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Benvenuto 2018: in tutta l’isola piazze scatenate per salutare il nuovo anno

Mancano poche ore per la fine di un anno che  la storia ricorderà come l’anno dell’ultimo terremoto sull’isola. Nonostante ciò,  allo scoccare della mezzanotte di questa sera, dopo il  gran cenone cosiddetto di Capodanno, si sparerà, si suonerà, si canterà, si ballerà, si farà baldoria senza freni, ci si abbraccerà, ci si bacerà  ed infine si brinderà all’anno nuovo 2018 che arriva, dando per scontata la speranza che possa essere un anno migliore, l’anno della rivincita e della rinascita territoriale e sociale in primo luogo per la martoriata Casamicciola  che ancora una volta si butta alle spalle gli incalcolabili danni del terremoto. Per l’isola di Ischia è  la storia di ogni capodanno che lo facciamo incominciare tra i botti fragorosi e prolungati ed i  proclami di chi agita la bacchetta del comando. E’qui la festa, come diceva quel noto campione di filastrocche che si spacciava per cantante. Infatti sarà proprio qui la festa, in quella piazza Antica Reggia che sarebbe dovuta diventare piazza Re Ferdinando in omaggio al Borbone che 162 anni fa ci regalò il Porto delle… meraviglie. La piazza che continua a chiamarsi Piazza Antica Reggia e il porto, due fondamentali strutture pubbliche per le quali, l’architetto Sandro Petti aveva progettato modifiche sostanziali di estetica ambientale per migliorarne il più possibile il loro aspetto per una più facile fruibilità. Promesse di intervento accantonate subito in un cassetto in attesa dei momenti giusti che fino ad oggi non sono mai arrivati.

Da questa piazza, emblematica per tante ragioni, ci faremo gli auguri tra fiumi di champagne e musiche rap, pop, rock, hard, punk e via discorrendo. Saranno auguri lanciati nell’allegra agitazione della festa che si disperderanno verso l’alto, nel cielo della Casina Reale in un viaggio all’infinito senza ritorno. Auguri che si intrecceranno con quelli che si eleveranno questa sera anche da Piazza Marina a Casamicciola dove il nostro Gaetano Ferrandino condurrà alla sua collaudata maniera le danze e la…sfida alla piazza di Ischia,ormai diventata sul campo tradizionale rivale. Sarà quindi anche lì la festa, in piazza marina dove doverosamente si continuerà a vivere e si tenterà di sottrarre anche quest’anno fette di pubblico alla consorella piazza di Ischia. Concorrenza pertanto anche a Capodanno per un effimero primato che non servirà a niente. Nella lotta a chi farà meglio il pienone si inseriscono anche le piazze di Forio, Lacco Ameno e Sant ’Angelo con un programma musicale e di baldoria di tutto…rispetto. Invece ciò che davvero serve è l’augurio che dovrà elevarsi da tutte le piazze isolane impegnate nella festa per l’accoglienza del nuovo anno,  l’anno nuovo 2018 che a mezzanotte saluteremo , possa essere foriero di rinnovate speranze sul piano della programmazione, delle idee, della produttività, dell’assistenza, dell’ordine pubblico, della solidarietà, degli affetti familiari  ed amicali, della religione, dello sport competitivo e della buona sanità. Speranze, naturalmente estese all’isola intera le cui realtà non si differenziano più di tanto dall’una all’altra.

Il 2018 può e deve essere l’anno della rivincita in senso generale e specifico. Ogni Comune isolano si porta appresso problemi strutturali, sociali ed ambientali mai risolti per intero. Ad ogni capodanno  si ripropone la solita litania: quest’anno sarà l’anno buono, quest’anno ce la faremo, quest’anno nessuno ci fermerà, e così via  fino all’esaurimento delle residue riserve di ottimismo. Dalla mezzanotte in poi di questo nuovo anno 2018 che pare voglia aprirci  tutte le porte, bisogna fare sul serio, ricercando con determinazione e volontà politica la rivincita sui fatti andati male, sulle posizioni inseguite e non raggiunte, sulle opere pubbliche avviate col pensiero ma ferme sul piano dell’attuazione. L’elenco è lungo ed importante,e richiama responsabilità vere senza trucchi. Al di là dei problemi ordinari per i quali pure vanno spese energie forti con continuità, sono altre le carte della vita da giocare a livello operativo. Enzo Ferrandino e la sua Giunta tecnica in attesa di quella politica, non potranno più ignorare la instabilità preoccupante oltre che di evidente degrado dello storico ponte aragonese che unisce il Borgo di Ischia Ponte al Castello. Non si interviene da anni e la struttura, nonostante i rappezzi di occasione,  cade giù a pezzi generando pericoli seri per la  pubblica incolumità. Anche per questo argomento si può e si deve parlare di rivincita sul tempo perduto e su di un abbandono che grida vendetta.

Quell’antico Ponte da solo rappresenta secoli di storia così com’è posizionato dal lontano 1441 fino ad oggi nel contesto ambientale ed architettonico del’antico Borgo di Celsa, ossia la Ischia Ponte che va rilanciandosi in virtù delle caratteristiche che l’animano. Pertanto rispetto e messa in moto, per farsi perdonare incuria e disinteresse. Così le edizioni del Borgo in Festa avranno più senso. All’anno nuovo si chiede questo. Stesso discorso vale per Casamicciola col suo Monte della Misericordia, edificio gigante piombato nel più miserabile dei degradi, abbandonato e cadente sotto gli occhi dei casamicciolesi  rassegnati, che però questa sera, nella piazza marina poco distante dal “mostro”, saluteranno lo stesso il nuovo anno 2018 in totale allegria sperando che tutto si aggiusti. Tutto sommato sarà l’occasione per chiedere al nuovo anno di restituire l’antico monumento,le scuole e le case nuove. Ma dimentichiamoci del… 17

Antonio Lubrano (antoniolubrano1941@gmail.com)

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