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Il Decreto ai raggi X: l’articolo 24 diventa 25 e i sindaci chiedono una virgola in più

ISCHIA. Quanto è fondamentale una virgola in un periodo? Non è una domanda di una maestra ai bambini delle scuole elementari che stanno studiando la grammatica italiana. La domanda se la sono posta Giovan Battista Castagna, Giacomo Pascale e Francesco Del Deo, rispettivamente sindaco di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio che hanno chiesto una virgola come modifica al decreto Ischia. Nulla di trascendentale, sia ben chiaro. Ma una virgola è stata chiesta. Il timore dei primi cittadini è che una correzione postuma avrebbe potuto modificare il senso di un intero periodo. Ed allora: detto fatto. Chiesta la virgola ed ottenuta. E così il primo comma dell’articolo 25 del Decreto Ischia reciterà: “Al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui al presente decreto legge i Comuni di cui all’articolo 16, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, presentate ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della legge 23 novembre 2003, n. 326, pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”.

Non è stato chiamato in causa il poeta e scrittore argentino Julio Cortázar che diceva “La virgola è la porta girevole del pensiero”. Ma i primi cittadini hanno messo in campo tutti i buoni uffici per far inserire la famigerata virgola. Il senso del decreto, però, non cambia. E meno male. Perché in tanti, negli ultimi giorni, non hanno voluto pronunciarsi sul Decreto Ischia prima di vederlo pubblicato in Gazzetta ufficiale. La pubblicazione dovrebbe avvenire già oggi o al massimo domani ed il giorno successivo, entrare in vigore. Questo perché i decreti legge sono immediatamente vincolanti. Nei sessanta giorni successivi, poi, toccherà al Parlamento provvedere alla “ratifica”, ossia alla conversione in legge. Se ciò succede il decreto legge diventa definitivo altrimenti decade. Ma ciò non accadrà anche perché il ‘Decreto Ischia’ fa parte di un testo ben più ampio che comprende altre due emergenze ossia quella legata alla città di Genova dopo il crollo del ponte Morandi e quella legata al sisma che ha colpito il centro Italia.

Oltre la virgola, però, c’è stato un altro dettaglio che nella giornata di ieri ha fatto tremare fasce tricolori ed addetti ai lavori. È stato inserito un articolo all’interno del decreto che ha fatto slittare quelli successivi. A prima vista tutti sono tremati, poi è bastato capire che è stato inserito un articolo in più nella parte relativa all’emergenza della città di Genova ed è tornato il sereno. E così non più dall’articolo 16, ma dall’articolo 17 si comincia a parlare di Ischia. L’applicazione del terzo condono, quindi, non è stata prevista più all’articolo 24 ma all’articolo 25. E c’è già chi chiama in causa la cabala. E se è stato perso un ‘sedere’ (che nella smorfia è il 16) e preso un po’ di ‘disgrazia’ (il decreto Ischia parte dall’articolo 17), il terzo condono (ovvero la parte più attesa del decreto) non è più associata alle ‘guardie’ rappresentata dal numero 24, ma da Natale che è il 25. E chissà se questo numero, di per sé ricco, variegato, dolce, allegro e portatore di doni e di sorprese come il Natale possa portare in dono il tanto atteso terzo condono sull’isola di Ischia.

ISCHIA. Quanto è fondamentale una virgola in un periodo? Non è una domanda di una maestra ai bambini delle scuole elementari che stanno studiando la grammatica italiana. La domanda se la sono posta Giovan Battista Castagna, Giacomo Pascale e Francesco Del Deo, rispettivamente sindaco di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio che hanno chiesto una virgola come modifica al decreto Ischia. Nulla di trascendentale, sia ben chiaro. Ma una virgola è stata chiesta. Il timore dei primi cittadini è che una correzione postuma avrebbe potuto modificare il senso di un intero periodo. Ed allora: detto fatto. Chiesta la virgola ed ottenuta. E così il primo comma dell’articolo 25 del Decreto Ischia reciterà: “Al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui al presente decreto legge i Comuni di cui all’articolo 16, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, presentate ai sensi della legge 28 febbraio 1985, n. 47, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, e della legge 23 novembre 2003, n. 326, pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”.

Non è stato chiamato in causa il poeta e scrittore argentino Julio Cortázar che diceva “La virgola è la porta girevole del pensiero”. Ma i primi cittadini hanno messo in campo tutti i buoni uffici per far inserire la famigerata virgola. Il senso del decreto, però, non cambia. E meno male. Perché in tanti, negli ultimi giorni, non hanno voluto pronunciarsi sul Decreto Ischia prima di vederlo pubblicato in Gazzetta ufficiale. La pubblicazione dovrebbe avvenire già oggi o al massimo domani ed il giorno successivo, entrare in vigore. Questo perché i decreti legge sono immediatamente vincolanti. Nei sessanta giorni successivi, poi, toccherà al Parlamento provvedere alla “ratifica”, ossia alla conversione in legge. Se ciò succede il decreto legge diventa definitivo altrimenti decade. Ma ciò non accadrà anche perché il ‘Decreto Ischia’ fa parte di un testo ben più ampio che comprende altre due emergenze ossia quella legata alla città di Genova dopo il crollo del ponte Morandi e quella legata al sisma che ha colpito il centro Italia.

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Oltre la virgola, però, c’è stato un altro dettaglio che nella giornata di ieri ha fatto tremare fasce tricolori ed addetti ai lavori. È stato inserito un articolo all’interno del decreto che ha fatto slittare quelli successivi. A prima vista tutti sono tremati, poi è bastato capire che è stato inserito un articolo in più nella parte relativa all’emergenza della città di Genova ed è tornato il sereno. E così non più dall’articolo 16, ma dall’articolo 17 si comincia a parlare di Ischia. L’applicazione del terzo condono, quindi, non è stata prevista più all’articolo 24 ma all’articolo 25. E c’è già chi chiama in causa la cabala. E se è stato perso un ‘sedere’ (che nella smorfia è il 16) e preso un po’ di ‘disgrazia’ (il decreto Ischia parte dall’articolo 17), il terzo condono (ovvero la parte più attesa del decreto) non è più associata alle ‘guardie’ rappresentata dal numero 24, ma da Natale che è il 25. E chissà se questo numero, di per sé ricco, variegato, dolce, allegro e portatore di doni e di sorprese come il Natale possa portare in dono il tanto atteso terzo condono sull’isola di Ischia.

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Giovanna Ferrara

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