LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Turismo: emarginazione del Sud

In Italia si sta verificando un fenomeno, dovuto anche alla pandemia, che vede gruppi e fondi stranieri lanciarsi all’acquisto di alberghi in Italia. Lo scorso anno in piena crisi sono stati acquistati, in Italia,34 alberghi per un valore di mille miliardi.

L’intera somma che le banche hanno prestata agli ischitani. Il problema è che quasi tutti i fondi chiedono di comprare alberghi nelle città da Roma in su

Questo andazzo potrebbe portare all’emarginazione del Sud ed a paesi turistici come il nostro per il semplice motivo che la clientela di questi gruppi esteri potrebbe essere dirottata verso le città a danno del turismo balneare e climatico che noi offriamo. Americani, cinesi, indiani, che sono i paesi su cui l’Italia punterà per la sua crescita turistica potrebbero non trovare allettante il prodotto che vendiamo noi essendo i loro paesi già erogatori di questo tipo di turismo.

Ecco perché la staticità delle pubbliche amministrazioni e degli imprenditori locali che si nota da noi incomincia ad impensierire seriamente. Le difficoltà del turismo dell’isola, aggravatesi con la pandemia viene sottovalutata. Tanti analisti di settore portano al 2024/2025 il ritorno alle quote del 2019.

Mi chiedo che isola proporremo, come prodotto, a quelle date, ai turisti che vorrebbero venire da noi? L’orizzonte non è roseo visto quello che si nota in giro

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I soldi da investire sono pochi perché i tanti soldi che potrebbero arrivare non trovano imprenditori ed amministratori nello spirito ideale per investire. Tanto più che non capiscono neanche come si possano affrontare le pastoie burocratiche, tipo condoni, per mettere il paese, qualora fossero in grado di approntare progetti di trasformazione del prodotto, in condizioni di operare. Allo stato attuale è quasi impossibile accedere ai fondi governativi ed europei.

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Le problematiche sono enormi e variegate. Molliamo la presa? Assolutamente no. Ma qualcosa bisogna tirare fuori. Chi lo deve fare? Credo che i sei Sindaci debbano mettersi insieme ai tanti operatori che vivono sulla loro pelle la crisi ed incominciare a parlarsi l’un con l’altro.

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