CRONACA

Vaccini, da Draghi a Curcio a Bonaccini: «Bisogna rispettare le priorità» 

Le reazioni al botta e risposta tra il presidente della Campania Vincenzo De Luca ed il commissario Figliuolo mettono nell’angolo lo sceriffo 

Il giorno dopo il botta e risposta tra De Luca e Figliuolo, non mancano le reazioni. A prendere le parti e/o le distanze dalla scelta di De Luca ci sono un po’ tutti. dal presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, fino ai governatori delle alte Regioni del Paese. In un’intervista a Repubblica, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha replicato al presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che lunedì aveva annunciato di non voler rispettare il piano vaccinale nazionale. De Luca aveva infatti comunicato al commissario straordinario Francesco Figliuolo che, una volta completate le vaccinazioni alle persone con più di 80 anni, la Campania avrebbe proseguito la campagna vaccinale per settori economici: «Se decidiamo di andare avanti solo per fasce di età, quando avremo finito le fasce di età l’economia italiana sarà morta», aveva detto De Luca.

Zaia

Nella sua intervista, rispondendo a De Luca, Curcio ha detto: «Dobbiamo invertire la prospettiva. Non c’è uno Stato centrale e poi De Luca». Fin dall’inizio della campagna vaccinale, Vincenzo De Luca era stato tra i presidenti più critici nei confronti della struttura commissariale: aveva più volte lamentato ritardi nella consegna delle dosi e sostenuto che la Campania sia penalizzata dai criteri di ripartizione dei vaccini. La scorsa settimana, inoltre, in Campania erano iniziati i preparativi per le vaccinazioni di massa a Ischia, Capri e Procida, un progetto in contrasto con il piano nazionale che prevede la somministrazione per fasce d’età. Dopo l’ordinanza firmata sabato da Figliuolo, che obbliga le regioni a proteggere prima gli anziani e a sospendere immediatamente le vaccinazioni a categorie come insegnanti e forze dell’ordine, la Campania aveva dovuto rimandare l’avvio delle vaccinazioni di massa nelle tre isole dell’arcipelago campano. Nell’intervista a Repubblica, Curcio ha detto di non essere tra quelli che vogliono un ritorno allo stato centralista, anche nella sanità, ma ha ribadito che serve una linea comune che tutti devono rispettare: «Quando vado nei territori, i presidenti mi parlano, non ringhiano. E da qui, via Ulpiano a Roma, provo a far dialogare la Protezione civile regionale con la sanità regionale. Cerchiamo le soluzioni migliori e alla fine, certo, vanno rispettate da tutti». 

Per i presidenti delle regioni del Nord un coro di «no» al piano di De Luca 

La proposta della campagna di vaccinazione a tappeto nelle isole più amate dai turisti si trasforma nell’ennesima questione che spacca in due il Paese. Da un lato i governatori delle regioni del Sud Vincenzo De Luca in testa, ma anche il siciliano Musumeci e il sardo Solinas che sgomitano per vaccinare tutti gli abitanti delle proprie isole per far ripartire il turismo in tempo per la stagione estiva. Dall’altro i governatori del Nord, di ogni schieramento – da Bonaccini a Fedriga che alzano il muro e parlano di discriminazione. Dal Nord rispondono in coro i governatori. «Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre scrive su twitter Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna – mi auguro che il ministro del Turismo Garavaglia rigetti la proposta di isole Covid free». Zaia concorda: «La nostra isola si chiama Veneto. Non esiste che vado ad immunizzare una località a scapito delle altre». Infine, per la vicepresidente del consiglio regionale e capogruppo cinque stelle Valeria Ciarambino «quanto dichiarato dal governatore è molto grave perché attiva uno scontro istituzionale col Governo che ci danneggia e crea disorientamento. E assolutamente fuori da ogni logica — ha specificato — sottrarre vaccini e risorse ad anziani e fragili, per dirottarli su comparti che vanno si salvaguardati, ma solo dopo che sarà garantito il diritto alla salute di coloro che, a contatto col virus, sono esposti a rischi certamente maggiori. Questa è la Campania e non Sparta, dove i fragili venivano sacrificati». Prova a mediare il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini. «È evidente – ha detto – che il Governo si è dato e ha offerto alle Regioni un aggiornamento del piano vaccini con delle priorità che devono essere rigorosamente rispettate — ha commentato il ministro che ha anche tentato di contattare De Luca e di sperare «in uno spazio di confronto con lui, perché i problemi vanno affrontati con la necessaria serenità».  

Il premier Draghi boccia il piano di De Luca 

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Categorico il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi. Il governo non permetterà alle Regioni di deviare dal piano vaccinale appena diramato dal commissario straordinario all’emergenza. Non lo consentirà alla Campania di Vincenzo De Luca, che propone (per ora soltanto a parole e senza atti formali) di immunizzare prima del tempo gli operatori economici nonostante il criterio anagrafico vigente, cosi come a nessun altro governatore. E anzi, l’esecutivo impugnerà se necessario davanti alla giustizia amministrativa ogni decisione in contrasto con le regole appena fissate. La linea della fermezza la stabilisce Mario Draghi, a metà pomeriggio, dopo aver incontrato a Palazzo Chigi il generale Francesco Figliuolo e il ministro della Salute Roberto Speranza. «Non ci saranno eccezioni», è il ragionamento del premier, «e faremo ogni sforzo necessario per far rispettare le priorità del piano». Una linea ribadita dopo aver ascoltato dalla viva voce di Franco Locatelli le ultime notizie sulla curva del virus.  

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