LE OPINIONI

Caffè Scorretto  Ischia, spropositi buoni per il 2024 

Restare immobili. Muoversi solo quando ci sono concerti e bagordi gratis (specie a Natale). Fare la guerra tra Comuni sciorinando numeri a caso su quante persone hanno partecipato a questo o quel concerto. Aumentare il provincialismo e la competizione tra Comuni, lanciando solo dichiarazioni formali a favore della sinergia tra Enti. Scattare fotografie dall’alto con droni ad uso proprio del populismo per dimostrare le proprie “dimensioni” ai “vicini” e che non c’è bisogno di un calendario o di una programmazione unica degli eventi. Perdere tempo lasciandosi trascinare nelle medesime dinamiche degli anni precedenti. Non modificare il modo di pensare ma, anzi, lasciare aperta la contrapposizione tra Enti e porzioni dell’isola. Amplificare, ad esempio, quella tra Forio e Ischia, tra questi e gli altri Comuni. Rilasciare interviste e annunci su cose e fatti che vanno solo a proprio vantaggio. Evitare l’autocritica, di qualsiasi tipo, dibattiti e confronti.

Aumentare il provincialismo e la competizione tra Comuni, lanciando solo dichiarazioni formali a favore della sinergia tra Enti. Scattare fotografie dall’alto con droni ad uso proprio del populismo per dimostrare le proprie “dimensioni” ai “vicini” e che non c’è bisogno di un calendario o di una programmazione unica degli eventi. Perdere tempo lasciandosi trascinare nelle medesime dinamiche degli anni precedenti. Non modificare il modo di pensare ma, anzi, lasciare aperta la contrapposizione tra Enti e porzioni dell’isola. Amplificare, ad esempio, quella tra Forio e Ischia, tra questi e gli altri Comuni. Rilasciare interviste e annunci su cose e fatti che vanno solo a proprio vantaggio

Continuare a pensare che chi abbiamo di fronte ne sappia sempre meno di noi. Dare l’impressione che ci si sta muovendo quando la vera ragione è per acchiappare consenso e voti in modo permanente. Schivare le critiche, specie se arrivano da chi ne sa di più o produce una visione diversa. Se è il caso denigrare e delegittimare questi ultimi con qualsiasi arma a disposizione invece, che, magari, cercare di imparare qualcosa. Eccellere nella mediocrità, enfatizzandola come capacità superlativa. Contrastare qualunque modo diverso di guardare il mondo, compreso quello isolano, e insabbiarlo senza “se” e senza “ma” soprattutto se appare migliore di quello usato finora.

Restare nel porto sicuro delle proprie certezze. Soffocare in silenzio chiunque tenti di denunciare in qualunque modo la “stagnazione” ischitana. Continuare ad ostacolare, come fatto fino ad ora, l’esecuzione del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia che se realizzato porterebbe certamente l’isola a uno sviluppo maggiore ma farebbe perdere a Sindaci e consiglieri la piccola grande fetta di gestione del potere che hanno amorevolmente coltivato negli anni. Rigettare ogni forma di collaborazione perché l’isola potrebbe progredire troppo se ci fosse una comunione d’intenti. Convincersi di essere statisti esperti, direttori artistici navigati e Sindaci influencer sui social. Anzi, investire gli amministratori del ruolo di “direttore artistico” degli eventi, tanto di questi professionisti si può fare tranquillamente a meno. Incentivare la competizione negativa. Impedire qualunque tipo di visione d’insieme per agevolare la propria e quella personale. Ingozzarsi di parole come “strategia” o “sinergia” anche se non si sa davvero di cosa si parla (e come dovrebbe compiersi). Accusare chi ne sollecita la pratica di essere un filosofo, astratto e lontano dalla politica reale e dagli equilibri che si fondano su scambi e interessi di altro tipo. Non pianificare. Tenersi distanti da qualsiasi programmazione.

Convincersi di essere statisti esperti, direttori artistici navigati e Sindaci influencer sui social. Anzi, investire gli amministratori del ruolo di “direttore artistico” degli eventi, tanto di questi professionisti si può fare tranquillamente a meno. Incentivare la competizione negativa. Impedire qualunque tipo di visione d’insieme per agevolare la propria e quella personale. Ingozzarsi di parole come “strategia” o “sinergia” anche se non si sa davvero di cosa si parla (e come dovrebbe compiersi). Accusare chi ne sollecita la pratica di essere un filosofo, astratto e lontano dalla politica reale e dagli equilibri che si fondano su scambi e interessi di altro tipo 

