LE OPINIONI

IL COMMENTO La ricostruzione e le “pecche” della Regione

E’ molto probabile che gennaio 2023 arriverà il quarto Commissario alla Ricostruzione del quinto Governo in cinque anni. Sarà uno “straniero” come i primi tre perché qui non c’è una voce che chiede il Governo del territorio. Nulla è nuovo sotto il caldo sole d’ Italia. Chiedo scusa al lettore paziente per questa ripetizione ma è quello che ho ripetuto in estrema sintesi alla conferenza stampa tenuta dal Commissario Legnini martedì 25 ottobre 2022 presso l’ex-Palazzo Reale di Ischia con parole ancora più forti affermando – alla presenza anche del sindaco di Lacco Ameno, Giacono Pascale, di quello di Forio, Francesco Del Deo e della Commissaria Prefettizia del Comune di Casamicciola, Simonetta Calcaterra – affermando “la totale assurdità dell’ iter procedurale” denunciando “ la totale inefficienza dell’ordinamento giuridico, dal Comune di Casamicciola alla Regione Campania” ritenendo assurdo l’iter procedurale di formazione del piano della ricostruzione annunciato dall’ assessore regionale Bruno Discepolo a gennaio per il 25 aprile, spostato il termine dell’ annuncio al 20 agosto ed ancora alla metà di ottobre mentre siamo ancora alla prima conferenza programmatica fra le tre amministrazioni comunali. Ho affermato che la Regione Campania che non ha dato all’isola d’ Ischia un Piano Regolatore Generale da 52 anni costituisce un “cancro per il Mezzogiorno”. Infine – ripetendo che non c’è una ricostruzione pubblica – ho dichiarato che “la ricostruzione sarà a macchia di leopardo” cioè “ un fenomeno sociale, politico, economico, urbanistico, che si manifesta in modo irregolare su un territorio”. E’ l’opposto di quanto scritto solennemente nella legge di ricostruzione n.130/2018 che imponeva al Commissario di “assicurare una ricostruzione unitaria ed omogenea anche attraverso piani di delocalizzazione e di trasformazione urbana”.

ASSIOMA E SEMANTICA ED IL PROGETTO DEI 26 PUNTI

E’ assiomatico – per evidenza semantica – che i poteri straordinari venivano conferiti dalla Repubblica ad un Commissario di Governo per decidere in maniera urgente e prioritaria sulla “ delocalizzazione e sulla trasformazione urbana” poiché il territorio colpito – di circa 10 Km2 – era già stato interessato da 9 terremoti da almeno 4 secoli – 1762,1767, 1796, 1828, 1841,1863, 1867,1981, 1883 – fra i quali quello “catastrofico” del 28 luglio 1883 (XI grado della Scala Mercalli) con 2333 morti e 762 feriti. L’ immensità degli studi sul “terremoto del 28 luglio 1883 a Casamicciola nell’isola d’ Ischia” – sintetizzati nella monumentale monografia ( 1999) del Servizio Sismico Nazionale coordinata dal prof. Giuseppe Luogo – permettevano di classificare del IX- VIII grado della Scala Mercalli (“scossa distruttiva) nell’area epicentrale del Majo-La Rita-Fango di circa 5 Km2 circa mentre tutti gli abitati di Casamicciola-Lacco Ameno furono interessati ad una scossa pari al VII-VI grado della Scala MCS. E’ altrettanto assiomatico che una “ricostruzione unitaria ed omogenea” non poteva effettuarsi se non con un Piano Urbanistico Generale di Assetto Territoriale, di Riqualificazione e di Rigenerazione Urbana, di Rilancio Economico e Sociale da realizzarsi a step o tappe che la legge urbanistica chiama “piani pluriennali di attuazione” e che possono chiamarsi oggi “Documenti di Programmazione Economica” che i Comuni sono tenuti ad approvare in uno con il Bilancio Annuale di previsione. Ho indicato già questo percorso diviso in tre tappe nel n.1/ gennaio 2019 de IL CONTINENTE chiamato questo progetto “ Casamicciola, dove l’ acqua è vita” da pagina 12 a pagina 16 con gli istogramma della consistenza alberghiera, ricettiva e commerciale di Casamicciola che il Comune completamente colpito dal terremoto. Ma IL CONTINENTE è andato oltre. Nel numero 2/aprile 2019 presentiamo con lo scrittore e storico Gino Barbieri il “ nostro” Piano di Rigenerazione Urbana in 26 punti con il Progetto polifunzionale di Riqualificazione e Trasformazione Urbana art.120 del Testo Unico degli Enti Locali e legge DPR 327/2001 COMPATIBILE con il Piano Urbanistico Territoriale o Piano Paesistico del Ministro Paulucci (1995) in vigore perché non prevede consumo di suolo ma rigenera il territorio con un Parco Scientifico e Naturalistico lanciato dal prof. Giuseppe Luongo e recupera TUTTE le aree dismesse coniugando Architettura, Urbanistica, Scienza della Terra, Economia, Sociologia, Storia raccogliendo inconsapevolmente l’appello dell’ arch. Jean Nouvel e le osservazioni degli Architetti Alfonso Gambardella e Gerardo Mazziotti (IL CONTINENTE n. 1/2022-agosto 2022-numero annuale). Ci saremmo aspettato ascolto dai poteri pubblici. Silenzio. Nemmeno una valutazione. Amarezza per gli Autori.

