamo addetti a sindacare le eventuali responsabilità. Se queste ci sono o ci sono state, è evidente che esse restano a carico di chi le ha determinate, ma il consiglio comunale non è certo un’aula di tribunale. Sull’atto in sé io sono tranquillo, poi l’attenzione che gli attuali consiglieri prestano prima di approvare un atto transattivo, mi sembra una cosa naturale, visto che molti di loro durante il periodo di gestione della Lacco Servizi erano ancora giovanissimi. Essi non vogliono certo sfuggire alle responsabilità rispetto ai ruoli che oggi ricoprono, quasi che non volessero dare continuità amministrativa: non è assolutamente così. Vogliono giustamente capire bene se quest’atto li espone a eventuali responsabilità di cui non sono artefici, e soprattutto vogliono lasciare alla curatela e quindi al giudice l’autonomia prevista dalla legge che consente l’approvazione di atti transattivi che vanno nell’interesse e nella tutela del Comune come ente, non di persone che nei vari ruoli hanno eventualmente recato un danno».

«L’ultimo consiglio comunale è saltato perché i consiglieri volevano approfondire meglio gli aspetti dello schema di transazione, ed essere sicuri di non subire conseguenze senza esserne responsabili»

Dunque secondo Lei non c’è stato un episodio decisivo che ha indotto il dottor Calise alle dimissioni.

«No, non credo si tratti di un episodio particolare. Ci sono state sicuramente delle discussioni anche all’interno della giunta e nel rapporto consiglieri-giunta, e finora si è sempre trovata una sintesi. Oggi queste dimissioni sono figlie di un malessere, ma può essere anche un momento di ripartenza, di valutazione complessiva e di stabilire nuovi equilibri, ma non nel senso di “potere”, bensì in termini di metodologia per andare avanti, visto che sono nate discussioni anche sull’approccio, sulla composizione della giunta: le abbiamo sempre superate nell’interesse del paese. Ripeto, mi aspetto che Giacinto continui a lavorare nel rispetto della squadra, del popolo: la nostra amministrazione finora ha dimostrato che non c’è bisogno di mettere casacche o di esibire stellette per amministrare in un certo modo. Ci sono persone che hanno riscosso un enorme consenso, anche rispetto a Giacinto, e che hanno pure più esperienza amministrativa e si sono fidate di lui nel momento in cui è stato nominato assessore. L’auspicio è che lui oggi si possa fidare di altri e continuare quindi a sentirsi parte integrante di una squadra, con il popolo che ci ha eletti».

«L’appalto rifiuti settennale è una prassi consolidata in tutta Italia, non ci sono motivazioni politiche. Si tratta di garantire un servizio dignitoso spalmando i costi su un arco di tempo maggiore»

L’amministrazione si accinge a varare una nuova gara per la gestione rifiuti. Alcuni osservatori hanno giudicato anomala la durata di sette anni del prossimo affidamento, e le malelingue, vista l’analogia con quanto accaduto nella vicina Forio, già pronosticano una vittoria della Supereco.

«Come Lei sa, si tratta di atti di gestione, la politica non c’entra. La durata di sette anni è normale: è sufficiente seguire le dinamiche non solo nazionali, ma anche europee per constatare che oggi tutti gli appalti sono assegnati con durata più lunga rispetto agli anni scorsi. Ciò esclusivamente per ragioni di costi: quando si vuole che essi restino invariati, nonostante gli aumenti per l’acquisto di materie prime, e nello stesso tempo si vuole un servizio dignitoso, è naturale pensare a una durata più ampia dell’affidamento. La scelta è quindi dovuta a orientamenti di mercato, per dare a qualsiasi azienda che si aggiudicherà la gara la prospettiva di un arco temporale più lungo, e fornire quindi il servizio a costi che possono essere spalmati su tale arco, anche pensando alla stabilità del cantiere e del personale occupato. Non ci sono altre spiegazioni».

Il sindaco di Barano Dionigi Gaudioso è stato appena eletto consigliere metropolitano.

«Sì, anche io gli ho dato il mio voto. A Lacco la nostra amministrazione è fisiologicamente strutturata nell’altra metà campo rispetto a quella dove io ho militato per tanti anni, quindi adesso c’è una comune appartenenza. Detto questo, è inoltre sicuramente positivo per l’isola avere un consigliere metropolitano, dal momento che la Città metropolitana conserva ancora diverse competenze, amministra diverse risorse, ed erano anni che l’isola d’Ischia non aveva una voce in Consiglio metropolitano. Oggi finalmente con Dionigi Gaudioso abbiamo un riferimento diretto, a cui auguro buon lavoro. Attualmente abbiamo problemi relativi alla sede lacchese del liceo Scientifico, che è appannaggio della Città Metropolitana, problemi per la difesa delle coste dall’erosione – stiamo lavorando al progetto di ripascimento – e quindi è evidente l’importanza di tale ente intermedio e dell’avere un nostro rappresentante in consiglio, e ci auguriamo che porti a casa i risultati sperati. Per quanto mi riguarda, a livello istituzionale la Città metropolitana appare come figlia di un tipico compromesso all’italiana, come prodotto di una riforma a metà. Se la riforma Del Rio fosse stata conclusa, allora si sarebbe dovuto chiudere le province e suddividere competenze, risorse e personale tra Comuni e Regioni. Ma così com’è oggi, si tratta di un ente che non è né carne né pesce: si vota col voto ponderato, e i cittadini spesso non comprendono le scelte dei nuovi amministratori. Personalmente avrei preferito il voto diretto dei cittadini, come avveniva con le province».

