CRONACA

Beni culturali, 500mila euro per l’area archeologica di Mazzola

Con un decreto a firma del ministro Dario Franceschini sono stati stanziati dei fondi per la sistemazione e la messa in sicurezza dell’area che sorge a Lacco Ameno

In arrivo 500mila euro per la sistemazione e la messa in sicurezza dell’area archeologica di Mazzola. I fondi sono quelli del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, guidato da Dario Franceschini, ha approvato il programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022 e l’elenco annuale 2020.

La zona è quella posta alle spalle del Museo di Villa Arbusto a pochi metri da Mazzola un’altra area di scavo portata alla luce dall’archeologo Buchner negli anni ’60

Il programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022 per l’importo complessivo di 204.254.421,79 euro da aggiornare per le annualità 2021 e 2022 sulla base delle risorse che si renderanno effettivamente disponibili per le predette annualità, e l’elenco annuale dei lavori pubblici per l’anno 2020 per un importo di 40.845.515,34 euro, finanziato con le risorse di bilancio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.

Il decreto ministeriale, che risulta incrementato rispetto al precedente decreto di adozione della suddetta programmazione contempla numerosi interventi di tutela e conservazione del patrimonio culturale del Paese in diversi settori (archeologico, belle arti e paesaggio, museale ed archivistico), pianificati a seguito delle comunicazioni pervenute dagli uffici competenti per territorio. In aggiunta, va segnalato che con precedenti decreti sono stati finanziati anche altri interventi, alcuni dei quali già realizzati o in corso di realizzazione che potranno garantire la conservazione e la fruizione di importanti siti ed istituti culturali presenti nel territorio. Sull’isola arrivano, come detto, 500mila euro suddivisi in tre annualità. 100mila euro stanziati per l’anno 2020, 200mila per il 2021 ed ulteriori 200mila per il prossimo anno destinati alla sistemazione ed alla messa in sicurezza dell’area archeologica di Mazzola a Lacco Ameno.

Nell’area archeologica di Mazzola sorgeva un quartiere metallurgico di almeno 500 metri quadrati, Buchner con i suoi studi individuò la presenza di alcune strutture, probabilmente legate alle officine di un bronzista e di un fabbro e, addirittura, per la lavorazione di oro e argento 

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La zona è quella posta alle spalle del Museo di Villa Arbusto a pochi metri da Mazzola un’altra area di scavo portata alla luce dall’archeologo Buchner negli anni ’60. Le operazioni cominciate nel 1952 e insistettero sull’area di San Montano fino al 1961, per poi spostarsi a metà degli anni ‘60 sulla vicina collina di Monte Vico e nella contrada di Mezzavia, in località Mazzola. Fu lì che Buchner scoprì che, proprio in quella zona, sorgeva un quartiere metallurgico di almeno 500 metri quadrati; con i suoi studi individuò la presenza di alcune strutture, probabilmente legate alle officine di un bronzista e di un fabbro e, addirittura, per la lavorazione di oro e argento.

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Quell’area così importante fu poi riaperta nel 1998 dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli. Nel 2016, poi, gli archeologi tedeschi si sono nuovamente interessati all’isola e, dopo diversi giorni, hanno riportato alla luce un muro in pietre di trachite squadrate inquadrabile, per una similitudine con una struttura analoga presente nella zona Mazzola, al VI secolo avanti Cristo. Pare che proprio a Lacco Ameno sorgesse il più antico insediamento dell’isola d’Ischia organizzato in un sistema di terrazze digradanti verso il mare di fronte al fianco orientali dell’acropoli di Monte Vico. Le ricerche degli anni passati avevano già messo in luce un complesso di quattro strutture realizzate con pietre di trachite locale databili al periodo compreso tra la metà dell’VIII sec. a. C. e gli inizi del VII sec. a.C.. Poi, il sito è stato completamente abbandonato durante il primo quarto del VII sec. a. C., forse a causa di una frana o di un terremoto, fatta eccezione per un’area limitata rioccupata nella prima metà del VI sec. a.C., poi di nuovo abbandonata dopo qualche decennio.

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