LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»  «L’anarchia dei numeri e delle bugie auto prodotte» 

Per l’ennesima volta bisogna rivolgere un appello – a quanto pare di nuovo – a chi non l’avesse ancora capito. A Ischia c’è bisogno di modi, metodi, pensieri e comportamenti nuovi, segni di vita e reazioni da parte della gente, flessibilità mentale e soprattutto competenza, per adattarci a un mercato interno ed esterno in evoluzione. Ciò per evitare di trovarci, di qui a poco, come parte di un affresco cittadino appeso sulle pareti di una casa in rovina e per interessarci di più a ciò che non funziona, evitando di convincersi di essere un Ashram con i cartelli appesi al soffitto a ricordarci che “siamo l’isola più bella del mondo”. Come volevasi dimostrare siamo ricaduti nelle stesse dinamiche dei “numeri” di Natale. Questi racconterebbero – secondo la vulgata corrente – che l’isola sarebbe stata presa d’assalto nel periodo delle feste.

Come volevasi dimostrare siamo ricaduti nelle stesse dinamiche dei “numeri” di Natale. Questi racconterebbero – secondo la vulgata corrente – che l’isola sarebbe stata presa d’assalto nel periodo delle feste. Numeri a caso, si direbbe, che non significano niente o come spesso accade buttati per saldare le nostre stesse ipotesi che hanno la pretesa di voler spiegare che Ischia finalmente tirerebbe anche d’inverno. Per avere, all’opposto, un’esattezza – sia dei numeri e sia dei dati – ed entrare quindi nell’approfondimento come nell’interpretazione reale, non basta fermarsi su quanti “arrivi” sui porti ci hanno invaso a Natale e le “partenze” ma c’è bisogno di conoscere altre informazioni 

Numeri a caso, si direbbe, che non significano niente o come spesso accade buttati per saldare le nostre stesse ipotesi che hanno la pretesa di voler spiegare che Ischia finalmente tirerebbe anche d’inverno. Per avere, all’opposto, un’esattezza – sia dei numeri e sia dei dati – ed entrare quindi nell’approfondimento come nell’interpretazione reale, non basta fermarsi su quanti “arrivi” sui porti ci hanno invaso a Natale e le “partenze” ma c’è bisogno di conoscere altre informazioni. Ad esempio il numero di alberghi aperti in quel periodo – che non conosciamo -, inoltre quanti turisti hanno prenotato, per quanti giorni insieme alla fascia di maggiore flusso, percentuali e via discorrendo.

Poco corretto auto citarsi ma in un “Caffè scorretto” pubblicato all’incirca verso la metà dicembre in modo semplice si è affermato che «se da un lato sarebbe da rigettare la narrazione pubblica che a volte essendo troppo enfatica e passionale, sfiora un certo populismo, come del resto succede non poche volte per “tutte le cose isolane”, dall’altro dovremmo imparare a essere imparziali, realisti, e costruire confronti e comunicazione su dati e numeri percentuali, invece che sul politichese o sull’imperativo ideologico andante. Dal ragionamento non si dovrebbe perciò escludere il dato, ad esempio quante e se ci sono state prenotazioni da parte dei turisti nel periodo individuato per gli eventi, cioè dal 7 dicembre al 7 gennaio in ogni parte dell’isola (non escludendo Forio); chi sono i turisti (italiani o stranieri?); si tratta di famiglie (di coppie o single) e da dove vengono? Inoltre, ”quanti fiorini hanno speso?”. A queste domande dovrebbero seguirne altre, tipo quelle usate per costruire analisi. Giusto per fare qualche esempio: “Da dove viene?“; “Per il suo viaggio e tuttavia per raggiungere l’isola, ha usufruito delle offerte/sconti che il Comune di Forio ha realizzato in accordo con le Compagnie di navigazione?”; “In quale albergo ha soggiornato?”; “Per quanti giorni?”, “Come si è svolta la sua vacanza a Ischia?”; ”Conosceva già l’isola?; “Conosceva Forio?”; “Com’è venuto/a a conoscenza degli eventi di Natale?”; Come giudicherebbe il periodo trascorso nella struttura in cui ha prenotato?”; “L’isola ha soddisfatto le sue aspettative?”; “Ci tornerebbe?” e cosi via, altrimenti non faremo che parlarci addosso fino al prossimo Natale.

Fermo restando le sicurezze che noi isolani siamo soliti sbandierare sotto il naso del primo che capita, facendogli sentire l’odore della sua sfiga per non abitare nel “posto più bello del mondo”, di norma siamo abituati a tessere le lodi di un luogo che vive nell’auto incanto, più allenati a pavoneggiare dati fittizi, doti organizzative, “bellezze” e livelli altissimi di cooperazione tra Enti. Una nota riguardo quest’ultimo punto. Vero è che s’inizia a percepirne la presenza però dobbiamo una buona volta concepire di che cosa parliamo quando si butta sul tavolo, come i numeri, la parola “sinergia” tra Comuni e chiederci se non sia arrivato il momento di uscire dal racconto confortante (che saltella da bocca a orecchio anche autorevoli) per sostituirlo con qualcosa di migliore e veramente funzionale 