«L’assenza di opposizione a Ischia si spiega col completo fallimento della politica nello schieramento di centro-destra, cosa che ha provocato il salto della quaglia in maggioranza di gran parte dei suoi esponenti»

Tra qualche mese si vota a Ischia e a Barano per il rinnovo dei consigli comunali. In entrambi i comuni si vive l’insolita contingenza di una larga maggioranza e si fa fatica a intravvedere un’opposizione in grado di contendere la vittoria elettorale alle due formazioni in carica, che sembrano viaggiare verso una facile riconferma. Come valuta questa anomalia?

«Non è un problema di opposizioni, ma piuttosto del fallimento totale della politica. E più precisamente del depauperamento totale di valori e di progettualità, di impegno, di entusiasmo, di passione nel centro-destra. In un paese di ipocriti come è l’Italia e anche l’isola d’Ischia, dove le colpe sono sempre di qualcun altro e dove nessuno si mette in discussione, non si ha il coraggio di dire le cose come stanno. Questo è il fallimento totale di chi aveva il dovere morale e politico negli anni di strutturare il partito e i partiti di centro-destra, e invece si è pensato ai giochi di palazzo, ai cambi di casacca e al salto della quaglia, senza mai dare spazio alla visione di un progetto politico più ampio. In tal modo si è personalizzato lo scontro, e se si fa questo ragionamento si rischia di diventare antipatico ad alcuni, che amano mettere etichette alle persone. Io sono appassionato di politica e cerco di guardare le cose con uno sguardo più ampio: nel momento in cui in un paese come Ischia non c’è alternativa e non c’è dibattito per immaginare tale alternativa, è evidente che una parte politica, e quindi uno schieramento politico, ha fallito. Ovviamente nei piccoli centri ci presentiamo anche tramite liste civiche, tuttavia anche esse hanno una certa connotazione e alla fine della competizione elettorale sono portate a darsela, a darsi un colore, ad avere dei riferimenti. Purtroppo, se tutto questo non c’è, bisognerebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi, e avere il coraggio di dire che è il fallimento totale e l’assenza della politica, che a catena fa mancare il dibattito e il confronto democratico sulle idee, e si arriva magari alle elezioni dove tutti stanno dalla stessa parte…».

«Ho votato anche io per Dionigi Gaudioso al Consiglio metropolitano: gli faccio i migliori auguri di buon lavoro auspicando che riesca a portare a casa i risultati sperati per l’intera isola»

Queste sue considerazioni sul fallimento del centro-destra a livello locale mi sembra vada inteso anche in riferimento al senatore De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia, o no?

«Ma gran parte dell’isola d’Ischia nel sentire comune è sempre stata un’isola di centro-destra. Il problema è che adesso non ci sono più riferimenti, perché non ci sono più i partiti. Le liste non si fanno più su un modello di politica, su un dibattito. Basti pensare proprio a cosa successe a Ischia cinque anni fa: ci fu una competizione che appassionò tutta l’isola, corretta, tirata, tra un centro-destra forte e un centro-sinistra strutturato, conclusasi con la vittoria di quest’ultimo per pochi voti. Oggi una parte di quei rappresentanti di centro-destra ha stipulato un “accordo” con l’altra parte, per il bene del paese, certo, ma non si può non constatare che si tratta di un fallimento della politica».

«La tragedia in Ucraina fa passare in secondo piano ogni considerazione sui profitti del turismo. La stagione sembrava potersi avviare su presupposti positivi, ma adesso è ovvio che gli avvenimenti internazionali comporteranno effetti negativi»

Siamo ormai a pochi giorni dall’inizio della stagione turistica. Anche alla luce degli ultimi drammatici avvenimenti internazionali, qual è la Sua prospettiva?

«Le notizie che ci arrivavano dalle associazioni di categoria lasciavano ben sperare per l’evoluzione della pandemia da covid-19, e infatti per fine mese è molto attesa l’allentamento delle misure restrittive. Naturalmente nessuno aveva previsto lo scoppio della guerra in Ucraina. Inutile illudersi, perché anche la guerra ovviamente determinerà effetti negativi, e non solo per quanto riguarda il mercato turistico russo. Negli anni pre-covid noi sindaci, con le associazioni di categoria e i tour operators, avevamo fatto un discreto lavoro tramite le fiere del turismo in Russia, garantendo anche un volo da San Pietroburgo su Napoli: dunque rendendo il mercato russo un mercato di riferimento che potesse integrare quello tedesco. Chiaramente ciò che sta succedendo ha vanificato tutti questi sforzi. Facendo un discorso generale, credo che dalle sanzioni che si stanno imponendo alla Russia, l’Italia sia uno dei Paesi che ne uscirà maggiormente penalizzata. Ma oggi l’importante non è certo pensare ai profitti, o al turismo, ma l’importante è pensare al cessate il fuoco: pochi lo dicono, ma non c’è benessere, non c’è ricchezza se c’è gente che finisce sotto i bombardamenti. La guerra, che noi credevamo ormai relegata al secolo scorso, è esplosa con scene raccapriccianti, e non viene certo da pensare ai profitti. L’auspicio è di limitare i danni. Ischia non è una nicchia esclusiva del lusso, e oltre a quanto sta accadendo nel conflitto, penso anche alle famiglie isolane, e alle loro possibilità di tirare avanti: se non si trova un modo per evitare gli abnormi aumenti del prezzo di carburante, delle utenze domestiche, è a rischio la stessa tenuta sociale. Ho accolto con favore il recente decreto governativo per redistribuire un po’ di risorse, ed è quello che proviamo a fare anche noi nel nostro piccolo a Lacco Ameno: vorremmo rientrare in possesso del porto turistico – questione sulla quale attendiamo la decisione del Tar a fine mese – per poi redistribuire un po’ di ricchezza. In definitiva, i presupposti per la stagione sono buoni, ma ciò che sta accadendo nel mondo comunque ci inquieta».

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