Il comunicato stampa del Commissario Legnini inviato alle testate accreditate – redatto dalla giornalista Alessia Di Fabio dell’ Ufficio Stampa di INVITALIA che cura anche questo settore in virtù della convenzione in atto – non dice nemmeno una parola sulle mie osservazioni sulla ricostruzione pubblica e sulle contestazioni sull’ iter procedurale del Piano di Ricostruzione e delle risposte fornite dalle stesso Commissario. Si intitola: “Sisma Ischia, Legnini: le procedure semplificate funzionano ma mancano i progetti” e non riporta affermazioni – pur espresse – di Legnini sullo stato di avanzamento del Piano di Ricostruzione della Regione. Legnini ha reso noto che ci sono 719 domande di ricostruzione da parte di privati di cui 399 curate da 15 tecnici. Solo 10 approvate dalla Conferenza di Servizio su 13 in istruttoria. Il finanziamento richiesto è di 411 milioni di euro. Sulla ricostruzione pubblica Legnini ha rimandato ad un’altra data le comunicazioni. Complessivamente Legnini il 31 dicembre 2022 presenterà al Governo la richiesta di un miliardo di euro in tre anni di cui 650 milioni per il 2023. Sul Piano di Ricostruzione Legnini ha affermato che sarà un Piano Generale e non settoriale. Riguarderà i tre Comuni colpiti e quindi la bozza che circola del PDRI è solo indicativa della zona più colpita.

La Bozza di cui sono venuto in possesso prevede una ricostruzione a macchia di leopardo (l’espressione è piaciuta a Legnini che l’ha condivisa perché allo stato è così) perché non prevede una completa riqualificazione urbana per l’area epicentrale ma “parziali delocalizzazioni”. A quanto si può dedurre alcuni fabbricati possono essere ricostruiti. Altri non possono esserlo. Le aree dei fabbricati demoliti e non ricostruiti diventeranno aree comunali. Viene prevista una “Unità Minima di Intervento” (UMI) con l’accorpamento di più fabbricati privati. Il Piano dovrà prevedere dove dislocare, come rimborsare i proprietari delle aree destinate alla non ricostruzione. Non è ragionevole fare una previsione quando sarà pronto il Piano di Ricostruzione visto come strumento urbanistico generale. Non si conosce nemmeno quali iniziative i Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno adotteranno NELLE FORME DI LEGGE per il recupero delle aree dismesse (ex- Pio Monte della Misericordia a Casamicciola, ex-Hotel La Pace a Lacco Ameno al di là delle propagandistiche dichiarazioni del sindaco Pascale anche per progetti esecutivi nel PNRR che si possono presentare con un “Contratto Istituzionale di Sviluppo dell’ isola d’ Ischia per Riqualificare, Rilanciare,Ridefinire” per non perdere l’occasione dei fondi del Piano Nazionale Rilancio e Relisienza che oltre la brava Ministra Mara Carfagna questo Governo di destra deve essere capace di portare avanti.

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La denominazione Piano a macchia di leopardo è corretta. Sarà una ricostruzione dai tempi biblici. Il 21 agosto 2018-un anno dopo il terremoto-parlando nella sua omelia nella Chiesetta dei Marinai a Casamicciola l’allora Vescovo d’ Ischia, Mons. Pietro Lagnese, affermò alla presenza dell’allora Vice Presidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, on. Luigi Di Maio: “Alle Autorità di Governo e a quanti sono deputati a gestire il prossimo futuro ribadiamo quanto chiedevamo la sera dei funerali delle vittime del sisma vale a dire l’invito ad attivarsi prontamente per una celere ricostruzione degli edifici distrutti e per un sicuro restauro dei tanti fabbricati coinvolti, affinchè a quanti hanno perso la casa sia offerta al più presto una dignitosa e stabile abitazione. La ricostruzione delle zone interessate dal sisma avvenga in maniera rapida perché una ricostruzione lenta – mi pare di poter dire – è già una cattiva ricostruzione”. Siamo in piena cattiva ricostruzione e non abbiamo più il Vescovo Lagnese presule a Caserta da circa due anni. Speriamo di esserci ancora nella sua preghiera. Una preghiera esaudita.

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2 – FINE

LA PRIMA PARTE E’ STATA PUBBLICATA SABATO 29 OTTOBRE

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