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Dire poi che i 600 mila e più euro investiti – o, secondo qualcuno, spesi – dal Comune di Forio non hanno determinato grandi spostamenti di flussi umani si pone sullo stesso livello di quelle polemiche che pretendono di avere ragione senza avere dati certi». Partendo dalla responsabilità che i Comuni dovrebbero interessarsi della diffusione dei numeri e che se vogliamo ragionare bisogna partire dal farsi le giuste domande per capire se alla quantità dei “soldi spesi” da ogni Ente corrisponde un “rientro” di flussi, dovremmo impegnarci e capire cosa davvero è successo sull’isola nel periodo di Natale. Non serve applaudire noi stessi come le scimmiette basandoci sui fiotti di persone arrivate o partite rilasciati dalla Capitaneria. Insomma questo tipo di calcoli servono, sì, ma fino a un certo punto. D’accordo qualcuno è arrivato, pure se i collegamenti marittimi hanno lavorato a “mezzo servizio” non garantendo, di fatto, la continuità territoriale. Cosa che, peraltro, accade ogni inverno cui si aggiungono i telefoni che squillano a vuoto se si cerca un’informazione sulle partenze e i siti internet delle Compagnie difficilmente aggiornati si accompagnano alle comunicazioni dell’ultimo momento che avvisano della sospensione di corse, etc. Dovremmo domandarci che cosa sta succedendo se a servizio parziale ci è finito pure il Bar Calise e quali sono gli eventuali provvedimenti che le amministrazioni hanno deciso di adottare. Nei giorni scorsi, infatti, quello che era uno dei famosi bar dell’isola, per storia e tradizione, ha “diramato” un’allerta orario di apertura e chiusura dei locali ubicati a Ischia e Casamicciola. Fermo restando le sicurezze che noi isolani siamo soliti sbandierare sotto il naso del primo che capita, facendogli sentire l’odore della sua sfiga per non abitare nel “posto più bello del mondo”, di norma siamo abituati a tessere le lodi di un luogo che vive nell’auto incanto, più allenati a pavoneggiare dati fittizi, doti organizzative, “bellezze” e livelli altissimi di cooperazione tra Enti. Una nota riguardo quest’ultimo punto. Vero è che s’inizia a percepirne la presenza però dobbiamo una buona volta concepire di che cosa parliamo quando si butta sul tavolo, come i numeri, la parola “sinergia” tra Comuni e chiederci se non sia arrivato il momento di uscire dal racconto confortante (che saltella da bocca a orecchio anche autorevoli) per sostituirlo con qualcosa di migliore e veramente funzionale.

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Dobbiamo comprendere, inoltre, che ci serve conoscere i numeri ma anche sapere come si raccolgono e interpretano e che abbiamo bisogno – come più volte affermato – di esperti, pagati, per costruire analisi o sondaggi (in genere si tratta di sociologi, economisti ed esperti di statistica). Ancora, entrando nella competenza specifica, che abbiamo necessità di un osservatorio socio economico. Un ufficio, insomma, che, dati alla mano, tra gli scopi precedenti abbia pure quello di valutare come avviare una riflessione e un’indagine seria sui numeri elevati di suicidi e su una condizione sociale isolana discutibile 

Dobbiamo comprendere, inoltre, che ci serve conoscere i numeri ma anche sapere come si raccolgono e interpretano e che abbiamo bisogno – come più volte affermato – di esperti, pagati, per costruire analisi o sondaggi (in genere si tratta di sociologi, economisti ed esperti di statistica). Ancora, entrando nella competenza specifica, che abbiamo necessità di un osservatorio socio economico. Un ufficio, insomma, che, dati alla mano, tra gli scopi precedenti abbia pure quello di valutare come avviare una riflessione e un’indagine seria sui numeri elevati di suicidi e su una condizione sociale isolana discutibile. Esatto, proprio qui, in questo “paradiso” che negli anni tra le altre cose, a miglia invariate, ha visto aumentare il tempo di percorrenza che lo separa da Napoli. La domanda da farsi, però è apparentemente diversa. Riguarda i motivi sulla (in)capacità diffusa della gente di seguire un filone di ragionamento costruito su criteri logici e non sugli istinti del vanesio. A ciò se ne aggiunge un’altra simile, ossia perché a Ischia non si riesce a costruire un dibattito profondo sulle sue condizioni? Perché neanche “la stampa locale”, tranne qualche rara eccezione, riesce a instaurarne uno mentre si fa spazio chi dimostra in ogni occasione di non voler affrontare i propri demoni (politici e sociali) e le persone, come la politica, aspettano che tutto prima o poi si risolva da se? La risposta ha molteplici sfumature tra cui il fatto che in tanti continuano a non leggere o a prestare attenzione (spesso per pregiudizio) a quel che viene ormai ripetuto da anni. O, se lo fanno, molti evitano per lo più di reagire. Magari la soluzione al quesito potrebbe essere un mistero. Oppure, come tutte le cose semplici, l’abbiamo sotto gli occhi ma non vogliamo vederla, perché la trave delle solite sicurezze ha pacatamente sostituito la pagliuzza rendendoci fessi e contenti.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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