ARCHIVIO 4ARCHIVIO 5

Benedetto Valentino: Ischia non sarà mai grande attrattore culturale

DI BENEDETTO VALENTINO

Devo confessare che quest’articolo nasce da un “post” provocatorio di Gino Di Meglio su facebook sulla mia bacheca.  Devo anche ammettere che quando ho letto per la prima volta la petizione di Ischia “grande attrattore” culturale, proposta, appunto da Gino Di Meglio, mi è scappato un sorriso. Lo stesso sorriso che mi sovvenne quando ebbi occasione di leggere il titolo di un libro di un grande ischitano del passato: “Ischia, piccola Atene del golfo di Napoli”.   E’ chiaro che nei confronti dell’autore del libro, Onofrio Buonocore, non si può che nutrire la massima stima, unitamente ad un sincero senso di riconoscenza per la sua opera di divulgazione culturale in tempi ben più difficile dei nostri. Anche lui, però, non seppe sottrarsi all’insidia che assale il letterato, infervorato da troppo amore, nei confronti di una tematica: l’agiografia. Era talmente grande infatti l’amore che Buonocore nutriva nei confronti dell’isola che non seppe sottrarsi ad un panegirico sullo “stato della cultura di Ischia”, paragonandola addirittura ad Atene.

L’agiografia è un limite per chi invece vuole non scrivere la storia “ad uso” della sua passione, ma affermare il principio della verità documentata. L’agiografia, per me che mi diletto a scrivere piccoli libri di storia locale, è il nemico  assoluto. La mia modestissima “missione” di autore è invece cercare prove, documenti per testi “oggettivamente” inoppugnabili.  Seppur quindi “tirato per i capelli” dall’amico Gino Di Meglio in questa vicenda non mi sottraggo e cerco di argomentare perché Ischia non è, e non potrà neanche essere nel prossimo futuro “un grande attrattore culturale”, ma, contemporaneamente non posso che lodare gli ideatori di questa “utopia” possibile.  Ed è giusto che sia così: il mio ruolo è completamente diverso da chi, come i promotori,  hanno scopi più politici. Ed è parimenti meritevole il loro ruolo: a che cosa sarebbe ridotta infatti la politica senza utopie?

Partiamo appunto da un dato oggettivo a cui ci condanna la statistica: l’Italia è –  bene ricordarlo –  il paese che possiede, di gran lunga, il più grande patrimonio culturale del mondo e la Campania è la Regione Italiana più “ricca” di giacimenti culturali. Basterebbe questo dato statistico per condannare Ischia alla luce del provvedimento di legge che stabilisce l’attribuzione di finanziamenti in base alle scelte di ogni singola Regione che  ha avuto il compito di indicare i  suoi “grandi attrattori”. Ma non basta questo dato: la Campania, essendo una delle regioni europei dove maggiormente il patrimonio è stato saccheggiato dalla criminalità organizzata ha dovuto scegliere anche  due luoghi  simboli da recuperare. La scelta è caduta, giustamente, sui siti di Carditello e della Biblioteca dei Girolamini (chi segue queste vicende sa bene cosa è successo) .

Ma anche questo non basta: fino al 2020 tutti i fondi dei grandi attrattori sono ormai già impegnati. E dopo quella data non sappiamo se la Campsnia conserverà ancora lo status di regione obiettivo 1 della UE e quindi gli stanziamenti. Un altro post mi ha fatto riflettere è quello di Lello Montuori sull’acquisto della Polonia di un famoso quadro di Leonardo da Vinci per 100 milioni di euro. La Polonia non possiede un grande patrimonio culturale, né un grande museo e, giustamente sta cercando di attingere  ai fondi e collezioni private per  incrementare la sua offerta turistica e culturale. Cento milioni rappresentano la dotazione “minima” per creare un piccolo “giacimento culturale” europeo che abbia il format necessario in una logica “globale”. Ornai tutti hanno capito che promozione, turismo e cultura rappresentano un volano di sviluppo.

Ads

E Ischia, quindi è spacciata in questo quadro?  Certamente no, ma prima di progettare il futuro o qualunque utopia, abbiamo almeno l’obbligo di fare – come classe dirigente isolana –  un mea culpa. E anche qui partiamo da un dato statistico. Quante fondazioni e quanti musei sono stati finanziati in questi anni con i fondi europei? Le fondazioni culturali finanziate sono state tre: Colombaia, Villa Arbusto e Premio Ischia, due pubbliche e una privata. Le prime due sono scomparse in pochi anni.  Su quella del Premio Ischia ci ritornerò nel finale, chiarendo anche i motivi per cui siamo ancora in piedi. La storia di Ischia ha conosciuto,  a mio avviso, tre momenti di interesse culturale che vanno al di là della storiografia locale: quello greco, il cenacolo di Vittoria Colonna, il soggiorno dei pittori dell’avanguardia tedesca e russa a Forio.  I musei finanziati sull’isola sono stati sette, tutti con decine di milioni di euro. Sei sono chiusi, anzi mai neppure inaugurati e uno (ancora) aperto: Villa Arbusto, che è un museo “locale” non avendo mai gli amministratori chiesto la qualifica di museo di interesse regionale. Un altro, fuori contesto pubblico essendo della Curia, quello della chiesa di Santa Restituta, lasciato all’incuria.

Ads

Quante biblioteche  ci sono sull’isola? Una sola, l’Antoniana, ridotta ad un deposito di libri (non svolge nessuna funziona che ne giustifichi il nome). Ischia – a mio avviso – prima di procedere alla richiesta di finanziamenti e fondi dovrebbe prima di tutto fare un progetto, ideare un sistema culturale condiviso, così come hanno fatto città come Torino che di cultura ne avevamo molto, ma molto meno di noi e oggi sono diventate un faro e un esempio da seguire. Perdonatemi lo sfogo, ma è quel che penso. Ben venga quindi Ischia “grande attrattore” culturale, ma se nasce come  “orizzonte utopico” di chi pone al centro del suo programma politico questa tematica. Ci vuole però un progetto, non basta una petizione.  Bisogna però  essere consapevoli che il cammino è lungo, irto di sacrifici e “impopolare”.

Per il Premio Ischia va specificato anche perché non è ancora fallito come le altre iniziative. Lo stato attuale dell’arte è il seguente: il budget che ci assegna la regione annualmente è esattamente il 10% di quello di altre fondazioni che organizzano premi in altre regioni. La Regione Campania è ferma nel settore fondazioni alla rendicontazione 2012. Sai come riusciamo a stare in piedi ? Grazie alle banche che ci fanno credito (con centinaia di migliaia di euro sottoscritti a garanzia da me e Elio), grazie alla pazienza dei fornitori che attendono i pagamenti 18/20 mesi, grazie a pochi amici che ci sponsorizzano con le loro aziende. Ciò nonostante riusciamo  a competere e spesso a vincere perché ogni anno progettiamo e programmiamo. Quale è la programmazione culturale dell’ isola? Caro Gino,  con tutto il bene che ti voglio, non firmo quindi la tua petizione, sia per non incorrere nella tentazione  “agiografica”, sia perché sono arrabbiato e sconsolato. Non ci credo, ma lo considero ugualmente un atto di coraggio che merita comunque rispetto.

 

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex