CRONACAPRIMO PIANO

“Vengo a sputarvi in faccia”, e finisce a processo

Arriva un primo significativo epilogo nella vicenda che vide un sindacalista salentino “filo russo”, attaccare duramente l’associazione ambientalista Pan Assoverdi: il gip di Trani ha infatti disposto il rinvio a giudizio per diffamazione

Nell’epoca in cui la guerra tra Russia e Ucraina si combatte soprattutto sui mass media (l’Italia vanta la più bassa percentuale di lettori di libri, giornali, riviste scientifiche in Europa) e l’opinione pubblica si forma, in gran parte, sui canali televisivi o su internet, risulta facile capire l’importanza del ruolo sociale degli anchorman e degli “opinion leaders”.

Quali guasti possa provocare – soprattutto sulla popolazione “più fragile” (meno scolarizzata) – un’informazione “drogata” o “deformata”, l’ha denunciato, da tempo, il Premio Nobel per la pace 2021, Maria Ressa, nata a Manila, fondatrice – prima di approdare sulla CNN – del sito “Rappler” (oggi la più importante agenzia informativa del sud-est-asiatico). La giornalista, di origini irpine, ha dedicato gran parte della vita, personale e professionale, a combattere le menzogne, la disinformazione, la negazione della verità. Ma soprattutto la narrazione politica malefica, fuorviante, diseducativa, destabilizzante, antistorica. Come la propaganda del dittatore filippino Rodrigo Duterte (degno erede di Putin) anch’egli sotto inchiesta per “crimini contro l’umanità”, non rieletto alle ultime elezioni, nell’ex colonia spagnola, del maggio 2022.

La P.A.S. aveva censurato le dichiarazioni del giornalista Toni Capuozzo ma la reazione di un 58enne pugliese fu decisamente scomposta e sopra le righe. Prima udienza l’11 maggio, l’uomo rischia fino a tre anni di reclusione

Nel quadro della lotta alle “bufale”, la medesima “P.A.S. – Pan Assoverdi Salvanatura”/ONLUS lanciò, nell’aprile 2022, una clamorosa “provocazione” (che sollevò una levata di scudi, da parte degli haters anti-atlantisti): la revoca, retroattiva, del Premio Ischia, Ediz. 2011, all’influente reporter friulano Toni Capuozzo, ex esponente di “Lotta Continua”. Dopo che l’inviato della Mediaset – le cui opinioni sulla guerra Russia-Ucraina, secondo la “P.A.S.” sarebbero “offuscate da tare ideologiche” e “dalle veline del Cremlino” – aveva definito, su Rete4, l’eccidio di Bucha “una messinscena”. Non mancarono, nel 2022, coloro che – equivocando la protesta della “P.A.S.” – manifestarono la solidarietà all’ex vicedirettore del TG5, anche in modo scomposto (oltre i limiti del codice penale). Costringendo l’Ufficio Legale della ONLUS a perseguire penalmente gli “odiatori della rete”, per diffamazione a mezzo stampa. Tra questi, un sindacalista pugliese: A.T. – di 58 anni – nato a Maglie (Lecce), residente a Trani. Costui, riferendosi ai promotori dell’iniziativa “anti Capuozzo”, scrisse testualmente sul profilo “Facebook” di un portale web isolano (6-4-2022): “Vengo ad Ischia, giusto per sputare in faccia a costoro, maccartisti di provincia”. Per tali epiteti, l’uomo, querelato da Rino Romano, dovrà ora comparire – l’11 maggio prossimo – davanti al GUP del Tribunale Pen. di Trani, dott. Ivan Barlafante. Per rispondere dei reati, in concorso, di “diffamazione aggravata” e “minacce” (artt. 595, commi 3, 4 e 612 c.p.). Rischia tre anni di reclusione, oltre ad un congruo risarcimento, in sede civile, dei danni “non patrimoniali”.

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