CULTURA & SOCIETA'

Alla biblioteca Antoniana le rivelazioni storiche di Giovannino di meglio sulla beata Maria Cristina di Savoia che il “popolino” chiamava la “Reginella Santa”

L’associazione AIPARS diretta dalla presidentissima Caterina Mazzella da quando ha iniziato il suo percorso operaivo sta facendo la parte della leonessa promuovendo iniziative socio-ambientali e culurali di alto profilo per i personaggi prestigiosi e di comprovata esperienza che coinvolge e per i risulti esaltanti che ottiene

La storia va rappresentata e raccontata. A rappresentarla vi pensano con collaudata efficacia le attivissime Lucia Annicelli, che ha rilanciato con la sua superdirezione alla grande il Tempio della cultura ischitana la Biblioteca Antoniana comunale e Caterina Mazzella già presidente nazionale della Fidapa e oggi a capo dell’Associazione Aiparc Isola d’Ischia con una serie di iniziative culturali che le fanno semplicemente onore e ce la rendono garante per un futuro ancora più promettente.

A raccontarla invece con dovizia di particolari documentati sale in cattedrale con tutte le carte in regola l’autorevole socio dell’Associazione lo storico avv, Giovannino Di Meglio che con merito si prende il sincero applauso dell’attento uditorio. L’ Associazione Aiparc diretta dalla presidentissima Caterina Mazzella da quando è sorta sta facendo la parte della leonessa promuovendo iniziative socio-ambientali e culurali di alto profilo per i personaggi prestigiosi e di comprovata esperienza che coinvolge e per i risulti esaltanti che ottiene. Va detto che è proprio vero che sono i Soci a dare valore alle Associazioni! Al riguardo, è il caso dei Soci AIParC Ischia ben guidati dall’attivissima presidente Caterina Mazzella, che , attraverso le loro competenze , sostanziano di contenuti il ricco calendario degli eventi del dinamico sodalizio isolano affiliato alla Rete Nazionale dei Parchi Culturali. L incontro di venerdì scorso 3 marzo 2023 -svoltosi nella Biblioteca Antoniana di Ischia eccellentemente diretta dalla dott Lucia Annicelli– ha visto “protagonista” la Beata Maria Cristina di Savoia narrata con consueta dovizia dal brillante Socio e Responsabile Comm Storia Aiparc,avv Giovanni Di Meglio , storico e appassionato custode di documenti e verita’ dell’ epoca borbonica, quando Napoli e Palermo , con i loro primati surclassavano tante Capitali europee.

”Un racconto inedito quello dell’ Avvocato Di Meglio, ci dice Caterina Mazzella promotrice dell’incopntro, che restituisce la verita’ dei fatti sulla straordinaria figura di Maria Cristina, Savoia di nascita e Borbone per matrimonio , molto amata dai Napoletani; la ” Reginella Santa” ,come affettuosamente veniva chiamata dai meno abbienti , avendo restituito loro dignita’ attraverso sostegni concreti e opportunita’ per riscattarsi e sperare in un futuro migliore. Una figura, quella di M.Cristina ,che si disvela in tutta la sua modernita’ innovativa, sopratutto riguardo l emancipazione femminile che la giovane regina ha sostenuto creando laboratori e altre opportunita’ di lavoro per le donne…tanto che il suo operato a favore delle fascedi popolazioni deboli fu definito” comunismo borbonico”! L’ evento, inoltre,programmato anche su piattaforma per consentire una ampia partecipazione ,ha favorito significativi spunti di confronto ed approfondimento di questa straordinaria Regina:molto apprezzato, dai numerosi ospiti in sala, l intervento della prof Filomena Cervadoro Falvo Presidente del ” Convegno di Cultura Beata Maria Cristina di Savoia” di Lamezia Terme :i Convegni ravvivano e diffondono in tutta Italia , il messaggio di santita’ della Beata.

