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Casa D’Ambra: storie di vendemmie e di ricordi

Di Malinda Sassu

“Un enologo è come il calciatore: se sta in forma segna, altrimenti deve passare la palla” esordisce così Andrea D’Ambra mentre pensa e racconta della sua nuova sfida, la sua trentunesima vendemmia. Di goal ne ha segnati tanti ma proprio tanti con la sua squadra. E la palla, sicuramente, andrà in rete anche questa volta, nonostante un tempo balordo e una primavera ricca di piogge e venti freddi. Tutto il lavoro svolto durante l’anno è pronto per essere raccolto da oltre cento persone, tutte con il naso all’insù, sperando che non piova ancora, mentre ci si prepara ad un lavoro immane. Come se non bastasse quello svolto durante l’anno. Ma chi lavora questi preziosi vigneti a Ischia sa bene che è sempre così, sa che le vendemmie sono eroiche, affascinanti quanto massacranti: su è giù per queste meravigliose terrazze a picco sul mare, cercando di capire la terra e il suo frutto, corse frenetiche in cantina senza mangiare e dormire quel poco che basta. E poi misurare, assaggiare, confrontare il proprio parere e decidere il momento giusto per iniziare a scrivere quella che sarà la nuova storia di un nuovo vino che poi, quando sarà grande, andrà a raccontare di profumi e di lavoro, di colori e di sole e mare. Sarà che anche per questo Casa D’Ambra ha già ricevuto l’ennesimo premio per la scorsa annata. Quelle Quattro Viti AIS dell’Associazione Italiana Sommelier, sono arrivate anche questa volta a riconoscimento di un prestigioso Frassitelli 2015, vestito d’oro e di aromi da capogiro. Quel Frassitelli che ha fatto la storia dell’Isola, dando vita a produzioni di qualità riconosciute ovunque, in Italia e nel mondo.

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Ogni vendemmia ha una sua storia, una sua annata di ricordi e profumi di mosto e Andrea D’Ambra, di ricordi, ne ha davvero tanti. Emozionanti, vibranti di fatiche, di amore e di passione, d’altronde la sua è una famiglia storica nel mondo del vino.  Ne parla seduto sulla sedia di legno di Nonna Mariuccia, quella stessa di 60 anni fa, sulla quale questa grande, forte donna si sedeva quando l’azienda era sul porto di Ischia e da lì controllava che tutto andasse bene. “Io l’ho riportata qui” racconta Andrea “e ogni anno, a fine vendemmia, segno sui braccioli l’annata e poi aggiungo con la penna indelebile una stella, due stelle o tre stelle a seconda di come è andata”. È alla sua trentunesima vendemmia Andrea D’Ambra e chissà quante stelline segnerà per questo 2016, un’annata che non sarà sicuramente quella del secolo ma che promette comunque bene.  Chissà se sarà splendida come quella dell’87 e del ‘96, o da ricordare come la vendemmia del 2000 e del 2007. Sarà un anno adatto ai vini rossi da riserva? Si è vendemmiato prima delle piogge per fortuna, zuccheri e polifenoli promettono bene, c’è meno quantità, per cui prepariamoci a gustare importanti Piedirosso e Aglianico.  Di sicuro, per Andrea D’Ambra quella che gli è rimasta nel cuore è stata però la sua prima vendemmia: “Quella a cui sono più affezionato, la mia prima vendemmia da solo, nel 1985, quando ho creato il Frassitelli. Forse perché era la più temeraria: mio padre faceva il ricercatore e la ricordo come una vendemmia di paura perché temevo di sbagliare, leggevo i libri e la sera cercavo di applicare nuovi sistemi e nuove idee. Invitai tutto il personale di mio padre, dal capo cantina a quello del personale e nel 1990 rifeci tutta la squadra, insegnando tutto quello che avevo imparato. Mi ritrovo ora con una squadra di giovani, il più vecchio ha 48 anni, pensa”. Seppur maggior protagonista di questa grande e storica famiglia, Andrea non è l’unico attore in vendemmia, anzi, è orgoglioso di questo rito collettivo fatto di sorrisi e imprecazioni, sorrisi che diventano più forti del caldo e della fatica, grappolo dopo grappolo, cassetta dopo cassetta. Una vendemmia da celebrare tutti insieme a tavola, senza padroni e conferitori, tutti accomunati dalla terra e dalla voglia di festeggiare insieme un anno di lungo lavoro, fatto di cura e amore. “In vendemmia coinvolgo circa 120 famiglie” racconta “chi taglia l’uva e chi trasporta. E non mancano le donne, come la mitica Colomba, infaticabile e orgogliosa del suo ruolo di figlia di uno storico viticoltore. Senza parlare poi della famiglia della Cannelora, moglie, figli e adesso anche i nipoti”. Hanno già ritirato 350 quintali di uve bianche sinora, e si pensava peggio: nonostante le grandi piogge di aprile che altrove hanno compromesso la fioritura, la vendemmia non è iniziata in maniera eccessivamente problematica. Le previsioni portano ancora pioggia ma per fortuna tutto il passito era già stato raccolto e messo al sicuro per dare vita a quella che sarà sicuramente una grande sorpresa in Casa D’Ambra, una splendida novità dai profumi che ricordano l’Alsazia. Per il resto, un’annata certamente non all’altezza del 2015, almeno a Ischia, ma che regalerà grandi soddisfazioni. L’Isola e i suoi vitigni autoctoni stupiscono sempre e comunque. Biancolella, Forastera e Piedirosso, qualità o quantità quest’anno? Andrea D’Ambra raccoglie i primi dati e afferma: “Non è una quantità esagerata siamo intorno al 15% in più rispetto allo scorso anno, per fortuna. Dipende tutto ora dalla vinificazione e da tante sfaccettature ma non sarà una pessima annata come il 2014, probabilmente sarà simile al 2013”. Effettivamente, solo alla fine si può tracciare un vero e proprio bilancio di un raccolto; siamo ancora agli inizi ma qualche valutazione è già possibile averla:Dai primi dati l’acidità è equilibrata con mezzo grado in meno di zuccheri. Il tempo dei prossimi giorni è determinante. Nonostante un’annata che poteva essere piena di peronospora, oidio e marciume fortunatamente le uve sono state consegnate sane e questo è un grosso vantaggio. Sono felice del lavoro del mio giovane agronomo di Ischia che è a capo della cooperativa dei miei conferitori. Segue tutti i contadini e sta facendo un buon lavoro consigliando ottimi trattamenti. Ho vendemmiato alcune vigne nuove e l’anno prossimo avrò un po’ di Biancolella in più e tra l’altro, il vino che ne verrà, è stato già tutto prenotato”. E infatti, bisogna pur vendere queste bottiglie che sanno di poesia e di lavoro duro. Negli ultimi anni molte aziende hanno lamentato una contrazione dei consumi interni ma, allo stesso tempo, hanno trovato nuovi soddisfacenti sbocchi all’estero. L’ultimo Vinitaly lo testimonia e Casa D’Ambra conferma la regola:Il 15-18% della nostra produzione va all’estero: Belgio, Giappone, New York e New Jersey e poi stiamo entrando anche in Canada dove avremo una grande degustazione a novembre guidata da mia figlia Sara. È in aumento la vendita del Frassitelli in Campania e le vendite sul posto, qui in enoteca. Complice un turismo sempre più coinvolto culturalmente. E poi sono felice e orgoglioso di aver ricevuto di nuovo il premio con la guida AIS per il Frassitelli 2015”.

