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Spignese e gruppo “sciarappa”, che braccio di ferro per la nomina ad Ischia Ambiente

di Corrado Roveda

 

ISCHIA. La partita che si sta giocando sulle partecipate rischia di minare ulteriormente i già fragili equilibri interni alla maggioranza. A creare scompigli e tensioni è la figura del direttore tecnico e le competenze che vengono richieste per ricoprire il ruolo. «Per come hanno impostato il regolamento ha più poteri di sindaco e amministratore della partecipata» mugugnano dai banchi della maggioranza. Sono due i bersagli polemici: da un lato Pierluca Ghirelli, che ha materialmente redatto il testo, seppur su indicazioni dell’amministrazione che fa capo a Giosi Ferrandino. Dall’altro Luca Spignese, che è il referente politico maggiormente addentro alle questioni legate a Ischia Risorsa Mare, una delle due partecipate che, insieme alla Genesis, dovranno confluire all’interno di Ischia Ambiente.

Ma cosa dice la bozza di nuovo statuto di Ischia Ambiente a proposito del ruolo e delle mansioni del direttore tecnico? Innanzitutto, com’è ovvio che sia, la figura dovrà provvedere alla «gestione di tutti gli affari correnti, esercitare i poteri in materia di spesa e di operazioni finanziarie nei limiti previsti, sovraintendere all’organizzazione e al funzionamento degli uffici e servizi, dare esecuzione alle determinazioni assunte dall’Organo amministrativo».

Niente di diverso da quello che ci si attende, insomma. Ma non finisce qui. Anzi, è solo l’inizio. Perché, in maniera abbastanza inusuale, Ghirelli si spinge molto oltre. E, per fare un esempio, prevede che sia il direttore tecnico a «proporre assunzioni, promozioni e revoche» oppure proporre all’organo amministrativo «piani strategici/industriali, budget e piani di investimento» oppure, ancora, «definire le linee guida in materia del personale dipendente, ivi inclusi i dirigenti».

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Insomma, il futuro direttore tecnico del ramo d’azienda – lo statuto ne prevede tre, Igiene Ambientale, Risorsa Mare e Tributi – avrebbe di fatto un potere illimitato, superiore addirittura a quello dell’amministratore unico e del consiglio di amministrazione. Nulla invece viene specificato in merito alle qualifiche richieste al direttore tecnico, nonostante sia abbastanza scontato che per ricoprire un incarico così strutturato si debbano possedere competenze al di sopra della media in economia, giurisprudenza e gestione aziendale, oltre che in un’altra decina di materie. Ed è su questo punto che nascono alcuni dei sospetti interni alla maggioranza.

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Chi dovrebbe ricoprire il ruolo? In molti credono che Ghirelli abbia disegnato un abito su misura per se stesso, grazie anche al supporto di Luca Spignese e, anche se in maniera molto più sfumata, di Ottorino Mattera. Nell’ultimo rimpasto di Giunta, il consigliere in quota Pd scelse di prendere le redini della partecipata che si occupa degli ormeggi, anche perché, bisogna riconoscerlo, i problemi inerenti alla costa e alla sua gestione sono sempre stati i punti di forza di Spignese. Adesso che il progetto di unificazione delle partecipate ha raggiunto una fase avanzatissima, c’è il pericolo che resti con il cerino in mano alla vigilia delle elezioni.

Piazzare Ghirelli nella nuova Ischia Ambiente significa allora mantenere un certo potere contrattuale e, soprattutto, mettere i bastoni tra le ruote al Trio Sciarappa, che ormai fa il bello e il cattivo tempo (leggi anche straordinari) nelle partecipate e rischia seriamente di fare incetta di voti alle prossime elezioni. Il loro sarebbe un percorso analogo a quello di Gianluca Trani, che proprio partendo dalle partecipate riuscì nel 2012 riuscì a mettere insieme quasi 700 preferenze.

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