CULTURA & SOCIETA'

Teatro di alto livello nella congrega del borgo: Salvatore Ronga e le sue giovani interpreti incantano il pubblico con la rappresentazione dell’opera “I dialoghi delle Carmelitane”

PERCHE’ L’ OPERA DI BERNANOS ? - IN MARGINE ALLO SPETTACOLO NELLA CONGREGA DI ISCHIA PONTE PER IL LABORATORIO TEATRALE DEDICATO AI GIOVANI, STRALCIAMO UN PASSO DELLE DICHIARAZIONI RESECI DAL REGISTA SALVATORE RONGA: “ Ho pensato a “I dialoghi delle Carmelitane” come occasione per mettere in scena le vicende di una piccola comunità sotto assedio: sono tante le prove che i ragazzi hanno dovuto affrontare in questi ultimi anni a causa dell’emergenza pandemica. Il dramma di Georges Bernanos, in questo adattamento, mette in scena il percorso non privo di conflitti e di contraddizioni che ciascuno deve compiere nel tentativo di essere all’altezza della vita che ha scelto, qualunque essa sia”

Salvatore Ronga è una Eccellenza del teatro impegnato che ci fa vivere sulla nostra isola. In passato lo sono stati Gennaro Zivelli a Forio, Rino Gamboni a Casamicciola e Giovan Giuseppe Cervera ed Andrea Di Massa a Ischia. Solo che alla luce di quanto prodotto e dimostrato, lo è di più oggi Ronga, senza nulla togliere al naturale talento dei suoi colleghi scomparsi del passato. Da Villa Arbusto con L’Inno al Sole alla Cattedrale del Centro Storico con lo Stabat Mater interpretati da una straordinaria Lucianna De Falco, alla Congrega dell’ Arciconconfraternita del Borgo Antico di Ischia Ponte con i Dialoghi delle Carmelitane: tre Locations di appropriata e felice scelta per tre lavori teatrali fra i tanti di forte impatto con la bellezza del messaggio sociale e culturale che Salvatore Ronga sa trasmettere insieme ad una regia di livello alto. formativa e mai ripetitiva.

Insomma un Ronga regista e direttore di una squadra di giovani interpreti consapevoli che girano a meraviglia intorno al loro bravo maestro. Questi i nomi delle protagoniste e protagonisti ammirati ed apprezzati nello scenario irrituale della Congrega del Borgo messa a disposizione dall’Amministrazione dell’Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli e da un disponibile Don Carlo Candido Rettore ultimo dell’antico Tempio: Alessandra Altomare, Elena Amalfitano, Ilaria Balestro, Caterina Calise, Ludovica Capuano, Ilaria Cenatiempo, Sabrina Cocchia, Maria De Girolamo, Loretta Di Maio, Laura Pia Di Meglio, Raffaele Di Rauso, Benedetta Ferrillo, Letizia Gallo, Daniela Lombardo, Tessa Manzi, Imma Marseglia, Alice Mattera, Francesco Mattera, Isabella Mazzella, Martina Mazzella, Rosanna Mellusi, Francesco Monti, Valeria Pilato, Caterina Romano. I Dialoghi delle Carmelitane e l’ambientazione in cui hanno avuto luogo fra recitazione e narrazione, finzione e realtà hanno permesso a Salvatore Ronga di superarsi nella presentazione e nella regia, e potersi affiancare a coloro che in altre epoche hanno portato al successo l’opera.

I dialoghi delle Carmelitane (Dialogues des Carmélites) è un’opera di Francis Poulenc composta su un libretto tratto dall’omonimo testo di Georges Bernanos. La storia si ispira a un fatto realmente accaduto, e cioè all’esecuzione, nel luglio 1794, durante il regime del Terrore, di sedici religiose francesi, note come le “martiri di Compiègne” (beatificate il 27 maggio 1906 dal Pontefice Pio X), che si erano rifiutate di rinunciare ai loro voti. La vicenda aveva dapprima ispirato Gertrud von Le Fort, che aveva scritto un romanzo dal titolo Die Letzte am Schafott (“L’ultima al patibolo”, 1931). Quindi, nel 1947, il padre domenicano e regista Raymond Leopold Bruckberger pensò di trarne un film, chiedendo a Georges Bernanos di farne la sceneggiatura. I dialoghi scritti da Bernanos furono pubblicati postumi l’anno dopo.

