CRONACA

Draghi salva Napoli e non affossa Ischia: niente tassa di imbarco per rimpinguare le casse del Comune partenopeo

L’emendamento presentato dal Governo stanzia fondi per le Città Metorpolitane in dissesto. A Napoli 1,3 miliardi fino al 2042

Pericolo scampato. Nel decreto ‘Salva Napoli’ non c’è più traccia della tassa di un euro a passeggero come diritti di imbarco sui traghetti e gli aliscafi del Porto di Napoli, ad eccezione dei pendolari che devono raggiungere le isole per lavoro. La proposta, depositata in Senato lo scorso 30 novembre, aveva registrato malumore da parte degli isolani. Per salvare i conti del Comune, il pacchetto di misure prevedeva tra le altre cose il commissariamento del debito del Comune di Napoli e delle sue società partecipate, con la nomina di un commissario straordinario e la separazione del debito storico dalla gestione ordinaria. Quest’ultima resterà in mano al sindaco e alla sua giunta e al consiglio comunale. Le nuove tasse sono previste nel comma 16, che istituisce anche un fondo apposito presso il Mef a partire dal 2023 “per il concorso al sostegno degli oneri derivanti dal piano per l’estinzione del debito pregresso del Comune di Napoli”. La restante quota delle somme occorrenti a fare fronte agli oneri derivanti dall’attuazione del piano è reperita, invece, mediante le nuove imposte fino a un tetto massimo che dovrà essere corrisposto annualmente allo Stato: di un’addizionale commissariale sui diritti di imbarco dei passeggeri sugli aeromobili in partenza dall’aeroporto internazionale di Napoli fino ad un massimo di 1 euro per passeggero; di un incremento dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche fino al limite massimo dello 0,4%, anche in deroga al limite massimo dello 0,8% della predetta addizionale; di un’addizionale commissariale sui diritti di imbarco sui natanti adibiti a servizi pubblici del porto di Napoli fino ad un massimo di 1 euro per passeggero, fatti salvi coloro che dimostrino di utilizzare tali servizi per comprovate necessità di lavoro continuativo e non occasionali (ancorché se frazionate in più viaggi) da svolgere nel Comune di destinazione).

La proposta, però, è tramontata a favore dello stanziamento, da parte del Governo, di un miliardo di euro (970 milioni per la precisione) per le Città Metropolitane a rischio dissesto in tre anni, tra il 2022 e il 2025, e altri 1,6 miliardi in 16 anni, dal 2026 fino al 2042. A Napoli complessivamente dovrebbero arrivare circa 1,3 miliardi (per l’anno prossimo, sui 150 milioni totali previsti dovrebbero arrivare circa 85 milioni). Il piano di salvataggio del Comune di Napoli, contenuto nell’emendamento del Governo Draghi alla legge Finanziaria che sarà approvata nei prossimi giorni prevede, all’articolo 173 bis, dal titolo “Ripiano disavanzo comuni sede di capoluogo di Città Metropolitana”, lo stanziamento di Fondi per salvare le casse in rosso di numerosi Comuni. La norma comporta un onere, in termini di saldo netto da finanziare, di indebitamento netto e fabbisogno, di euro 150 milioni per il 2022, di euro 290 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024, di euro 240 milioni per il 2025, e di euro 100 milioni l’anno a decorrere dal 2026 e fino al 2042, in misura corrispondente al contributo annuale che viene previsto in favore dei comuni sede di Città Metropolitana che presentano un disavanzo procapite superiore a euro 700, risultante dai rendiconti 2020 inviato alla Bdap (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) entro il 30 novembre 2021, anche su dati di preconsuntivo, e ridotto dei contributi assegnati ai sensi dell’articolo 53 del decreto-legge 14 agosto 2020, numero 104, convertito con modificazioni dalla legge 13 ottobre 2020, numero 126, del comma 775 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, numero 178, dell’articolo 52 del decreto legge 5 maggio 2021, numero 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, numero 106, dell’articolo 38, comma 1 septies, del decreto legge 34 del 30 aprile 2019, convertito con modificazioni dalla legge 28 giugno 2019, numero 58, dell’articolo 16 commi 8bus e 8 quinquies del decreto legge 21 ottobre 2021 numero 146 e dell’articolo 173 della presente legge. Ischia, quindi, così come le altre isole del Golfo, sono salve.

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