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Fede e tradizione, un connubio vincente

di Michele Lubrano

ISCHIA – Un paese come il nostro che principalmente vive di turismo, oltre a migliorarsi nel suo assetto sociale ed ambientale, difende le sue tradizioni per darsi una identità meglio definita e con qualcosa di più da “vendere”. Le feste patronali rappresentano il lato tradizionale più seguito  dei nostri usi e costumi di vita sull’isola, e rientrano di diritto nell’indice di gradimento dei nostri ospiti tedeschi, svizzeri, inglesi, olandesi e da qualche tempo anche russi, serbi, croati e bosniaci. In realtà occupano le prime posizioni nella graduatoria, dietro solo il nostro mare, le terme,il verde, le spiagge, l’ospitalità. Al riguardo è stato più volte ribadito che le feste religiose patronali, hanno anche un serio risvolto turistico importante. La festa di San Giovan Giuseppe della Croce nella sua pienezza, che Don Carlo pare voglia mettere quest’anno in discussione, abolendo i festeggiamenti esterni, come è accaduto il 5 marzo scorso, permette ai turisti e agli ischitani stessi, tra le altre cose, di ammirare un Centro Storico di Ischia Ponte diverso, immerso in un’atmosfera festosa e magica, con le luminarie stradali, gli addobbi ed i fuochi d’artificio resi  ancor più solenni da appropriati sottofondi musicali, che lo fanno apparire  ancor più bello di quanto sia già.

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