LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Ischia e il futuro del Medio Evo» 

Adesso che la fase di emergenza a causa del Covid è prossima alla conclusione, entriamo nella fase d’urgenza. Quella che nella sua miopia, per intenderci, programma a giugno ciò che arriverà tra luglio e agosto. Quando ci riesce. Se la discontinuità amministrativa, il frazionamento in lotti comunali è la causa originaria di azioni frammentate ad aggiungere il carico da cento è il progetto, apprezzabile sotto alcuni punti di vista, presentato da Giacomo Pascale riguardo alle vie della cultura cui si sono aggiunte Forio, Procida e Bacoli.

Come ha rilevato Franco Borgogna, non ci si spiega l’assenza, almeno fino a questo momento degli altri comuni isolani e di Pozzuoli per aumentare e amplificare le possibilità di una ripresa in termini turistici. Un isolazionismo incomprensibile di alcuni, più che presunto, e per riflesso l’esclusione degli altri che possiamo immaginare incanalarsi in una soluzione parziale per un territorio che per l’ennesima volta mostra le proprie limitazioni strutturali e di visione. Escludere gli altri capitali culturali dell’isola, potrebbe apparire come un colpo di coda di qualche sindaco per scartare ogni ipotesi di collaborazione allo scopo di primeggiare sugli altri, elevarsi cioè al rango di compagine teatrale in grado di organizzare spettacoli – pure in termini progettuali positivi – a scapito dell’inefficienza o dell’inadeguatezza, mostrata o presunta, da parte dei restanti attori istituzionali.

Come ha rilevato Franco Borgogna, non ci si spiega l’assenza, almeno fino a questo momento degli altri comuni isolani e di Pozzuoli per aumentare e amplificare le possibilità di una ripresa in termini turistici. Un isolazionismo incomprensibile di alcuni, più che presunto, e per riflesso l’esclusione degli altri che possiamo immaginare incanalarsi in una soluzione parziale per un territorio che per l’ennesima volta mostra le proprie limitazioni strutturali e di visione. Escludere gli altri capitali culturali dell’isola, potrebbe apparire come un colpo di coda di qualche sindaco per scartare ogni ipotesi di collaborazione allo scopo di primeggiare sugli altri, elevarsi cioè al rango di compagine teatrale in grado di organizzare spettacoli – pure in termini progettuali positivi – a scapito dell’inefficienza o dell’inadeguatezza, mostrata o presunta, da parte dei restanti attori istituzionali 

Con il rischio che quello che rischierebbe di funzionare al contrario potrebbe mostrarsi come un’attività di propaganda da presentare a riscossione presto, durante un’eventuale competizione elettorale. Tuttavia, se proprio alcuni sindaci mancano in questo piano di preteso “avvio” culturale, l’osservazione ci mostra il reale volto dell’isola. Arrivare in ritardo ed essere incapaci di fare sintesi, è un mantra che conosciamo bene. L’ha confermato pure il sen. Domenico De Siano, in una recente intervista.

Al quale, però, si potrebbe muovere la medesima critica, se ci si ferma a riflettere sui ruoli che nel tempo ha occupato tanto a livello regionale e provinciale che comunale, lasciando poche tracce del suo passaggio negli anni trascorsi, specie sulla direzione di un riepilogo e un richiamo all’unione collettiva. E secondo alcuni quello che occupa adesso in Senato, potrebbe non essere escluso dal discorso sebbene il livello sia nazionale e non quello locale. Tuttavia, il punto non è il “chi” fa le cose, forse lo è il “quando” ma su tutti è il “come” a primeggiare. E qui la critica torna a Lacco Ameno come a Forio e a quei comuni che sembra non abbiano ricevuto l’invito a partecipare (alla costruzione delle “vie della cultura”). La mancanza, però, a pensarci, poteva essere compensata da una richiesta di adesione ex post. Il che per forza di cose richiama l’assenza di voglia a opporsi alla tesi isolazionista, di cui la politica locale mediante i suoi rappresentanti di ogni ordine e grado è produttrice, promuovendo spesso grotteschi quanto innocui soliloqui di maggioranze e opposizioni buone per riempire il vuoto nelle strade di una vera coesione.