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Il Frassitelli, delizia di Casa D’Ambra e gioia negli occhi di chi visita uno dei posti più belli dell’Isola. Una bellissima vendemmia è già iniziata, forti escursioni termiche e niente caldo, segno che tutto potrebbe andare bene. L’anno prossimo ricorrono i 30 anni dalla nascita di questo mitico vino e per la ricorrenza, oltre alla confezione di bottiglie dedicate, è in atto una sorpresa, un cru nel cru. Complice l’annata eccezionale, Andrea D’Ambra racconta di aver messo da parte 25 quintali di uva, vinificata e trattata con batonnage particolari: “non ho ancora il nome, ma al momento posso solo dire che sembra un vino alsaziano”. Gioie e soddisfazioni sul viso di Andrea D’Ambra: la figlia Sara come testimonial dell’azienda all’estero, premi e riconoscimenti che appagano di un duro lavoro. Eppure qualche notte insonne ce l’ha e la condivide con gli altri viticoltori dell’Isola. Parliamo di flavescenza, questa brutta rogna che sta mettendo a repentaglio la salute dei vigneti ischitani, per la quale le istituzioni si muovono poco, troppo poco per fronteggiare un problema enorme. Ma qual è la situazione dal suo punto di vista è presto detto: “Da quanto mi dicono i contadini, la flavescenza è in regressione naturale nelle zone basse di Ischia mentre inizia ad attaccare le zone più alte. Noi la combattiamo sostituendo le piante auspicando che nasca anche un vivaismo locale per cui le piante potremmo gestircele noi sull’Isola. La Regione e le istituzioni? Non ci pensano proprio, non hanno né i soldi né la programmazione per farlo”. Un’altra battaglia e una dura sfida da vincere, un’altra partita e una palla da mettere in rete. E parlando di calcio, non meraviglia che Aurelio De Laurentis quest’estate sia rimasto stregato da questi posti, al punto da programmare una visita personale al Frassitelli con Robert De Niro. Che parta un’altra avventura, allora e che la vendemmia a Casa D’Ambra abbia inizio, tra sorrisi e fatica, tra soddisfazioni e qualità. Noi rimaniamo in attesa di poterne godere calici ricchi di un patrimonio dell’Isola che pochi, pochissimi, possono vantare di avere al mondo.

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