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Fare concorsi ed assunzioni di cui già si conosce l’esito. Posizionare, perciò, amici e parenti in rami e dipartimenti delle amministrazioni sotto l’egida della regolarità amministrativa. Lamentarsi delle isole vicine che in ogni occasione sono in grado di conquistare più visibilità di noi. Denunciare, per questo, che l’isola ha poca visibilità su giornali, reti nazionali ed estere. Mostrare euforia se invece Ischia – per 10, 20 o 30 secondi – appare nei servizi Tv e giornalistici. Rilasciare dichiarazioni a supporto del lavoro che ha consentito di raggiungere questo fantastico risultato. Strapparsi i capelli quando va in scena in programmi televisivi. Promuovere i giornalisti che scrivono a favore delle amministrazioni. Bocciare ed evitare come la peste quelli che ne criticano la politica. Nascondere i problemi di lavoro dei dipendenti nelle strutture ricettive. Occultare i disagi sociali ed economici della società isolana sotto il tappeto della bellezza formale. Non organizzare riunioni tra Sindaci per discutere di problemi “comuni”, tanto non serve a niente men che meno alla gente. Evitare di capire che isola e società vogliamo costruire nei prossimi anni, dove stiamo andando e quante occasioni stiamo perdendo. Anzi, non costruire nulla e lasciare le cose come stanno. Dimostrare di essere bravi a parole in ogni campo. Continuare a coltivare il proprio orticello, come abbiamo sempre fatto. Trascurare i lavoratori compresi quelli in nero, quelli in condizioni precarie o gli altri che subiscono minacce se non svolgono gratis le mansioni oltre l’orario stabilito, sia d’inverno e sia d’estate. Evitare da parte delle Amministrazioni pubbliche di chiedere la tutela dei diritti dei dipendenti a quelle strutture – di cui conosciamo dati, nomi e cognomi- che li trattano male, sia umanamente sia economicamente. Non attuare alcuna politica e restare indifferenti alle famiglie prossime alla soglia di povertà e ai senza tetto. Non occuparsi del ricovero di cani e gatti, tanto tra la buona volontà di piccole associazioni e la responsabilità di poche persone gli animali hanno tutto ciò di cui potrebbero aver bisogno. Regalare altre stelle agli alberghi pure se non le meritano. Augurarsi che la politica amministrativa continui a favorire gente facoltosa per il proprio tornaconto. Restare indifferenti a proposte che non arrivino da aderenti a cerchi magici e affini. Nutrire i rapporti con i propri referenti politici in Regione o a livello nazionale, cercando di arrivare prima a finanziamenti per realizzare opere che non servono all’economia. Disinteressarsi se tra loro esistono visioni contrastanti. Anzi, contribuire ad alimentarle come il buon vicino rompipalle. Tenere in piedi la convinzione che quando si parte da Panza, Serrara o da qualunque altro Comune verso il porto d’Ischia il viaggio dovrà durare almeno un’ora.

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Lamentarsi delle isole vicine che in ogni occasione sono in grado di conquistare più visibilità di noi. Denunciare, per questo, che l’isola ha poca visibilità su giornali, reti nazionali ed estere. Mostrare euforia se invece Ischia – per 10, 20 o 30 secondi – appare nei servizi Tv e giornalistici. Rilasciare dichiarazioni a supporto del lavoro che ha consentito di raggiungere questo fantastico risultato. Strapparsi i capelli quando va in scena in programmi televisivi. Promuovere i giornalisti che scrivono a favore delle amministrazioni. Bocciare ed evitare come la peste quelli che ne criticano la politica. Nascondere i problemi di lavoro dei dipendenti nelle strutture ricettive. Occultare i disagi sociali ed economici della società isolana sotto il tappeto della bellezza formale 

Altre due, almeno, dall’isola per raggiungere Napoli indistintamente se ci si muova in traghetto o in aliscafo. Non incentivare forme alternative agli spostamenti. Trascurare il trasporto pubblico e le condizioni in cui versa l’ospedale Rizzoli. Bloccare qualsiasi tentativo che voglia eliminare i confini amministrativi. Non riorganizzare il servizio taxi, aumentare tra loro le divisioni e le tariffe delle corse. Chiedere ed ottenere un presidio permanete di Polizia Locale per monitorare i confini e i flussi in entrata e uscita da ogni Comune. Tenere in piedi e favorire la divisione. Non realizzare un piano traffico condiviso tra le Amministrazioni. Lasciare alle oltre 65 mila auto di muoversi senza regole. Raggiungere quota 100 mila entro il 2025. Consentire di fermare l’auto a meno di un metro dal bar per prendere il caffè pomeridiano o andare al bagno. Costruire parcheggi, parcheggi e ancora parcheggi e, infine, fontane. Attribuire a questi lo status di “grande opera strategica” e infrastrutturale. Stimolare il lavoro stagionale di tre mesi non preoccupandosi degli altri otto perché, tanto, si va in letargo. Incoraggiare la chiusura delle attività commerciali e ricettive durante il periodo invernale. Parlare, parlare e parlare di destagionalizzazione invece che tentare di “stagionalizzare” le stagioni (che è un concetto più complesso). Aumentare le tasse. Non realizzare progetti tra Enti locali e perdere fondi pubblici. Muoversi solo per incentivare la prassi che ogni Comune può produrre i suoi e aver accesso a fondi (così non deve dar conto agli altri). Accrescere i contrasti con le associazioni favorendo, però, quelle vicine alla politica. Premiare gli amici ed estromettere gli altri o comunque quelli che lo sono un po’ meno. Vedere ogni persona come un nemico. Criticare i giovani, rimproverarli se sbagliano e incentivare quelli particolarmente competenti e preparati a lasciare l’isola se non fanno parte di cerchi magici e gruppi affini. Elogiare invece quelli che fanno quello che vogliamo. Applaudirli, se lo fanno nel modo in cui lo diciamo noi. Diventare più provinciali. Augurarsi che la stampa locale retroceda in cultura e guizzo creativo ed eviti di prendere una posizione contro le cose che non funzionano. Augurarsi, invece, per contrappeso che l’ego ipertrofico degli isolani lo sia più degli anni precedenti e non perda occasione per manifestarsi in ogni momento. 

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci 

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