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Prostituzione e atti sessuali con minore, confermati i domiciliari al 52enne

Il Tribunale del Riesame ha mantenuto la misura cautelare decisa dal Gip per uno dei due indagati per i reati commessi nei confronti di un quattordicenne

Si è svolta lunedì scorso l’udienza di discussione del ricorso al Tribunale del Riesame inoltrato da 52enne domiciliato a Casamicciola, accusato insieme a un 37enne di concorso nei reati di prostituzione minorile e atti sessuali con minorenne, commessi nei confronti di un minore di 14 anni originario dell’isola di Ischia. La vicenda venne alla luce un paio di mesi fa, all’esito delle indagini condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Ischia e coordinate dalla IV Sezione Fasce Deboli della Procura della Repubblica di Napoli. Secondo tali indagini i due arrestati, fino allo scorso dicembre, avrebbero indotto il minore a prostituirsi e a compiere atti sessuali in cambio di piccole somme di denaro. Sulla base di questi elementi il Gip del Tribunale di Napoli aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 37enne, mentre nei confronti del 52enne era stata disposta la misura degli arresti domiciliari.

Contro tale misura l’avvocato Cozzolino aveva appunto inoltrato ricorso al Riesame. La difesa ha chiesto la revoca della misura, o quantomeno la sua sostituzione con una meno afflittiva, evidenziando anche il fatto che le accuse verso l’indagato sono basate essenzialmente sulle dichiarazioni del minore. Dichiarazioni viziate in quanto, come la difesa evince dalla stessa ordinanza del Gip, non sono state rese spontaneamente, ma con domande da parte della psicologa ritenute eccessivamente suggestive, contenenti in pratica già la risposta, in modo tale che il ragazzo finiva per rispondere solo con un cenno affermativo o ripetendo la domanda. Dunque, risposte che secondo la difesa non erano state ottenute in maniera genuina.

Tuttavia, dopo la discussione, il Tribunale ha confermato la misura per il 52enne, che dunque rimane agli arresti nella propria abitazione. A quanto pare tale conferma è dovuta al fatto che c’era già stata una pronuncia nel merito da parte del Tribunale, che si era espresso sui capi di imputazione nei confronti dell’altro indagato, che dal carcere è a sua volta finito ai domiciliari, ritenendo quindi ancora sussistenti le esigenze cautelari per l’unica contestazione mossa al 52enne. A fine mese si svolgerà l’incidente probatorio durante il quale verranno acquisite in via definitiva le dichiarazioni del minore.

La vicenda giudiziaria si basa su testimonianze e in particolare su una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali che secondo gli inquirenti non lascerebbero dubbi sulle responsabilità dei due indagati. Il Gip Marcello De Chiara, nel motivare le scelte delle misure cautelari a carico del 37enne e del 52 enne, era partito dal presupposto che i reati commessi appartengono ad una sfera che non consentirebbe agli autori degli stessi di riuscire a porvi un freno. In pratica, la mancanza di autocontrollo renderebbe praticamente inevitabile una misura cautelare in grado di privare o quantomeno limitare la libertà personale. Fra l’altro, l’ingente materiale probatorio raccolto dai Carabinieri nel corso di un’indagine abbastanza snella e rapida (iniziata a dicembre del 2019 e terminata a fine gennaio dell’anno in corso) aveva consentito agli investigatori di poter ragionevolmente accertare la consapevolezza dei due indagati di aver tenuto comportamenti di una certa gravità per le quali non hanno esitato ad esternare più volte il timore di poter essere arrestati. Nel caso del 37enne casamicciolese si era scelta la pesante soluzione del carcere, anche per evitare che egli potesse ripetere i suoi comportamenti criminosi, con l’ausilio degli strumenti messi a disposizione dalla moderna tecnologia e dunque tramite internet e le chat di messaggistica di varia natura. Ma, come detto, il Riesame un mese fa ha alleviato la misura ponendolo ai domiciliari. L’altro indagato aveva invece ottenuto da subito gli arresti domiciliari perché non utilizza social network né altri strumenti di comunicazione e dunque la misura meno afflittiva è stata ritenuta sufficiente per evitare di produrre ulteriori “danni”. Tra l’altro, al 52enne viene contestato un solo incontro con il minore di 14 anni, avvenuto in un parco pubblico ischitano, anche se un secondo appuntamento non si “consumò” esclusivamente perché il ragazzino non si presentò nel giorno e nell’orario convenuto. Dall’ordinanza infine, secondo alcune indiscrezioni, si evidenzia come a far scattare l’indagine sia stata la madre della vittima, che aveva intercettato sul suo telefono cellulare una serie di messaggi inquietanti tra il figlio e il 37enne casamicciolese. 

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