Il dramma teatrale riscosse in Francia e all’estero grande successo. Il regista ischitano Salvatore Ronga, come si dice negli ambienti teatrali, vi ha messo le mani sopra adattando il lavoro alla sua visione di fine intellettuale del pensiero e della parola. Tra la Casa di Luca con i suoi Laboratori del Patron Silvano Brandi e Salvatore Ronga ormai il feeling che li tiene vicini è di quelli destinato a rimanere saldo per tantissimo tempo considerata l’ affinità di vedute delle due parti. La domanda al regista ischitano ci viene spontanea:perché l’opera di Bernanos ? “Per il laboratorio teatrale dedicato ai giovani, precisa Salvatore Ronga, ho pensato a “I dialoghi delle Carmelitane” come occasione per mettere in scena le vicende di una piccola comunità sotto assedio: sono tante le prove che i ragazzi hanno dovuto affrontare in questi ultimi anni a causa dell’emergenza pandemica. Il dramma di Georges Bernanos, in questo adattamento, mette in scena il percorso non privo di conflitti e di contraddizioni che ciascuno deve compiere nel tentativo di essere all’altezza della vita che ha scelto, qualunque essa sia. Anche se la vicenda si colloca in un’epoca lontana come quella della Rivoluzione francese, il testo pone interrogativi che appartengono a tutti noi, donne e uomini che vivono nel presente, attraverso la ritualità del teatro.

Ringraziamo Don Carlo, afferma in fine Ronga, per la generosa ospitalità e per aver accolto con affetto il nostro progetto in un luogo così significativo e ricco di memorie, nella prospettiva di poter condividere questa esperienza umana e artistica con l’intera comunità”. Inoltre così il regista ischitano Ronga spiega la trama de I Dialoghi delle Carmelitane mandato in scerna col suo adattamento nel suggestivo habitat della storica Congrega del Borgo di Celsa. “Siamo negli anni difficili della Rivoluzione francese – spiega Ronga – Una giovane aristocratica, Bianca de La Force, chiede di essere accolta nel convento di clausura delle Carmelitane di Compiègne. La Madre Superiora, ormai moribonda, accoglie la fanciulla, anche se sospetta che la sua vocazione sia dettata dalla paura del mondo. La vita delle suore è contrastata dalle autorità rivoluzionarie che promulgano sempre nuove restrizioni fino alla chiusura del convento e alla soppressione degli ordini religiosi.

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Le Carmelitane fanno voto di martirio, ubbidendo alla propria missione e continuando a vedersi di nascosto, ma Bianca, terrorizzata, fugge via e si nasconde in un luogo sicuro. Quando le Carmelitane sono processate e condannate alla ghigliottina, la processione verso il patibolo è accompagnata dal canto: alle voci delle consorelle, inaspettatamente, si unisce quella di Bianca che trova il coraggio di andare incontro al proprio destino a testa alta. Il dramma di Georges Bernanos trae origine dalla vicenda delle sedici Martiri di Compiègne, giustiziate il 17 luglio 1794, a Parigi”- Agli interventi di Roga fanno eco le parole di Silvano Brandi della Casa di Luca: “Dopo una sosta dovuta alla pandemia ci ha detto Silvano, , l’Associazione Luca Brandi Onlus è tornata ad aprire le porte ai tantissimi giovani che hanno deciso di prendere parte ai vari laboratori.Dopo la festa finale dei 19 laboratori presso la Casa di Luca sul porto d’Ischia, il laboratorio teatrale dei giovani ha messo in scena uno spettacolo sublime, coinvolgente, intenso ed emozionante. Negli anni sono stati tanti gli spettacoli messi in scena con i quattro gruppi teatrali, destinati ai piccoli, ai ragazzi, ai giovani e agli adulti, ma l’emozione di quest’ultima performance, dovuta certamente alla particolare scenografia, visto che si recitava nella chiesa dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli (colgo l’occasione per ringraziare Don Carlo e l’amministrazione dell’arciconfraternita per la generosa ospitalità) e soprattutto alla bravura degli interpreti, ha lasciato un segno importante nella crescita artistica dei ragazzi della Casa di Luca.Ringrazio ovviamente Salvatore Ronga capace di sorprenderci sempre. L’augurio rivolto a tutti i giovani , conclude Silvano Brandi, è di poter riprendere il percorso interrotto e tornare a popolare l’Associazione con l’entusiasmo e la passione di sempre”.

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Elaborazione Foto di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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