CATERINA MAZZELLA CON RICCARDO SCOTTI

La Regina Maria Cristina e’ stata beatificata da Papa Francesco nel 2014 ee i suoi resti si conservano nella Basilica di S Chiara a Napoli. Speriamo di poterLa annoverare, presto, tra i Santi ! Un incontro partecipato ed apprezzato per la gioia della Presidente Aiparc Ischia Caterina Mazzella e Soci che rinnovano i ringraziamenti al Socio avv.Giovannino Di Meglio alla Direttrice della Biblioteca dott Lucia Annicelli ed alla Presidente dei Convegni di Cultura Beata Maria Cristina di Savoia di Lamezia T, prof Filomena Cervadoro. Appena 9 anni fa, precisamente il 25 gennaio 2014, ci informa Giovannino Di Meglio nel suo escursus storico, prodotto alla Biblioteca Antoniana di Ischia, nella basilica di Santa Chiara in Napoli, il card. Crscenzio Sepe proclamava solennemente Beata Maria Cristina di Savoia, regina di Napoli in quanto prima moglie di Ferdinando II di Borbone e madre dell’ultimo re del Regno delle Due Sicilie, lo sfortunato e vilipeso Francesco II di Borbone, Eppure la causa di beatificazione era iniziata nel lontano 1859 e già nel 1936 Pio XI l’aveva dichiarata venerabile.

IL MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONE AIPARC PROMOTRICE DELL’INCONTRO ALLA BIBLIOTECA ANTONIANA

Solo grazie al diretto intervento di papa Francesco, tutti i motivi ostativi, principalmente di natura politica, furono superati. Per decenni, infatti, i Savoia avevano temuto che, mettendo in luce le virtù cristiane della regina, potevano essere messe in evidenza anche le ambiguità e le ‘zone d’ombra’ che hanno accompagnato il processo di unificazione dell’Italia. Ma ora è tempo di restituire dignità alla verità storica del Sud e dare, quindi, giusto rilievo alla figura della Beata Maria Cristina di Savoia, specialmente sotto l’aspetto dell’impegno sociale nei confronti delle donne. Figlia del re Vittorio Emanuele I di Savoia e di Maria Teresa d’Asburgo, Maria Cristina nacque il 14 novembre 1812 a Cagliari, in quanto in quel periodo il Piemonte era sotto il dominio napoleonico. Aveva appena nove anni, quando visse il dramma del padre che, a seguito dei moti rivoluzionari del 1821, fu costretto ad abdicare a favore del fratello Carlo Felice e a rifugiarsi a Nizza. Intanto, Maria Cristina cresceva in avvenenza, dolcezza, pietà religiosa e con una ottima preparazione culturale, ben superiore alla media delle giovinette nobili dell’epoca. Per motivi politici, come quello di consolidare i rapporti con il Regno delle Due Sicilie, il nuovo re Carlo Alberto del ramo cadetto di Savoia Carignano, la indusse “energicamente” ad accettare il matrimonio con il giovane Ferdinando II di Borbone.

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IL PUBBLICO

Nella veste di regina subito mostrò un carattere dolce, risoluto e caritatevole. Appena messo piede nel regno, la nuova regina si fece carico di destinare parte dei soldi previsti per i festeggiamenti di corte a 240 ragazze povere, nonché a riscattare molti pegni al Monte di Pietà. Sollecitò il marito a condonare le pene lievi per i reati minori. Sempre sollecita a venire incontro alle esigenze economiche del popolo napoletano, collocò nello scalone d’onore del Palazzo Reale una cassetta, di cui solo lei possedeva le chiavi, dove ognuno poteva imbucare richieste di aiuto economico. Ogni sera, aperta la cassetta, nel suo alloggio privato leggeva e valutava le istanze. Per soddisfare tutte le richieste di elemosina, conservava nel cassetto dello scrittoio 400 ducati, rinnovati ogni mese.

