LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Campano le istruzioni su come muoversi (prima dell’uso)? L’erba intanto cresce»

Un bugiardino di tutto rispetto. Cambierà il clima sull’isola d’Ischia e in conformità a questo – dato – la pianificazione degli interventi post calamità dovrà essere orientata con adeguamenti capaci di contenere rischi e vulnerabilità causati, quasi sicuramente, dalle “nuove” sfide ambientali. La BEI (Banca Europea per gli investimenti) ha presentato lo studio, la scorsa settimana, ai Giardini Ravino manifestando, come ha riportato Gaetano Ferrandino nella sua cronaca, che uno studio sui cambiamenti climatici per la prima volta è realizzato “con la finalità di guidare la pianificazione degli interventi per la ripresa e messa in sicurezza post calamità, favorendo un indirizzo di sostenibilità e resilienza”.

Nell’istruzione della BEI, da qui al 2050, sono contenute indicazioni su “precipitazioni”, “temperatura”, “vento e rischi idrogeologici”, “alluvioni e incendi boschivi”, addirittura “aumento del livello del mare”, per cui potremmo dire tra le altre cose “kaputt” al porto d’Ischia. Infine l’elaborato raccoglie indicazioni sullo stato delle strade isolane e pericoli, probabili, per gli edifici a causa di eventi franosi. In aggiunta, precetti per “porti e infrastrutture costiere”, “approvvigionamento idrico” – che pure tiene in considerazione un rischio elevato per la rete idrica a causa di eventi franosi – e, ancora, “fornitura di energia”, “agricoltura” e “raccomandazioni di progettazione per la ricostruzione”, completano il quadro di lontananza (in effetti, fino al 2050 c’è un poco di tempo).

Un bugiardino di tutto rispetto. Cambierà il clima sull’isola d’Ischia e in conformità a questo – dato – la pianificazione degli interventi post calamità dovrà essere orientata con adeguamenti capaci di contenere rischi e vulnerabilità causati, quasi sicuramente, dalle “nuove” sfide ambientali. La BEI (Banca Europea per gli investimenti) ha presentato lo studio, la scorsa settimana, ai Giardini Ravino manifestando, come ha riportato Gaetano Ferrandino nella sua cronaca, che uno studio sui cambiamenti climatici per la prima volta è realizzato “con la finalità di guidare la pianificazione degli interventi per la ripresa e messa in sicurezza post calamità, favorendo un indirizzo di sostenibilità e resilienza”

Nella speranza di non essere fraintesi perché il tema è più che delicato, bisognerebbe partire da una domanda che non è mai troppo lontana come il fatidico 2050: che cosa si sta facendo, adesso, sull’isola, per tentare di mettere oggi un tassello all’immagine delle soluzioni, sapendo – augurandoci di esserne consci – che il futuro dipende dal presente?

Il politico migliore, forse dovrebbe essere quello – o chi – che s’immagina le sfide sapendo, in qualche modo, che esiste un presente altalenante. Presupposto, a questo punto, di un futuro sdrucciolevole. Il politico, probabilmente migliore del primo, è invece quello che fa surf sull’onda dell’emergenza, giungere a riva per tuffarsi in acqua subito dopo alla ricerca dell’onda migliore (della prima). Per un attimo, insomma, abbiamo guardato al futuro – ci mancherebbe – ma chi in fin dei “conti” si sta dedicando all’oggi, ancora non è dato sapere o avere notizie certe. Pure in considerazione che – sarebbe ipocrita non farvi nuovamente riferimento fino alla noia – il “Patto per lo Sviluppo” è ancora fermo, al contrario se ripreso aprirebbe una (bella) porta su 150 milioni di euro, suddivisi tra fondi regionali e PNRR per ognuna delle stesse voci usate dall’elaborato stilato dalla BEI. Sia per pensare al presente e, come si dice, sia per programmare il futuro.

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Il politico migliore, forse dovrebbe essere quello – o chi – che s’immagina le sfide sapendo, in qualche modo, che esiste un presente altalenante. Presupposto, a questo punto, di un futuro sdrucciolevole. Il politico, probabilmente migliore del primo, è invece quello che fa surf sull’onda dell’emergenza, giungere a riva per tuffarsi in acqua subito dopo alla ricerca dell’onda migliore (della prima)

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Vero, dovrebbe decidere il Comune capofila – che è Forio – anche come valenza simbolica per manifestare che la politica è in grado di leggere il futuro e, in parte, ciò che c’è dentro. Non doti di preveggenza, naturalmente, ma buonsenso.

Dietro il capofila gli altri, dai quali però ci si aspetterebbe come minimo un sollecito, una PEC o un piccione viaggiatore. Specie ora che molte strutture – soprattutto ricettive e ristoranti – sono in vendita e l’economia fa acqua un po’ dappertutto su quasi l’intero territorio isolano. Segno che la batteria, ahi noi, è quasi scarica come quella della navetta elettrica di Lacco Ameno che, nei giorni scorsi, ha fatto un pit stop non voluto (e non programmato). È successo così, all’improvviso. Il problema non sarà stato certo ricaricare la navetta ma chiedere l’aiuto dei passanti per formare un piccolo esercito e spingerla ai bordi della strada per lasciar defluire il traffico.

Per un attimo, insomma, abbiamo guardato al futuro – ci mancherebbe – ma chi in fin dei “conti” si sta dedicando all’oggi, ancora non è dato sapere o avere notizie certe. Pure in considerazione che – sarebbe ipocrita non farvi nuovamente riferimento fino alla noia – il “Patto per lo Sviluppo” è ancora fermo, al contrario se ripreso aprirebbe una (bella) porta su 150 milioni di euro, suddivisi tra fondi regionali e PNRR per ognuna delle stesse voci usate dall’elaborato stilato dalla BEI

Con Ischia, magari, ci toccherà fare la stessa cosa visto che molti, non tutti, si sono accorti che è ferma un po’ ovunque. Doti di preveggenza? Crediamo di no, solo buonsenso.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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