CULTURA & SOCIETA'

Festeggiata Santa Barbara, patrona della nostra Marina Militare, vigili del fuoco e marinai d’Italia. La preghiera popolare: “Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta”

CHIESA SANTUARIO DELLO SPIRITO SANTO A ISCHIA PONTE - Il Parroco Canonico Don Carlo Candido ha benedetto e salutato la speciale assemblea rimarcando il concetto secondo cui i santi operano per mano di Dio e infondono la speranza di una pace imperitura fra i popoli. Il Parroco Don Carlo ai saluti ha aggiunto i ringraziamenti per il forte e continuo impegno delle forze dell’ordine in mare e sul territorio per la sicurezza dell’intera comunità isolana

La ricorrenza di Santa Barbara ha raccolto il 3 dicembre nella Chiesa Parrocchiale e Santuario dello Spirito Santo a Ischia Ponte I sindaci dell’isola,l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia Sezione di Ischia Presidente Giorgio Brandi, Capitaneria di Porto Tenente di Vascello Antonio Cipresso e marinai, Rappresentante Palazzo Reale di Porto d’Ischia Tenente Colonnello Giuseppe Pontillo, Capo reparto Vigili del Fuoco della Caserma di via Michele MazzellaA Ischia Ettore Occupato, il Comandante dell’Arma dei Carabinieri di Ischia e Procida Capitano Angelo Pio Mitrione, Comamdante Stazione Carabinieri di Ischia Luogotenente Michele Cimmino, Guardia di Finanza Capitano Antonio Giglio, Vice Presidente Nazionale Sud U,N.S.I. Vito Impagliazzo in rappresentanza dei soci UNSI sezione di ischia.

IL CAPO REPARTO DEI VIGILI DEL FUOCO DI ISCHIA ETTORE OCCUPATO
IL CAPO REPARTO DEI VIGILI DEL FUOCO DI ISCHIA ETTORE OCCUPATO

Rosa Iacono responsabile della Croce Rosa e di Ischia Soccorso, rapresentanti vigili urbani di Ischie e il comandante dei vigili urbani di Lacco Ameno, infine un gruppo di fedeli abituali della chiesa dello Spirito Santo per lo più incuriositi dalla presenza di tanti uomini in divisa ad una solenne funzione religiosa nel Tempio di San Giovan Giiuseppe della Croce. E’ stato spiegato loro che si trattava della festa di Santa Barbara la patrona della Marina Militare Italiana, dei Vigili del Fuoco e di tutti gli organismi che hanno a che fare col fuoco e con le esplosioni. Il Parroco Canonico Don Carlo Candido ha benedetto e salutato la speciale assemblea rimarcando il concetto secondo cui i santi operano per mano di Dio e infondono la speranza di una pace imperitura fra i popoli. Il Parroco Don Carlo ai saluti ha aggiunto i ringraziamenti per il forte e continuo impegno delle forze dell’ordine in mare e sul territorio per la sicurezza dell’intera comunità isolana.. La storia e la leggenda legate alla vita di Santa Barbara sono tipiche di quei personaggi che per non cedere ai propri persecutori hanno preferito l’estremo sacrificio della propria esistenza. La vicenda di Santa Barbara e del suo genitore suo carnefice non è da meno di chi dovette subire tragiche sorti di simili crudeltà umane. Santa Barbara, o meglio Barbara nacque nel 273 d.C. in Asia Minore, in quella che è l’attuale İzmit, porto della Turchia, a quei tempi Nicomedia, per poi trasferirsi a Scandriglia, in provincia di Rieti. Nel culto popolare è uso rivolgersi a Santa Barbara recitando la seguente preghiera: “Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta“. La leggenda vuole che suo padre Dioscoro, di religione pagana, l’avesse rinchiusa in una torre per proteggerla dai suoi pretendenti. Inoltre, per evitare che utilizzasse le terme pubbliche, egli gliene fece costruire di private.