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E qui la critica torna a Lacco Ameno come a Forio e a quei comuni che sembra non abbiano ricevuto l’invito a partecipare (alla costruzione delle “vie della cultura”). La mancanza, però, a pensarci, poteva essere compensata da una richiesta di adesione ex post. Il che per forza di cose richiama l’assenza di voglia a opporsi alla tesi isolazionista, di cui la politica locale mediante i suoi rappresentanti di ogni ordine e grado è produttrice, promuovendo spesso grotteschi quanto innocui soliloqui di maggioranze e opposizioni buone per riempire il vuoto nelle strade di una vera coesione 

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In questa situazione non smettono di mostrarsi neppure i comportamenti inconcludenti delle minoranze nei consigli comunali che fanno da specchio alle relative maggioranze. Non mancano gli argomenti a chi gestisce le fila di quei consiglieri ma è indiscutibile che molti di quei temi su cui andrebbe costruito un ragionamento “comune” tra le opposizioni, a parte qualche rara eccezione, spesso si presentino sfilacciati dalle sorti collettive. Prendiamo ad esempio l’economia che è in stagnazione, o il commercio che non decolla (e qui ci sarebbe da rivedere le politiche spesso inadeguate di alcuni imprenditori rispetto alla presenza, a volte ingombrante, dei grossi colossi che vendono on line). Se le maggioranze fanno poco o niente per dibattere delle soluzioni da adottare ed escogitare vie di fuga con azioni a sostegno i circa 70 mila abitanti, allo stesso modo sui temi di ordine collettivo le minoranze sono completamente inesistenti, proponendo un’opposizione limitata all’ambito della propria giurisdizione. Senza cioè tener conto della peculiarità delle varie sponde ischitane e degli effetti che ogni singolo comune può determinare sugli altri. Tanto nelle maggioranze come nelle minoranze, sono assenti propulsioni e consapevolezza verso ragionamenti che hanno al centro il turismo, il commercio, l’economia, la possibilità di uniformare i regolamenti per le strisce blu e di unificare i servizi tramite gli strumenti del Testo Unico degli Enti Locali; neppure si intravede la necessità di una strategia da condividere, generando effetti (per lo più invisibili ma reali) che ci toccano da vicino e tutt’altro che marginali. Se tutto ciò rappresenta la parte visibile del Medio evo dell’isola, allora c’è bisogno di una linea di discontinuità per avviare la fase di rilancio.

Tanto nelle maggioranze come nelle minoranze, sono assenti propulsioni e consapevolezza verso ragionamenti che hanno al centro il turismo, il commercio, l’economia, la possibilità di uniformare i regolamenti per le strisce blu e di unificare i servizi tramite gli strumenti del Testo Unico degli Enti Locali; neppure si intravede la necessità di una strategia da condividere, generando effetti (per lo più invisibili ma reali) che ci toccano da vicino e tutt’altro che marginali 

Se manca uno scatto della “classe politica” (maggioranze e opposizioni, senza soluzione di continuità), rispetto all’estesa urgenza delle incognite che sono in agenda, malgrado ci sia chi è abituato a fare spallucce di fronte al fatto che queste discussioni riguardano tutti i comuni e non uno solo, allora venir fuori dal pozzo dell’inconcludenza assumerà le fattezze di possibilità remota, irraggiungibile. In tempi di Recovery Plan che sarà finanziato dalle risorse del Recovery Plan e di discussione aperta sul Patto Strategico per lo Sviluppo e la Coesione dell’isola elaborato da Mimmo Barra col quale sarà possibile intercettare fondi rilevanti della Regione Campania, entrambi mossi dall’esigenza di presentare una progettazione “comune” (per ricevere più soldi e non sparpagliarli in giro), date le mancanze che non colpiscono soltanto la politica, come faremo a comporre un nuovo scenario senza i tasselli che avremmo dovuto costituire negli anni? È evidente come tutto questo è un avvertimento per chi occupa i consigli comunali. Su cui incombe la capacità di cercare soluzioni non limitate al proprio “suolo”. Oltre a pensare di “riavviare” la stagione turistica, in favore di commercianti e lavoratori stagionali, ciò che occorre è una (nuova) classe politica, snella e veloce, in grado di guardare a risorse e intercettarle per realizzare un piccolo “miracolo economico”. Diversamente, volete sapere quale futuro ci aspetta? Niente paura, basta guardare dove siamo e quanto poco facciamo per raggiungere un peso specifico diverso, in ogni campo.  

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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