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LA PRESIDENTE DELL’AIPARC CATERINA MAZZELLA CON LO STORICO GIOVANNINO DI MEGLIO

Altre volte suggeriva interventi legislativi a favore delle classi sociali più disagiate, come nel caso dei pescatori di corallo di Torre del Greco, i quali furono esentati dall’obbligo del servizio militare, per consentire loro di mantenere le famiglie con il lavoro costante. n questa intensa attività caritatevole, uno sguardo intenso e particolare Maria Cristina lo rivolse all’universo femminile. Scelse come campo di applicazione delle riforme sociali, specialmente tra le lavoratrici, l’antica seteria di San Leucio, nei pressi di Caserta. In primo luogo, dopo aver risanato gli ambienti e gli spazi delle antiche fabbriche, e aver piantato alberi di gelso per l’allevamento dei bachi da seta, sulla scorta del vecchio statuto ferdinandeo, ne promulgò uno nuovo e più rispondente alle esigenze del momento. Il risultato fu tanto clamoroso e di avanguardia, che molti storici, anche quelli che non avevano in alcuna simpatia i Borbone, non esitarono a parlare di “comunismo” borbonico.

LO STORICO ISCHITANO AVV. GIOVANNINO DI MEGLIO MENTRE SVELA EPISODI INEDITI DULLA REGINELLA SANTA

Le seterie di San Leucio, secondo le intenzioni della regina, divennero una sorta di città ideale, dove lavoratori e lavoratrici avevano pari dignità, erano soggetti agli stessi doveri, e nello stesso tempo godevano degli stessi diritti, tra cui il diritto alla felicità; dispose che le giovani potevano contrarre matrimonio con chi volevano, senza il consenso dei genitori. Tra l’altro, sancì uguali diritti ereditari per uomini e donne, rese obbligatoria l’istruzione scolastica per uomini e donne; edificò una casa per gli orfani; creò una magistratura elettiva; adottò la gestione collettivizzata delle seterie; applicò l’orario di lavoro; introdusse metodi di lavoro meno faticosi; previde il riposo settimanale e l’astensione dal lavoro nei giorni di festa; garantì le cure mediche gratuite. Alle ragazze di San Leucio in età di marito, donava loro la dote e il corredo. Animata dalla volontà di emancipare quei lavoratori, fece arrivare dalla Francia e dal Belgio 12 impianti tessili di ultima concezione.

LUCIA ANNICELLI, GIOVANNINO DI MEGLIO E CATERINA MAZZELLA

Per rendere competitive sul mercato europeo le pregiate sete di San Leucio, a proprie spese, istituì corsi professionali, nel corso dei quali operai e periti tessili provenienti da Lione dovevano impartire lezioni ai lavoratori e alle lavoratrici i metodi innovativi teorici e pratici per migliorare la qualità dei tessuti serici. Era talmente fiera delle seterie, da scartare personalmente i pezzi difettati, affinché non ne venisse intaccato il prestigio. Sempre al fine di incrementare l’industria della sete, inviò operai ed operaie di San Leucio a Parigi per metterli in contatto con le ultime tendenze della moda. Nè si limitò a questo. Fece aprire, infatti, a Via Toledo – nel centro di Napoli – un negozio specializzato nella vendita delle sete di San Leucio, e un altro nei pressi del porto per la vendita all’ingrosso delle sete.

Ma la straordinaria volontà della regina di migliorare le condizioni di vita dei sudditi, in particolare delle donne, non si limitò alle seterie di San Leucio. Maria Cristina di Savoia, infatti, fondò un laboratorio per la fabbrica di letti e altri mobili all’interno del monastero di San Domenico Soriano. Fondò ancora diversi istituti e rifugi, come quello dell’Addolorata, per ospitare le prostitute desiderose di cambiare stile di vita. A Napoli e a Palermo concesse i fondi per realizzare istituti per i i sordomuti.

Elaborazione e ricerca Foto Di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Collaborazione: Caterina Mazzella

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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