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Notte prima degli esami, il racconto degli ischitani 

Domani comincia l’esame di Stato 2021, il secondo in era pandemia da Covid. C’è chi ha conservato un brutto ricordo e chi ha una ‘piacevole nostalgia’. Gli aneddoti e le curiosità degli esami di alcuni personaggi dell’isola 

Dad, tamponi, lockdown, aperture, chiusure e vaccini: dopo un anno scolastico difficile, per quasi 490 mila studenti è arrivato il momento dell’esame di Stato. Domani si comincia.  Per le studentesse e gli studenti italiani è stato un altro anno complicato, ma questo esame di maturità – sebbene diverso dal solito – rientra tra le cose che hanno il sapore di un ritorno alla normalità. Per le ragazze e i ragazzi è una prova, con le immancabili ansie e paure. 

Ieri si sono riuniti in riunione plenaria le oltre 13mila commissioni sparse da un angolo all’altro del Paese che, tra le altre cose, hanno estratto la lettera dell’esame e stabilire il calendario degli orali. Come lo scorso anno, infatti, non ci saranno prove scritte a causa dell’emergenza sanitaria, ma solo un maxi colloquio orale, dalla durata di circa un’ora, che i ragazzi dovranno sostenere a partire da un elaborato scritto, che hanno presentato a fine maggio. Nella riunione plenaria il presidente, sentiti i componenti ciascuna sottocommissione, così come si legge nell’ordinanza ministeriale, fissa i tempi e le modalità di effettuazione delle riunioni preliminari delle singole sottocommissioni; individua e definisce gli aspetti organizzativi delle attività delle sottocommissioni determinando la data di inizio dei colloqui per ciascuna sottocommissione e, in base a sorteggio, l’ordine di precedenza tra le due sottocommissioni e, all’interno di ciascuna di esse, quello di precedenza tra candidati esterni e interni, nonché quello di convocazione dei candidati medesimi secondo la lettera alfabetica. Si ricordi che quest’anno le commissioni saranno 13.349, per un totale di 26.547 classi coinvolte. 

Dal 1984 il connubio tra esami di Maturità e musica è diventato praticamente inscindibile. In quell’anno, infatti, usciva la celeberrima canzone “Notte Prima degli Esami” di Antonello Venditti, che ha accompagnato generazioni di maturandi fino a quella attuale. Lo confermano i mille studenti intercettati da Skuola.net proprio nelle ore in cui si stanno preparando all’esame per antonomasia. C’è chi usa la musica principalmente per rilassarsi (44%) anche se non mancano quelli che la usano per concentrarsi durante lo studio (18%) oppure per darsi la carica (25%) e, addirittura, per sfogare la rabbia (9%). E visto che la musica permette come poche altre cose di isolarsi dal mondo, nella maggior parte dei casi si ascolta in cuffia. Quasi rigorosamente in streaming: per l’88% non c’è alternativa ai vari Spotify, YouTube e compagnia. Al di là della musica queste sono le ultime ore per studiare, ripetere e farsi trovare pronti. 

«Pessimo ricordo della mia maturità. Oggi è un’altra storia» il racconto del dirigente dell’I.T. “Mattei” Gianpietro Calise 

«Non ho un buon ricordo del mio esame di maturità. All’epoca c’era un solo commissario interno e gli altri tutti esterni che erano molto critici e distaccati. Ritenevano che al Liceo di Ischia non ci fossero ragazzi abbastanza preparati. Nessuno prese il massimo, ci fu un solo 60 in tutto il liceo malgrado le prove scritte fossero andate abbastanza bene». Così comincia il racconto di Gianpietro Calise dirigente scolastico dell’I.T. Mattei ed oggi impegnato come presidente di commissione al Liceo ‘Don Milani’ a Gragnano. «Sono molto più contento degli esami che sto facendo da dirigente. Oggi non è più lasciato tutto alla discrezione dei componenti della commissione in quanto si tiene conto del percorso dei ragazzi degli ultimi tre anni». Ma non solo. «E poi la presenza dei commissari interni garantisce correttezza nello svolgimento ed anche di far stare più ‘rilassati’ i ragazzi che non si trovano a dover conferire davanti ad una commissione di ‘estranei’», spiega ancora Calise. Ma non dimentichiamo che questo, come lo scorso, è stato un anno particolare segnato dalla pandemia da Coronavirus che ha portato a lunghi mesi di didattica a distanza. «Sono contento di fare un’esperienza diversa e nuova rispetto al mio esame», incalza Calise che continua: «Più che la notte prima degli esami, ricordo le notte successive agli esami come un brutto ricordo». E conclude: «Mi fa piacere fare ancora parte del mondo della scuola per non far rivivere a nessuno il mio stesso incubo». 

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