CULTURA & SOCIETA'

Il lanciafiamme di De Luca incendia la festa di Sant’Anna 2021. Oggi atmosfera di tristezza al borgo per i sostenitori della festa annullata per il secondo anno di fila

SALVATO ALL’ ULTIMO MOMENTO IL LATO RFELIGIOSO DELLA SAGRA - Don Carlo Candido , organizzatore della parte religiosa della Festa, per la quale aveva programmato per ieri 25 la celebrazione di una solenne messa sul piazzale dell'Alghe al posto del raduno alla secolare Chiesetta, vistosi anch'egli impedito a celebrare l’evnto davanti ai suoi fedeli , si è caricato di armi e bagagli e si è trasferito alla pineta di Fiaiano a due passi dalla vecchia chiesa dedicata a Sant'Anna, dove questa sera alle 19,30 presiederà la Santa Messa Solenne con la benedizione delle partorienti

Oggi è giornata di “lutto” per i sostenitori e gli appassionati della Festa a mare agli Scogli di Sant’ Anna. Meno, anzi per niente,. per chi pregava che la Festa non si facesse, allineati com’erano con tutti coloro che stavano dalla parte di chi predicava prudenza e faceva vedere il pericolo del contagio da pandemia a soli due passi da te. La brava pittrice e vignettista Angela Impagliazzo la butta sull’ironia ed evoca in questo giorno di “astinenza da festa si S.Anna”, il famoso lanciafiamme del Governatore Vincenzo De Luca impiegato per…incendiare Sant’ Anna ed il Castello. Don Carlo, organizzatore della parte religiosa della Festa, per la quale aveva programmato per ieri 25 la celebrazione di una solenne messa sul piazzale dell’Alghe al posto del raduno alla secolare Chiesetta, vistosi anch’egli impedito a farlo, si è caricato di armi e bagagli e si è trasferito alla pineta di Fiaiano a due passi dalla vecchia chiesa dedicata a Sant’Anna, dove questa sera alle 19,30 presiederà la santa messa con la benedizione delle partorienti. Sembrerebbe tutto a posto, ma in realtà, non lo è. La delusione sopratutto di Ronga che, a detta sua, stava lavorando da un mese per una “festa popolare” che più popolare di come la stava ideando non si può, per davvero è indigeribile. Enzo Ferrandino, Luigi Di Vai ed altri hanno preferito non rischiare ascoltando ed obbedbndo a De Luca. La lezione del concepimento della Festa popolare viene dal passato, di quando la fa Festa ino onore di S. Anna e dellsa storia che l’accompagna, emine con gente semplice del luogo i primi “vsgiti”. Infatti i primi dieci anni della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna, dal 1932 al 1942, hanno rappresentato per quegli infaticabili giovani dell’epoca, che, in un nostro precedente servizio abbiamo definito eroi, la prima dimostrazione di come si potesse organizzare una festa popolare a mare, dal niente senza mezzi, ispirandosi al fascino ed alla storia dei luoghi. La storia tramandava il rito della processione delle partorienti fin sotto la chiesetta di Sant’Anna e la Torre di Michelangelo. Ed a quel rito essi si attennero trasformandolo in festa di gozzi addobbati con palloncini colorati ed illuminati al proprio interno con semplici candele, canne fogliate e tanta allegria a bordo di famiglie al completo pronte a consumare il pranzo in onore della Santa che molto avevano pregato. Non c’erano barche addobbate per sfilare, nè premi da consegnare. Le uniche barche addobbate, erano quei gozzi meglio bardati a festa e con orchestrine improvvisate. Essi sostavano nel fiabesco specchio d’acqua aragonese illuminato da tante fiammelle e piccoli fugarazzi sistemati da quei giovani eroi di cui abbiamo parlato prima, sugli scogli di Sant’Anna, sugli spalti del Castello e sulla scogliera lungo il muraglione delle alghe. Quella era la Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna bella e povera degli anni ’30 che ha dato avvio alla storia vera e propria della festa. La sua ripresa nel 1952 apre un nuovo e diverso capitolo. Buona parte di quei giovani del decennio precedente sopravvivendo alla guerra e diventando più adulta organizza la prima edizione della ripresa, poi la seconda, la terza,la quarta, la quinta, via via fino a quella odierna, lasciando per strada, trionfi, sconfitte, polemiche, mortalità naturali, defezioni, tanto tanto lavoro dovuto alla passione degli irriducibili che nell’arco di 60 anni non si sono mai estinti, sostituendosi nel tempo gli uni con gli altri, senza interruzione e garantendo l’esistenza di una festa che più di una volta è stata in pericolo di vita, ma che alla fine, non è mai morta. Questa Festa, che mescolando il nuovo e l’antico, la si vorrebbe portare più ai tempi in cui si sciorinavano i panni sotto i fontanini pubblici e meno al tempo moderno corrente, dove invece si fa uso della comoda lavatrice, ha avuto i suoi grandi protagonisti, anno per anno, dagli anni ’50 ad oggi. Ci riferiamo agli instancabili creatori e costruttori delle barche allegoriche, artisti e artigiani di valore, poeti e pittori che ispirandosi ai temi dell’anima e del pensiero nel rapporto stretto con la natura, i costumi, le usanze, il folklore e la cultura in generale della propria terra, hanno realizzato capolavori di barche addobbate presentate in grandi edizioni passate della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna. Altro che Vinicio Capossella di qualche anno fa, di Erri De Luca, di Elio Marchegiani e Andrej Longo prestati alla Festa per ragioni di propaganda, non necessaria. Fra i giganti ideatori e costruttori delle più belle barche addobbate che sono state ammirate nello straordinario specchio d’acqua aragonese, hanno svettato su tutti. per più edizioni, i mitici Vincenzo Funiciello, artista pittore e fantasista, vincitore di 5 primi premi di fila, Nerone al secolo Giovan Giuseppe Sorrentino, artigiano ebanista di prestigio, Federico e Luigi De Angelis, artisti pittori, Purificato, pittore, Andrea Di Massa intellettuale raffinato ed instancabile esecutore materiale di ogni progetto partorito dalla sua fervida fantasia. Fece in tempo a scrivere, prima di lasciare prematuramente questo mondo, “La Storia delle Barche di Sant’Anna”, un volume prezioso in cui si parla della Festa, degli anni in cui ha avuto realmente luogo, delle interruzioni e dei protagonisti senza trascurare nessun dettaglio fra nomi di persone ed episodi. Poi Antonio Di Scala falegname ingegnoso, Eduardo Canestrini pittore e artista di teatro, Giovanni Conte fantasista e Leone con gli amici della Mandra, Mario Mazzella artista pittore, Luca Mazzella gallerista, i fratelli Raffaele e Carlo Sorrentino, Ciccio Boccanfuso, il gruppo Rotolo-D’Amico-Bondavalli.Baiocco, Mario Gradicelli, Antonio Cutaneo, Getano Maschio, Gino Barbieri da Casamicciola, i gruppi di Barano, di Serrrara Fontana, Forio e Lacco Ameno, quelli di Procida e perfino di Capri, di Viareggio e di Val di Sole. Tutti insieme, specie i primi, vanno ricordati,ad imperitura memoria e merito, gli autentici, i veri giganti della Festa. Di una festa che per non morire, dopo la sosta dello scorso anno, oggi edizione del 2021 avrebbe sfidato anche l’impossibile per esistere. Sarà per un’altra volta…

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

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