LE OPINIONI

IL COMMENTO Assistenti civici e ignoranza delle realtà comunali

E’ paradossale: la sinistra politica, che è al governo nelle componenti del PD e di LEU, ha ritenuto, in questo flagello pandemico ,di preservare la salute innanzi tutto. La destra, nelle componenti di Lega, FDL e Forza Italia ha invece puntato tutto sulla libertà individuale e d’impresa oltre che sull’alzo- tiro delle richieste economiche di finanziamenti a fondo perduto. Ora, che l’opposizione strumentalizzi le aspettative di centinaia di categorie di lavoro, danneggiate dalla pandemia e – in alcuni casi – non sufficientemente né prontamente ristorate dei danni subiti, ci sta. Ma che forze che hanno sempre invocato il braccio forte della legge o addirittura l’autodifesa dei cittadini come le cosiddette “ronde”, divengano all’improvviso paladini delle libertà individuali, costituisce un vero e proprio tentativo di ribaltamento dei valori. Succede dunque che il ministro Boccia, di concerto con l’Anci e quindi con la rappresentanza dei Sindaci, annunci la volontà di impiegare 60.000 volontari (non retribuiti), reclutati a mezzo bando della Protezione Civile, per una “moral suasion”, tramite contatto umano diretto e non con ripetitivi e noiosi messaggi televisivi, per convincere i cittadini ad applicare una giusta prudenza e buon senso per distanziarsi ed evitare assembramenti, nelle zone più a rischio (aree di ristoro collettivo, spiagge libere, parchi pubblici ecc.). Apriti cielo, la destra si scatena e definisce “spioni” questi assistenti civici, “surrogati della polizia”, “inesperti allo sbaraglio” e chi più ne ha più ne metta. Naturalmente questi ex paladini dell’ordine, riscopertisi paladini delle libertà individuali, si guardano bene dal motivare come mai irridono alle capacità di persuasione bonaria degli assistenti civici, nello stesso tempo che, in nome del senso di responsabilità dei cittadini, respingono ogni ipotesi di coercizione. Se la cittadinanza è sufficientemente responsabile – come sostengono – accetterà di buon grado le raccomandazioni e i solleciti provenienti dai volontari, senza segnalare alcunché alle forze dell’ordine per conseguenti provvedimenti. Se così non fosse, si giustificherebbero provvedimenti di restrizione. Delle due l’una! Ne approfitta anche il sindacato Fsp di Polizia di Stato che si rinzela e contrapporre, ai 60 mila assistenti civici, il ritardato inserimento, nel corpo di polizia, di 466 giovani già vincitori di concorso. I volontari sarebbero – a dire di Fsp – solo d’intralcio alla professionalità dei poliziotti. “Chi formerà gli assistenti?” si chiedono i poliziotti “ e con quali fondi?”. Come se non ci fossero serie carenze anche nella formazione delle forze di polizia, compreso i vigili urbani, spesso mandati allo sbaraglio, del tutto impreparati alle evenienze più complesse.

E poi ci si mettono i grillini che ritengono superflui gli assistenti civici volontari, considerato che esistono già i volontari della Protezione Civile e i percettori del reddito di cittadinanza che potrebbero essere impiegati. Ignoranti, che sanno poco di tutto, fino al punto di aver immaginato che il reddito di cittadinanza potesse essere contemporaneamente strumento di sussidio alla povertà e meccanismo per l’occupazione. Adesso vorrebbero coprire i lunghi tempi di parcheggio dei sussidiati disoccupati, con lavoretti di pubblica utilità. Naturalmente, la destra trova lecito che Salvini vada a suonare il campanello di casa di un “presunto” spacciatore per intimidire l’intero nucleo familiare, ma considera illecita la presenza in un parco pubblico (o pineta nel caso di Ischia) per regolare l’afflusso e invitare le famiglie a tenere le debite distanze e precauzioni. Ma questo sovvertimento di posizioni (da tutori dell’ordine a tutori delle libertà individuali) è facilitato da una montante ignoranza. Questa sì “trasversale”, presente nella destra ma anche nella sinistra. Come è stato possibile che il pur bravo Francesco Boccia ipotizzasse un provvedimento del genere, senza consultare preventivamente il ministro dell’Interno Lamorgese che, essendo un Prefetto, di questi aspetti se ne intende? Come è stato possibile che si sia pensato ad un arruolamento nazionale di assistenti civici quando da anni esiste , a livello comunale, la possibilità di nominare Volontari di Polizia Locale? E come è possibile che nessuno, a destra e sinistra, faccia presente che già esiste questa possibilità e che è molto meglio che siano i singoli Comuni a decidere se hanno bisogno di arruolare questi volontari e quale specifico e limitato compito assegnargli? Lo avevo già scritto, il 16 aprile, molto prima che Boccia pensasse ad una cosa analoga a livello nazionale, in un articolo dal titolo “La fase 2 e il turismo da adattamento”. Scrivevo: “Più problematica, per le amministrazioni comunali, risulterà la gestione delle spiagge libere, per le quali si dovrà probabilmente far ricorso ad un servizio di volontariato (per esempio la nomina di VO.P.L. ovvero di volontari nominati agenti ausiliari della Polizia Locale) al fine di evitare assembramenti e accostamenti di ombrelloni”. Vi cito qualche esempio di realizzazione concreta in Italia, facilmente reperibile in rete: il Comune di Alessandria, nel dicembre 2019, ben prima di Covid 19, ha emanato un Regolamento per il Corpo di volontari della Polizia Urbana, che prevede un corso di formazione di 30 ore e, come campo di intervento, la sorveglianza di parchi, giardini, monumenti, attraversamenti pedonali in zone nevralgiche come le scuole. L’unico onere a carico del Comune è la copertura assicurativa per i volontari.