IL COMANDANTE DELLA CAPITANERIA DI PORTO TENETE DI VASCELLO ANTONIO CIPRESSO
IL COMANDANTE DELLA CAPITANERIA DI PORTO TENETE DI VASCELLO ANTONIO CIPRESSO

Barbara, vedendo che nel progetto vi erano solamente due finestre, ordinò ai costruttori di aggiungerne una terza, con l’intenzione di richiamare il concetto di Trinità. Quando il padre vide la modifica alla costruzione, intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana. La madre di Barbara aveva già abbracciato segretamente la religione cristiana, finendo col rivelare il suo segreto alla figlia. Questa, dopo aver sentito alcune delle preghiere, percepì Gesù all’interno del suo cuore, diventando così cristiana e coinvolgendo nella sua nuova passione anche la sua amica Giuliana, che convinse a convertirsi e a pregare insieme a lei. Il padre decise allora di denunciare sua figlia al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione, la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio dal genitore, dopo due giorni di feroci torture. Queste iniziarono con una flagellazione con verghe, che secondo la leggenda si tramutarono in piume di pavone (e per questo motivo spesso nella sua iconografia la santa è raffigurata tenendo in mano delle lunghe piume), quindi venne torturata col fuoco, ebbe le mammelle tagliate e fu quindi decapitata. Era il 4 dicembre dell’anno 306. Secondo la leggenda, Dioscoro procedette all’esecuzione, ma subito dopo venne ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto. Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa (allusione a quella del padre, secondo la leggenda); in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel loro lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori; oggi è venerata anche come protettrice dei vigili del fuoco. Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è denominato “Santa Barbara”.

IL PARROCO CANONICO DON CARLO CANDIDO
IL PARROCO CANONICO DON CARLO CANDIDO

Ciò è quanto dire ! La festa di Santa Barbara è celebrata il 4 dicembre. Il vecchio e popolare detto della cabala, la paura fa 90, usato in special modo quando si gioca a tombola, attualissima in questi giorni prenatalizi, tocca l’interesse di chi nei momenti difficili per sfuggire ad un incendio o ad una esplosione, si affida con tutte le speranze che ha nel cuore, alla cristianissima Santa Barbara. Lo si faceva sopratutto in guerra, sulle navi della Marina Militare e a terra nei pressi di polveriere e roba simile. A Santa Barbara si demandava il compito della salvezza. Si narra che Barbara di Nicomedia in Bitinia fu rinchiusa in una torre e poi condotta al martirio per la sua indomata fede cristiana osteggiata dal padre pagano Dioscoro, che “al quattro del mese di dicembre, regnante Massimiano imperatore, ed essendo preside Marziano…” (circa nel 288 d.C.), fu incenerito da una fulmine celeste, simbolo della morte immediata senza la possibilità di redimersi. Ella fu prescelta perché rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo senza possibilità di evitarlo, e fu eletta a patrona “di coloro che si trovano in pericolo di morte improvvisa”. Infatti, la martire, nell’imminenza del supremo sacrificio, pregò Gesù: “… tu che tendesti i cieli e fondasti la terra e rinchiudesti gli abissi, il quale comandasti ai nuvoli che piovessero sovra i buoni e sovra i rei, andasti sopra il mare e riprendesti il tempestoso vento, al quale tutte le cose obbediscono, esaudisci per la tua misericordia infinita la orazione della tua ancilla… Pregoti Signore mio Gesù, se alcuna persona a tua laude farà memoria di me e del mio martirio,… mandali grazia per tua misericordia”. La compenetrazione leggenda/momenti di vita mistica spiega le ragioni per cui subito dopo l’invenzione della polvere da sparo ciascun magazzino di munizioni, in particolare sulle navi da guerra, per devozione alla vergine di Nicomedia, da sempre ha attaccato sulle pareti un’immagine della santa “perché siano preservati dal fuoco e dai fulmini celesti i depositi delle polveri che si chiamano appunto” Santebarbare”. A seguito del Breve Pontificio di Pio XII del 4-12-1951 di proclamazione solenne a Celeste Patrona, ogni 4 dicembre gli uomini della Marina Militare e quanti operano per essa, nel ritrovarsi con le comuni origini e valori, festeggiano solennemente e degnamente la loro Santa Patrona

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