Negombo a rischio, scatta l’interdizione
Dopo che la stagione turistica si è conclusa e la struttura ha chiuso i battenti, arriva l’ordinanza firmata dal sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, che sottolinea il pericolo di caduta massi e fa riferimento alla drammatica frana dello scorso 26 novembre. Ma è un provvedimento che non manca di suscitare perplessità
Dopo un anno dall’alluvione del 26 novembre 2022 il comune di Lacco Ameno si ricorda di sgomberare per gravi rischi caduta massi, il complesso termale del Negombo. O, almeno, parte di esso. Conclusa la stagione turistica ora fioccano le ordinanze autunnali che richiamano il nesso di causalità con l’evento catastrofico di 12 mesi fa. Il rischio e l’ordinanza buona per captare i fondi dell’emergenza! Chiusi i lettini e gli ombrelloni, archiviata l’estate con il suo turismo balneare un sito ritenuto ad alto rischio, lasciato aperto alla libera fruizione, viene oggi interdetto. Ci sono anche le schede AeDEI per la rilevazione del danno idrogeologico redatte un anno dopo l’evento e che certificano il rischio. Vien da chiedersi se i rischi esistano davvero o spuntino a comando come le ordinanze e le AeDEI. Fatto sta che con l’ordinanza sindacale n.28 il sindaco Pascale è stato in grado di trovare il nesso di causalità per facilitare la messa in sicurezza del costone con i soldi dell’emergenza alluvione.
Come rileva il primo cittadino nel suo disposto “Eccezionali eventi meteorologici a partire dal 26.11.2022 – Ordinanza di sgombero con esito “A-F. Edificio utilizzabile – Edificio inagibile per rischio esterno” contingibile ed urgente, del terreno sito in Lacco Ameno alla Via San Montano – SP 515, di proprietà della Società Immobiliare Cinarime SRL, con sede in Via Medina, 63” tutto muove nella scia della ormai abusata notte tra il 25 e il 26 novembre 2022quando si sono abbattuti sull’isola d’Ischia paurosi nubifragi, fenomeni climatici del tutto imprevedibili perla loro violenza e di gran lunga superiori a quelli previsti con l’allerta meteo di “livello arancione” diramatanei giorni precedenti, accompagnati da piogge improvvise e violente, fortissimi venti e mareggiate che si sono abbattuti lungo tutto il litorale, provocando ingentissimi danni alle infrastrutture e ai beni mobili, pubblici e privati anche nel Comune di Lacco Ameno. Pascale sgombera gli immobili della Cinarime « Visti gli esiti “A-F. Edificio utilizzabile – Edificio inagibile per rischio esterno” delle verifiche di danno ed agibilità riportato nelle schede di valutazione dell’impatto e rilevamento del danno per edifici ordinari in emergenza meteo-idro-geo (AeDEI Ischia 2023), acquisite al prot. 12702 solo il 30 ottobre 2023 e redatte dalla squadra di tecnici n. 0055 della struttura del Commissario Delegato Ex OCDPC n. 948, in data 04 ottobre 2023.
Ci sono anche le schede AeDEI per la rilevazione del danno idrogeologico redatte un anno dopo la calamità e che certificano il rischio: a questo punto i lavori di messa in sicurezza potrebbero essere pagati coi fondi dell’alluvione
Nelle schede AeDEI redatte dai tecnici rilevatori, sono stati evidenziati: il pericolo di crollo di massi di grandi dimensioni, anche superiori al mc; la presenza di sinkholes; le vie esterne retrostanti l’edificio presentano un pericolo di crollo localizzato dal versante adiacente; transennatura e protezione passaggi area a rischio. Per cui si rende necessario provvedere all’esecuzione di interventi volti al ripristino delle condizioni di sicurezza. Nelle more dell’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza di viene inibito l’accesso e l’utilizzo totale dei fabbricati (unità immobiliari) insistenti sulle proprietà private del Negombo. Pascale ha disposto di provvedere immediatamente a sgomberare i fabbricati (unità immobiliari) e i fondi insistenti sulle proprietà private di che trattasi dagli occupanti disponendo il loro trasferimento in altra provvisoria sistemazione abitativa, a seguito della perdita dei requisiti di stabilità statica evidenziata nelle sopra richiamate schede AeDEI. Il primo cittadino ha anche inteso inibire qualsiasi utilizzo anche occasionale dei locali che presentano lesioni strutturali, fatta eccezione per i tecnici e gli addetti incaricati delle necessarie opere di consolidamento statico.
Normativamente il proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci rovina, ovvero chi per suo conto è obbligato alla conservazione o alla vigilanza, deve provvedere ai lavori necessari per rimuovere il pericolo, Pascale ha inteso solo sgomberare e attendere che sia il Commissario delegato alluvione ad intervenire:« Nelle more delle determinazioni da prendersi con i medesimi proprietari e con gli organi e gli enti competenti, in ordine agli interventi di carattere definitivo da porre in essere- scrive Pascale disponendo solo l’interdizone dei siti a carico dei proietari- ai proprietari dei terreni e dei fondi de quibus, di provvedere ad horas all’esecuzione di tutte le opere ed accorgimenti utili ed opportuni al transennamento, con strutture fisse (recinzioni, barriere provvisorie, paratie, ecc.), idonee ad interdire a chicchessia l’uso delle zone interessate, nonchè all’esecuzione dei lavori per la rimozione dei pericoli riferibili allo stato di criticità rilevata e sopra dettagliata». Pascale ha disposto altresi che non appena saranno rimosse le condizioni interdittive, al proprietario, come sopra generalizzato, degli immobili sopra descritti ed identificati, e fatto salve successive verifiche, di far effettuare una verifica approfondita degli immobili insistenti sui fondi di che trattasi e di provvedere a mettere in atto tutti i lavori di assicurazione che il caso richiede a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, nonché conseguentemente a produrre idonea relazione di riscontro degli adempimenti posti in essere, il tutto a firma di tecnico abilitato e qualificato per legge. Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale entro 60 giorni dalla notificazione dello stesso avanti il Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania o, in alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla notificazione dello stesso.