LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Di opportunità (politiche) mancate e di comportamenti (politici) inopportuni»

Quando è che si guarda al passato trasformandolo perfino in un antro in cui rifugiarsi, quasi fosse un’evasione irresponsabile solo per tenersi lontani dalle brutture del presente? Solitamente quando non c’è alcuna visione o prospettiva sul futuro, oltre all’evidente rincorsa del tempo andato che diviene sedativo a dosi incontrollate, nell’incapacità di gestire l’attuale che in fondo è la base per immaginare e creare il futuro. Forse è questo uno dei motivi per cui Ischia è osannata dalla gran parte della sua gente attraverso le immagini celebrative del passato.

Quando è che si guarda al passato trasformandolo perfino in un antro in cui rifugiarsi, quasi fosse un’evasione irresponsabile solo per tenersi lontani dalle brutture del presente? Solitamente quando non c’è alcuna visione o prospettiva sul futuro, oltre all’evidente rincorsa del tempo andato che diviene sedativo a dosi incontrollate, nell’incapacità di gestire l’attuale che in fondo è la base per immaginare e creare il futuro. Forse è questo uno dei motivi per cui Ischia è osannata dalla gran parte della sua gente attraverso le immagini celebrative del passato. Di com’era quando ad animarla c’era l’ingenuità e lo spirito guida dell’accoglienza agli ospiti mentre il “commercio” ad ogni costo – o sotto costo – aveva un posto di secondo livello, per allontanarsi da com’è diventata: desertica nelle relazioni, affabulata pure dal circo di una politica che ha un’idea di sé presuntuosa e arrogante. Di come si gonfia il petto quando il volto delle sue bellezze spesso dimenticate scorre in programmi della tivù o in articoli sulla stampa nazionale

Di com’era quando ad animarla c’era l’ingenuità e lo spirito guida dell’accoglienza agli ospiti mentre il “commercio” ad ogni costo – o sotto costo – aveva un posto di secondo livello, per allontanarsi da com’è diventata: desertica nelle relazioni, affabulata pure dal circo di una politica che ha un’idea di sé presuntuosa e arrogante. Di come si gonfia il petto quando il volto delle sue bellezze spesso dimenticate scorre in programmi della tivù o in articoli sulla stampa nazionale.

La politica, quella amministrativa in particolar modo, sempre più distante dalle esigenze dei cittadini, un malessere che ha prodotto la pandemia dell’astensionismo ben prima del Covid, pare non interessarsi degli umori della popolazione, delle sue aspirazioni per trovare una stabilità nel lavoro che quando esiste è fuori dai canoni del Contratto Collettivo Nazionale, indifferente riguardo all’ambiente e apatica di fronte alle opportunità che si possono cogliere se solo abbandonasse la via del “sistema” per interessi personali. Una politica artefice del destino di tanti e del territorio, che se resta di questa matrice possiamo soltanto immaginare l’epilogo collettivo. Che pensa per la maggior parte soltanto alla propria sopravvivenza mentre la tristezza nelle persone tende a compensare lo sgomento causato dalla morte graduale di molte attività commerciali. Chi ha visto i negozi che sono in vendita o in affitto sul Corso di Ischia può immaginare che cosa intendo dire. Una politica economica inesistente che procede rapida sulla via del non ritorno, allontanandosi dai vantaggi che si possono cogliere. Più turbata dall’ordinario che non impegnata alla costruzione dello straordinario, più preoccupata a nutrire sé stessa e il suo contingente “sistemico” che non occupata a dare propulsione all’economia e al tessuto sociale diminuendo il carico fiscale anche attraverso l’esecuzione del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia. Una politica che aspetta, non si sa che cosa, forse il nulla osta dai referenti in Regione, che frattanto fomenta propri conclavi.

