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Reliquie itineranti, oggi ad Ischia le spoglie dei coniugi Beati

Sono  state accolte ieri in Cattedrale dal parroco Don Carlo Candido che ne è sull’isola l’assoluto garante (dopo il Vescovo) e da Mons, Pietro Lagnese che nel tardo pomeriggio ha celebrato la  messa solenne votiva consacrandone la permanenza ad Ischia Ponte per la venerazione dei fedeli fino alle ore 16 di sabato 9 gennaio prossimo. Poi il sacro cammino itinerante, ovvero la peregrinatio,  che si snoderà fra le chiese parrocchiali dell’itera isola, compresi l’ospedale Rizzoli e il Centro di prima accoglienza “Giovanni Paolo II”, con sosta limitata per ciascuna chiesa a uno o più giorni,  per poi fare ritorno in Cattedrale sabato 13 febbraio in occasione della celebrazione del giubileo diocesano della Famiglia. Naturalmente parliamo delle sacre reliquie dei coniugi beati Louis Martin e Marie-Azélie (detta Zélie) Guérin, volute sull’isola dalla chiesa di Ischia dal momento in cui Papa Francesco parla della santità della  famiglia. Quindi la scelta  di puntar sui coniugi Martin beatificati da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2008 a Lisieux e canonizzati  dallo stesso Papa Francesco quasi sette anni dopo, il 18 ottobre dello scorso 2015, essendo per altro i primi sposi a raggiungere insieme la santità ufficialmente riconosciuta, è calzata a pennello e rappresenta in questo storico momento,  l’occasione per evidenziare la nascita di una santità coniugale che sta emergendo come un fiore all’interno del grande solco tracciato dal Concilio Vaticano II che ha rimarcato il concetto e la tendenza ad una “Vocazione universale  alla santità”. Infatti i santi coniugi Martin ne sono l’espressione attuale. Ormai la cattolicissima isola d’Ischia, da anni è meta di reliquie itineranti di santi importanti: da San Giovan Giuseppe della Croce che vi è rimasto a sant’Antonio di Padova, da Santa Restituta a San Gabriele, dal sant’Antonio Abate (Sant’Antuono) A San Giovanni Paolo II, dalla icona della Madonna di Pompei a quella della Madonna di Loreto. Insomma una mistica propensione a ricevere “visite sante” che fanno bene allo spirito ed alla fede manifesta di ciascuno ischitano che trova conforto e protezione in una chiesa, la loro chiesa, che per il giubileo di Papa Francesco è uscIta davvero all’aperto, tra la gente, nelle famiglie col proprio messaggio  di solidarietà e condivisione e con i propri mezzi di comunicazione che sono anche tanti e decisamente raccomandabili. Per la verità le reliquie dei beati coniugi Martin hanno già messo idealmente  piede a Ischia sia pur in un diverso contesto di fede, anche se si è soltanto parlato di un evento da venire. E’ avvenuto in occasione del passato  Sinodo il 26 gennaio dello  scorso  anno nel convegno al cinema Excelsior di Ischia, allorquando Don Silvio Longobardi  raccontò come si potesse vivere il sinodo con intensità rImanendo legati con la preghiera e con  le azioni al grande impegno  per la famiglia. Durante i giorni del Sinodo don Silvio si trovava in Africa, in Burkina Faso, dove la Comunità in cui vive ha una missione e mentre gli arrivavano gli echi del “sinodo mediatico” parziale e spesso deformato lui sentiva che la cosa più importante da fare era pregare per questo momento così grande per tutta la Chiesa e per le famiglie in modo particolare; anche ad Angri, sede della sua comunità, nella cappella dedicata ai coniugi Martin si è vissuta l’esperienza dell’Adorazione Eucaristica permanente durante tutti i giorni del Sinodo. Don Silvio aveva potato con se le  reliquie dei beati Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino. Il religioso di Angri  è impegnato con la sua comunità a diffondere la santità coniugale di questi e di tanti altri coniugi che semmai  risultano essere alquanto sconosciuti ma che nel silenzio e nella fatica, nella gioia e nell’impegno quotidiano del focolare domestico hanno saputo costruire la propria santità come pienezza d’Amore vero.  Ha accompagnato le reliquie dei coniugi martin da Angri ad Ischia lo stesso don Silvio Longobardi facendo dono all’isola di una bella pagina di fede  e di esempio sociale e cristiano. E qui una fra di Don Silvio spiega meglio nella sintesi, il suo impegno per la famiglia. Eccola: Se la famiglia fosse un pacco, dovremmo scriverci sopra “molto fragile”. Ma se c’è la fede in Dio, allora sì che la famiglia  si rafforza. E qui entra in gioco la Chiesa, il suo ruolo, la sua vicinanza”. Louis  e Zelia Martin, nonostante lo straziante dolore per la perdita di ben quattro figli, essi non caddero nella disperazione. Ebbero la gioia di donare tutte le cinque figlie rimaste  al Signore: quattro nel Carmelo di Lisieux e una fra le Visitandine di Caen. La più nota  è Santa Teresa del  Bambin Gesù  di Lisieux

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