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Benassati e il gemellaggio con Milano: «Ischia lo merita, è il posto più accogliente d’Europa»

Il consigliere del Municipio 1 Centro Storico di Milano invia un videomessaggio al sindaco Ferrandino e lancia una proposta. Il Golfo lo ha intervistato per raccogliere (soprattutto) il suo atto d’amore verso la nostra isola

«Buongiorno Sindaco Ferrandino, sono Federico Benassati, cittadino Milanese e consigliere di Municipio del Comune di Milano. Non ti mando questo messaggio da milanese o da consigliere della mia città ma da ischitano adottato». E’ con queste parole che inizia il video messaggio del giovane consigliere milanese che lancia un appello al primo cittadino di Ischia, in questi giorni così difficili per la diffusione del Covid-19. Camicia e cravatta, tono di voce tranquillo e immagine registrata presso gli ufficio di Publitalia della Mediaset dove Benassati continua a lavorare, rinunciando al telelavoro, nonostante la difficile situazione che ha colpito negli ultimi giorni l’operosa Milano. Nel mare magnum di offese, recriminazioni e cattiva pubblicità in cui, suo malgrado, Ischia si è trovata a sguazzare negli ultimi giorni, finalmente uno sprazzo di luce, una mano tesa di concordia che giunge direttamente da quella Milano da dove provengono tanti dei nostri ospiti più affezionati. Capoluogo che, tra l’altro, ha dato i natali ad alcuni degli imprenditori più importanti che hanno contribuito alla crescita dell’isola d’Ischia, primo tra tutti il compianto commendatore Angelo Rizzoli .

Qual è il suo rapporto con Ischia?

«Io ho casa a Ischia da 50 anni. I miei nonni decisero di prendere un’abitazione a via Quercia. Mio papà è residente e vive a Ischia, anche se non è nato lì da voi. Vengo tutte le estati, passo anche molti capodanni a Ischia. E mi vanto di aver vissuto anche per un po’ sull’isola. Il mio trentesimo compleanno l’ho festeggiato a Ischia con gli amici di Milano. Sono legato a quest’isola. Insomma Ischia per me è come casa».

Quali motivazioni l’hanno spinta a realizzare questo video messaggio indirizzato al sindaco Ferrandino?

«In questi giorni ho notato, come un po’ tutti, una sovraesposizione mediatica di Ischia, purtroppo in termini negativi. Solitamente l’isola viene citata poco sui media nazionali, è passata alla ribalta per quella ordinanza dei sindaci, giusta o sbagliata che sia, ma sicuramente firmata pensata per fare il bene dei cittadini. A rincarare la dose poi quel video della ragazza sciocca che accoglie in malo modo i turisti. Io non ci sto a tutto questo. Ischia merita di meglio, di essere presente sui giornali nazionali perché ha delle bellezze naturali pazzesche. Ecco perchè ho scritto a Enzo Ferrandino, il vostro sindaco di Ischia».

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La sua è una proposta allettante: un gemellaggio tra Ischia e Milano, magari da ufficializzare durante la festa di Sant’Anna alla presenza del primo cittadino di Milano, Beppe Sala. Crede ci siano possibilità di attuarlo?

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«Se il sindaco mi rispondesse potremmo iniziare a parlarne. Io sono all’opposizione, ma i dialoghi con la maggioranza sono frequenti. Mi piacerebbe poter arrivare a un sì di Beppe Sala per andare in estate dagli amici di Ischia e ricordare che l’amicizia c’è ed è solida».

Com’è il clima lì a Milano in questi giorni?

«I primi giorni sono stati duri, oggi tutto sembra stia tornando lentamente alla normalità. Io lavoro in Mediaset, per Publitalia ‘80, vado in ufficio tutti i giorni, non sto lavorando da casa. Come tutti prendo le mie precauzioni, lavo spesso le mani, evito posti troppo affollati. E’ una situazione che cerco di vivere con serenità. E’ giusto stare attenti ma non è giusto uccidere la Regione, immeritatamente. Certo la zona rossa va chiusa, ma nelle aree con meno rischi credo possa bastare tenere sotto osservazione le persone a rischio a casa o in ospedale. Dobbiamo tornare alla normalità».

Torniamo a Ischia, cosa ha pensato dell’ordinanza dei sindaci di Ischia che per qualche ora, prima che venisse annullata dal Prefetto, impediva lo sbarco di Veneti e Lombardi sull’isola?

«Mi sono immedesimato, ho pensato, da amministratore locale, che i sindaci hanno agito per il bene di chi li ha mandati ad amministrarli. Li capisco. Non posso dire che hanno fatto bene o male. Al massimo ritengo che sia stata una decisione presa troppo in fretta. Forse andava gestita in maniera differente».

In che modo?

«Lo stato insulare di Ischia aiuta molto in questi casi. Grazie al fatto che è circondata dal mare si poteva pensare di mettere dei controlli ai traghetti ed aliscafi. Controllare chi arriva. Siamo in un periodo molto lontano dagli sbarchi massicci che si possono registrare in piena estate. Con un po’ di forze dell’ordine e dei medici si potevano fare dei presidi e controllare gli ingressi. Magari con l’aiuto della Regione o dei Comuni. In questo modo si sarebbe potuto fare anche pubblicità positiva».

Ci spieghi meglio

«Con i controlli si poteva evidenziare che l’isola è la più sicura d’Italia. “Venite da noi!” “Chi sta bene venga a riposare e rigenerarsi sull’isola dove si sta da Dio”. Mi sarei immaginato di leggere queste parole legate all’isola. Ma non voglio recriminare nulla ai sindaci, hanno fatto quello che dovevano. Mi è dispiaciuto però vedere quel video».

Ha avuto modo di parlare con qualche ischitano?

«Assolutamente sì e sono tutti prodigati in scuse per quanto avvenuto. Dobbiamo lavorare per raccontare al meglio le bellezze dell’isola. La festa di sant’Anna, ad esempio, non deve essere semplicemente la festa più bella del golfo di Napoli, ma d’Italia. Che dire poi del Castello Aragonese o di Sant’Angelo, impegniamoci per farle conoscere al meglio».

C’è chi ha accusato gli ischitani di essere stato xenofobi. Crede ci sia un rischio concreto di razzismo?

«I messaggi del genere non sono mancati. Ma è tempo di andare oltre. Qui a Milano, ad esempio, c’è l’Italia intera. Bisogna lavorare sull’identità nazionale. Mio padre ad esempio è emiliano».

Quali conseguenze porterà questa situazione sul turismo?

«Oggi la situazione non è buona, inutile negarlo. Ma abbiamo dato prova che siamo bravissimi. Ora dobbiamo fare quel miglio in più. Dimostriamo che siamo bravi, così che tra un mese, quando sono sicuro che il peggio sarà passato e i turisti torneranno a bizzeffe, saremo pronti ad accoglierli come sempre. Usiamo queste avversità per migliorarci».

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