UN CASINO DELLA “MARINA”

Le ombre c’erano, e pure abbastanza addensate come le nuvole in un pomeriggio d’inverno. L’impressione, però, è che una serie di situazioni legate alla società partecipata Marina di Casamicciola rischino di esplodere da un momento all’altro. Con conseguenze, allo stato dell’arte, assolutamente nemmeno ipotizzabili dal momento che a rincorrersi solo soltanto voci e indiscrezioni. Anche se, come vedremo a breve, non era mancato chi in tempi non sospetti aveva messo qualcosa nero su bianco spiegando come sotto determinati aspetti – come illustreremo più avanti – la gestione dell’azienda sotto una serie di profili (su tutti quello contabile) fosse stata tutt’altro che ortodossa. Partiamo però da due fatti che necessariamente e per logica deduzione sono connessi tra loro. Abbiamo appreso da fonti attendibilissime che alcuni cittadini hanno messo per iscritto le loro “lagnanze” scrivendo a Marina di Casamicciola e/o al Comune dopo che gli era stato chiesto di saldare una serie di spettanze arretrate per l’ormeggio delle proprie barche nello specchio d’acqua in concessione all’ente. I destinatari di queste richieste di denaro, in buona sostanza, avrebbero ribadito di aver pagato quanto richiesto e di averlo fatto in contanti. Dal momento che però è stato riscontrato che in alcuni casi manca la documentazione contabile a supporto – leggasi fattura, ricevuta fiscale, insomma un regolare “pezzo di carta” – è chiaro che qualcosa non quadra e che la verità può stare solo da una parte (ovviamente non chiedeteci quale). A complicare ulteriormente le cose il fatto che anche i carabinieri della Compagnia di Ischia avrebbero acquisito una serie di atti dagli archivi della società partecipata, con evidenti finalità investigativa. Viene da chiedersi se questo è accaduto perché proprio da Marina hanno trasmesso documentazione o se qualche cittadino ha preferito scegliere la strada della denuncia alle forze dell’ordine. In un caso come nell’altro, la sostanza comunque non cambierebbe.

Adesso però emergono nuovi scenari relativamente alla gestione dell’azienda. Lo scorso 4 luglio, in occasione del passaggio di consegne tra l’ex liquidatore Gelsomino Sirabella ed il subentrante Stani D’Orta, a redigere il verbale di verifica di cassa fu il sempre attento e solerte revisore Francesco Maria Marchionibus che nel momento in cui si arriva alla verifica della consistenza contabile di cassa e della cassa contanti scrive tra l’altro: “Si evidenzia dunque la mancata corrispondenza, al 29/06/2023, tra la consistenza ‘fisica’ dei contanti verificata in cassa e quanto risulta dai movimenti contabili. In particolare, la differenza rispetto al saldo della scheda contabile alla data del 29/06/2023 è di € 19.401,24 (€ 19.706,24 – € 305,00). Il Revisore evidenzia di aver rilevato la mancata corrispondenza tra consistenza fisica e saldo contabile di cassa già relativamente alla chiusura del bilancio 2022, e successivamente alla data del 31/03/2023, e che di questa mancata corrispondenza aveva già chiesto conto al Liquidatore; l’Avv. Sirabella aveva precisato come la differenza tra quanto effettivamente esistente in cassa e quanto risultante dalla scheda contabile fosse stata causata da una serie di pagamenti (prevalentemente per spese di manutenzione, pulizia, materiali di consumo, ecc.) effettuati a privati che, nonostante i ripetuti inviti, non hanno poi fornito i relativi giustificativi. Il sottoscritto Revisore, censurando ancora una volta la metodologia seguita, invita l’Avv. Sirabella a ricostruire il dettaglio delle spese non documentate sostenute fino alla data del 29/06, al fine di giustificare in maniera circostanziata la differenza riscontrata. Una volta effettuata la puntuale ricostruzione di tali spese, ritiene valida l’ipotesi di inserire in contabilità le spese non documentate sostenute dal Liquidatore uscente, e da questi dettagliate, in una voco di costo individuata come ‘Spese e acquisti non deducibili voce ovviamente non deducibile fiscalmente’”. Per carità, evidentemente tutto lecito ma capirete che la procedura seguita non è certo il massimo della vita.

Il resto è storia molto più nota e lo si evince dal verbale dell’assemblea al termine della quale il sindaco Giosi Ferrandino disse no all’approvazione del bilancio motivando in questi termini la sua decisione: “Il Revisore poi evidenzia ancora una volta che condizione essenziale per il rispetto del piano di risanamento della società, e quindi per il suo ritorno in bonis, è la disponibilità nel tempo della necessaria liquidità. Questa disponibilità, oltre che dal mantenimento e dall’ulteriore miglioramento dei livelli di fatturato conseguiti, dipende in maniera importante dalla realizzazione dei crediti iscritti in bilancio, in gran parte relativi a partite aperte nei confronti dell’Ente socio unico. In questa ottica, concorda con il Liquidatore circa la necessità di istituire un tavolo riconciliazione contabile di tutte le partite a credito e a debito tra le parti. A questo punto interviene il Sindaco, rappresentante del socio unico, che, alla luce di quanto appreso in data odierna dalle relazioni che precedono, ed anche in considerazione del fatto che la nuova amministrazione si è insediata da poco più di un mese, e che il Commissario Prefettizio ha già provveduto  all’approvazione del bilancio consolidato anno 2022, ritenuto che è necessario nonché obbligatorio il riallineamento tra il bilancio dei cune e il bilancio della partecipata Marina di Casamicciola, allo stato ritiene che non ci siano le condizioni per l’approvazione in data odierna del bilancio presentato”. Insomma, leggetela come volete ma una cosa è certa: una serie di scricchiolii erano arrivati sin da subito.