LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia e l’Emilia Romagna, quel filo rosso sangue

C’è un sottile filo rosso, il colore del sangue, quello versato da decine di anime innocenti, che lega in queste ore l’Emilia Romagna alla nostra isola. La tragedia che si sta abbattendo nel centro-nord Italia, con decine di morti, centinaia di sfollati, migliaia di persone in balia dell’incertezza e della disperazione, ricorda in maniera drammatica quello che ha vissuto Ischia a novembre dello scorso anno. Un filo rosso fatto di allarmi inascoltati, mancanza di prevenzione, edilizia approssimativa, politica assente. 
In Emilia come ad Ischia sono gli stessi volti, gli stessi sguardi persi nel vuoto, la stessa rabbia. C’è la morte che aleggia sulle case distrutte, la speranza che si perde nei rivoli d’acqua e nei gorghi formati dalla colata di fango. Ci sono le auto sommerse dalla melma e c’è l’azione incessante e commovente delle forze dell’ordine (verso le quali non è mai troppa l’ammirazione e la riconoscenza, dovuta da ognuno di noi). Poi ci sono i volontari, quelli che lasciano tutto e a rischio della loro stessa incolumità, si gettano nel fango, con gli stivaloni e le tute anti-pioggia, per dare un piccolo aiuto, magari anche solo un abbraccio, a ci sta vivendo nell’inferno.

L’Emilia come Ischia, come Sarno e come Genova, come Messina e come tutte le zone d’Italia dove una pioggia più forte e insistente del normale, è capace di creare disastri che un Paese civile, attrezzato, governato in maniera onesta, dovrebbe essere in grado di evitare. E invece la piccola Italia si lecca le ferite, ancora una volta, si asciuga le lacrime e si attrezza per la “laboriosità del giorno dopo”, dove la macchina dell’organizzazione si mette in moto, così come la sinergia tra le parti, i buoni propositi e la raccolta di fondi da destinare al territorio. In questo siamo unici al mondo, non c’è che dire! Solo che prima dobbiamo pagare lo scotto di un tragico tributo di morte e distruzione, che quasi sempre giunge al culmine di anni di malgoverno, litigi, scandali e prebende. 
Tra qualche giorno, anche in Emilia Romagna il maltempo anomalo di questo strano mese di maggio, lascerà spazio al sole e alla bella stagione. Proprio come sta per accadere ad Ischia, dove l’estate del “rilancio” farà dimenticare a tante persone, quanto accaduto soltanto qualche mese fa a Casamicciola. Le spiagge di Rimini e Riccione si affolleranno di turisti e di famiglie, come quelle dei Maronti e di Ischia Porto. La politica suonerà le sue campane di riscossa, con l’intento di promuovere progetti e iniziative capaci di mettere in sicurezza il territorio. E ci saranno i soliti ostacoli burocratici, gli interessi, le schermaglie e le schifezze di una politica che non è neanche più corrotta ma semplicemente incapace, la qual cosa è forse ancor più grave e pericolosa. Tutto come prima fino al prossimo alluvione, quando un altro filo rosso unirà Ischia e l’Emilia Romagna, con chissà quale altro disgraziato angolo del nostro bistrattato Paese.   

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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