Il ministro Luciana Lamorgese

E’ da anni che esistono, nei Comuni italiani più all’avanguardia, Albi dei volontari civici per compiti svariati. Resta un esempio l’istituzione, nel 2009, dei “nonni civici” nella città di Torino, per cui ultra sessantacinquenni s’impegnano in attività di vicinato solidale, attività in musei e biblioteche, cura dei giardini pubblici. Il Comune di Piacenza, con il programma ”Piacenza partecipa” arruola volontari di ogni età per insegnare lingue e l’uso delle nuove tecnologie ai cittadini che ne sentono il bisogno e non hanno altre possibilità; per accompagnare i bambini a scuola con il Pedibus (e Dio sa quanto sarebbe opportuno tale servizio a Ischia!) E Rimini, fin dal 2011,attua il progetto Ci.vi.vo. (Civico, Vicino, Volontario) per una serie di servizi di supporto a scuole, musei, aree verdi. Operano ben 30 gruppi di volontari. Ed infine c’è una formula ancora più sofisticata del semplice “volontariato di supporto”; lanciata nel 2014 dal Comune di Bologna e che va sotto il nome di “Patto di cittadinanza”. Tale Patto prevede che venga regolamentato un vero e proprio accordo tra Amministrazione comunale e cittadini per amministrare in modo condiviso i beni comuni della città. Chi, in Italia, sta coordinando queste iniziative di collaborazione è Labsus- Laboratorio per la sussidiarietà e ben 50 Comuni hanno già adottato questa prassi ed altri 80 hanno avviato la procedura. Ora, che la classe dirigente politica nazionale (per non parlare di quella locale) non sia all’altezza, lo abbiamo detto e ridetto, ma non possiamo sottacere che anche la capacità critica ed investigativa del mondo dell’informazione italiana appare inadeguata. Come mai giornalisti d’inchiesta, come i Rizzo e i Stella, come Gabanelli o l’attuale redazione di Report, così attenti a monitorare i vizi burocratici-amministrativi di enti pubblici e privati, non si accorgono di realtà positive che nascono spontanee e a riflettori spenti nelle realtà cittadine di Comuni piccoli, medi e grandi e che potrebbero essere imitati, come esperienze virtuose, da altri Comuni meno creativi?

Non sono solo i politici a strombazzare contro l’idea (da migliorare) degli assistenti civici in epoca di pandemia e di Stato di emergenza sanitaria, tuttora vigente. Ci si mettono anche editorialisti di fama a ironizzare su ciò che andrebbe corresponsabilmente migliorato e registrato. Scrive, sul Corriere della Sera, Massimo Gramellini, scrittore-giornalista: “Metti delle mostrine su una spalla qualsiasi e avrai un apostolo zelante dell’ordine. La memoria va ai capi caseggiato fascisti e sovietici che avevano il compito di garantire un controllo capillare delle vite altrui . Voglio sperare che uno Stato poliziesco non vedrà mai la luce, ma nel caso mi premurerei di suggerire agli assistenti civici di rispettare per primi il distanziamento sociale. Girandomi alla larga”. Se questi sono i massimi rappresentanti dell’informazione italiana, stiamo davvero messi male! Stiano tranquilli questi opinion leader dell’informazione: nessuna “ronda del dispiacere” ( titolo dell’ articolo di Gramellini), nessuna riedizione della “vita degli altri” di sovietica memoria da KGB.

Con tutti i difetti, il governo italiano non è percorso da tentazioni antidemocratiche e poliziesche. Sono in ballo soltanto dei cittadini volontari ai quali non sarà dato alcun compito di polizia, come ha giustamente preteso il ministro dell’Interno Lamorgese. Peccato che si sia pensato di farli arruolare a livello nazionale dalla Protezione Civile. E, pur non condividendo le ribellioni degli enti locali ad ogni stormire dello Stato centrale, mi auguro che in questa occasione l’Anci e i singoli Comuni rivendichino un più logico decentramento della facoltà di autorganizzarsi nel regolamentare un servizio di volontariato civico, buono per l’emergenza sanitaria ma anche per altre esigenze presenti e future.

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