LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Solo un calendario degli eventi culturali può salvarci»

Premessa 1. Che l’isola viva in costante fermento culturale, lo vediamo chiaramente. E da molto. Per esempio il Festival della Filosofia di Raffaele Mirelli che organizza con l’associazione “InSophia”, in programma in questo mese di settembre, dal 22 al 29, è forse una delle rappresentazioni a noi più vicine in ordine di tempo. Oltre al patrocinio della Regione Campania, si è aggiunto qualche giorno fa quello del Parlamento Europeo. David Sassoli, che ne è il Presidente, nella lettera di riconoscimento, ha detto: “Opportuno che questa disciplina sia presentata ai più giovani, per aiutarli a maturare una propria autonomia di pensiero”, segno che la manifestazione sta raggiungendo con sforzo, individuale e di chi vi partecipa per renderlo possibile, il posto autorevole che le spetta.

Senza contributi e senza sostegno economico ma solo con la passione, è un dato che va rilevato. Va da se che invece di lasciare all’impegno personale la maggior parte dello spazio, la collettività, e dunque le amministrazioni, dovrebbero cominciare a sostenerlo pure economicamente. Per la collettività, per favorirne la crescita, come per lo sviluppo dell’isola. Appunto. Non credo di ricordare tutte le attività culturali, cosa della quale mi dispiace. Tuttavia alla lunga lista si aggiunge l’Ischia Film Festival di Michelangelo Messina, dedicato alle location del cinema, come le singole iniziative che, sebbene di piccolo calibro, gettano continuamente pietre nello stagno dell’immobilismo isolano. Penso all’impegno continuo di Salvatore Ronga a favore dei ragazzi e delle scuole e non solo; o al contributo artistico di Pietro “Cenzino” Di Meglio, Enzo Boffelli, Leonardo Bilardi, Milena Cassano, Edoardo Cocciardo e le varie compagnie teatrali che insistono nel proprio lavoro spesso lontane dai riflettori. Potrebbero aggiungersi all’elenco gli eventi organizzati dalle Pro Loco, “Andar per sentieri” e “Andar Per Cantine” che vivono del contributo umano delle associazioni, sono tra questi.

O si potrebbe dire degli sforzi della Biblioteca Antoniana e del Circolo Sadoul e, ancora, quelli musicali diretti da Giuseppe Iacono e Lisa Divina a Sant’Angelo. Perché non si può negare che la musica sia parte integrante della cultura. A ciò vanno sommate le iniziative di Luciano Castaldi con l’associazione “Galadriel”. Per quanto e nei modi in cui è possibile, a volte anche contestabili, sta cercando di rianimare l’attenzione oscurata spesso dall’indifferenza, tanto verso i temi internazionali come per quelli locali, cui gran parte degli abitanti isolani soggiace. Premessa 2. Questi momenti appaiono appelli che rischiano di cadere nel vuoto ma al tempo stesso foglie, rami, appartenenti all’albero della cultura vivo e pulsante. Non dicono che cosa sia la cultura. Ce la mostrano. In perfetta armonia con l’ecosistema isolano, sebbene continui a prevalere la separazione come l’assenza di sinergia tra i promotori. In più questi devono fare i conti con il mondo selvaggio e primitivo di Ischia, rappresentato da chi scuote la testa o da chi cerca a tutti i costi di accusare il singolo appuntamento come radical chic, intriso di snobismo o complotti di casta, o perfino inutili per lo sviluppo. Eventi cui va attribuita la probabile colpa dell’allontanamento delle persone dalla propria sedentarietà divisa in “tane mentali e pregiudizi”, morbide e accoglienti. Questa è una paura inconscia che scorre sulle labbra e forse nelle penne di chi propone la futilità di certi incontri che a sua volta deriva da una lettura, poco attenta, oltre che superficiale, della realtà. Si direbbe che il pregiudizio amplifica una certa decadenza morale e rende miopi. Guai perciò a spingerle fuori dalle caverne. Invece l’unica colpa che si può riconoscere ai vari promotori, in certi casi, è la voglia di giocare da soli. Mancando un calendario, una programmazione annuale, favorita dall’inerzia e dalla assenza di dialogo tra amministrazioni, gli eventi appaiono “solisti”, vanitosi, incapaci di fare squadra tra loro e, per conseguenza, sono valutati mezzi per nutrire l’ego di chi li prepara.

Al contrario le azioni, le manifestazioni, sono un manifesto. Rappresentano la voglia di riconnetterci al mare della cultura, alla riflessione, alla voglia di ristabilire il contatto tra persone e alle radici di cui si percepisce la mancanza, alla voglia di tornare a pensare di nuovo e al confronto. Mentre il mondo moderno ci sommerge con la fantasia che passa per la tecnologia, transita per i vari social, utili se si conosce come usarli, o per le fotografie al cibo invece che gustarcelo in maniera in santa pace, percepiamo il bisogno di condivisione che vuole produrre effetti, per esempio coinvolgere attivamente le scuole, i ragazzi, la gente. Un calendario comune degli eventi, condiviso, è uno dei modi. Ne abbiamo bisogno. Per parlarsi, confrontarsi. Potrebbe iniziare un percorso per rendere il tessuto isolano non più pigro ma energico.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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