DI VITO IACONO
Non sono loro che sono invisibili, siamo noi che siamo ciechi o, ancora peggio, facciamo finta di non vederli, preferiamo girarci dall’altra parte. Eppure sono nostri vicini di casa, nostri compagni di scuola o di lavoro, nostri familiari. Quelli che bevono o si drogano o stragiocano o evadono nella violenza il loro grande ed insopportabile disagio. E quanto più una società è ricca più è cieca. Nessuno mai che tenti di farsi un esame di coscienza chiedendosi se potevamo fare qualcosa, se si poteva fare qualcosa. Neanche quando ci scappa il morto. E sono tanti, troppe le vittime di un degrado sociale sulla nostra Isola. Gli stessi rappresentanti delle istituzioni si attardano a fare le analisi delle statistiche puntando il dito contro qualcuno o qualcosa e mai contro se stessi. È più comodo così. È successo di recente anche per i dati relativi alla cosiddetta ludopatia che affligge la nostra Isola. Ma mai che un comune si fosse fatto carico di un provvedimento serio e concreto che limitasse l’agibilità nella pratica di quei giochi.
Penso che Ischia abbia bisogno di altro, di azioni e misure concrete che partano da un’analisi seria della nostra società malata. Non è possibile prevenire una malattia, ancorché grave, se prima non la si indaghi o si fa finta che non c’è. E così Ischia diventa una società violenta, violenze che spesso si concretizzando in maniera drammatica e tragica negli ambienti familiari. La stessa violenza degli adulti che invece di chiedersi perché i nostri giovani bevono, gli danno da bere senza che nessuno si scandalizzi, si indigni, si preoccupi. La violenza maggiore nel lasciarli soli e nella solitudine si fanno del male, fino alle estreme conseguenze, anche lassù, senza che nessuno pianga, o sia triste, o si sente responsabile. Sappiamo solo stare zitti!!! La violenza dei troppi insopportabili silenzi, della vergognosa ed inguaribile cecità.