La politica, quella amministrativa in particolar modo, sempre più distante dalle esigenze dei cittadini, un malessere che ha prodotto la pandemia dell’astensionismo ben prima del Covid, pare non interessarsi degli umori della popolazione, delle sue aspirazioni per trovare una stabilità nel lavoro che quando esiste è fuori dai canoni del Contratto Collettivo Nazionale, indifferente riguardo all’ambiente e apatica di fronte alle opportunità che si possono cogliere se solo abbandonasse la via del “sistema” per interessi personali. Una politica artefice del destino di tanti e del territorio, che se resta di questa matrice possiamo soltanto immaginare l’epilogo collettivo

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Nei quali s’impegna a premiare sostenitori, parenti e mogli di sindaci escludendo, di fatto, tutti quelli che non fanno parte delle cerchie circoscritte. Se si presta attenzione al modo in cui navigano i sei comuni, ci troviamo davanti all’ordinarietà di comportamenti inopportuni – politicamente intesi – che s’incidono come cicatrici sulle braccia degli uomini. A fotografarlo, quest’istante aridamente lisergico, si nota la sconvenienza manifestarsi in vari ambiti, specie quelli amministrativi: ben oltre la correttezza normativa in cui tali condotte hanno preso vita che qui non si discutono.

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La segnalazione deducibile dal fatto secondo cui quattro mogli, di sindaci e vice, su sei, “circoleranno” in uffici pubblici grazie a graduatorie stilate dopo i concorsi celebrati negli anni precedenti e agli scorrimenti negli elenchi concessi dalla Legge, entra a pieno titolo nella questione poiché si parla di Pubblica Amministrazione. Attualmente la lista propone due a Ischia, una a Forio, un’altra negli uffici nevralgici del Tribunale di Ischia mentre nei giorni scorsi ci sono state altre assunzioni di rilievo. Bisogna ripetere soprattutto per gli analfabeti funzionali, quelli cioè che quando leggono un testo si trovano di fronte alla sua difficile comprensione o lo interpretano negativamente, che qui non si dibatte del diritto di partecipare a un concorso pubblico o della sua correttezza e neppure dell’eventuale valutazione dei partecipanti. Ciò che è preso in esame, invece, è l’inopportunità politica, che si desume dall’aver “risucchiato” nel vortice di alcune piante organiche nei Comuni, parenti di amministratoti che ricoprono un ruolo pubblico, benché si tratti di governi diversi ma ai quali va riconosciuta una responsabilità fino a quando saranno in carica. Non solo del territorio che amministrano ma dell’isola intera, seppur nelle sue singole porzioni. Si potrebbe discutere perciò del potenziale conflitto d’interessi che non esisterebbe se nel nostro Paese ci fosse una Legge ad hoc a risolverlo. Si potrebbe dibattere di quanto, al contrario, sia presente su un territorio geograficamente unito ma amministrativamente frantumato che però quando si tratta di scorrimenti in graduatoria e interessi formalmente opposti presenta i tratti del “Comune Unico”.

Bisogna ripetere soprattutto per gli analfabeti funzionali, quelli cioè che quando leggono un testo si trovano di fronte alla sua difficile comprensione o lo interpretano negativamente, che qui non si dibatte del diritto di partecipare a un concorso pubblico o della sua correttezza e neppure dell’eventuale valutazione dei partecipanti. Ciò che è preso in esame, invece, è l’inopportunità politica, che si desume dall’aver “risucchiato” nel vortice di alcune piante organiche nei Comuni, parenti di amministratoti che ricoprono un ruolo pubblico, benché si tratti di governi diversi ma ai quali va riconosciuta una responsabilità fino a quando saranno in carica. Non solo del territorio che amministrano ma dell’isola intera, seppur nelle sue singole porzioni

Si potrebbe parlare allora dei modi per risolverlo, secondo opportunità. Per esempio con le dimissioni dall’incarico amministrativo di chi ne ricopre uno, giacché eletto, nel caso fosse stato assorbito nel quadro organico di altri Comuni. Oppure pensare al loro invio in sedi diverse da quelle isolane, pure in caso di stretta parentela con un amministratore fintantoché resterà in carica in un qualunque dei sei Comuni, come per la moglie del sindaco di Barano e del vice sindaco di Serrara Fontana. Ma, lo so, probabilmente l’essenziale continuerà a essere altro. Per esempio arrivare indenni e con fiducia alla prossima estate, quando parlare di opportunità – e del suo opposto – non sarà altro che un ricordo in cui gli sciocchi potranno rifugiarsi per evadere responsabilmente dall’indifferenza dei presenti e proteggere, si spera, anche solo un poco il buon senso.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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