LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Di vaccini e di che cosa avremo bisogno per ripartire, che non c’è» 

Ormai è noto, alle pubbliche amministrazioni di Ischia manca la visione d’insieme mentre è gravosa la mancanza nelle conoscenze interdisciplinari, cui si aggiunge una scarsa preparazione del personale interno, tranne forse quella di tipo specifico e solo in alcuni casi. Se a ciò si somma la poca comprensione su quale sia il vero problema da affrontare, ora per domani, che richiede di adattare le soluzioni alla realtà particolare, il risultato non può che essere la miopia di atti, fatti, parole e comportamenti che mettono sul banco degli imputati – e al centro dei problemi – i sei sindaci con le rispettive amministrazioni. Per carità, nessuno ha la pretesa di volergli insegnare come fare il loro mestiere o quale sia o debba essere la strada giusta da seguire.

Per carità, nessuno ha la pretesa di voler insegnargli come fare il loro mestiere, discorso che si estende a Giunte e Consigli comunali, o su quale sia o debba essere la strada giusta da seguire. Tuttavia non si può fare a meno di rilevare che continuando su questo percorso, nella presunzione che ci sia chi sia in grado di vederne uno, carente soprattutto della visione complessiva, è sempre più vicino il segnale che ci indica una strada senza uscita palesando il rischio di perdere tempo sul terreno delle sfide che è imminente e ci aspetta aggressivo

Tuttavia non si può fare a meno di evidenziare che continuando su questo percorso “ordinario”, sempre che ci sia qualcuno in grado di vederne uno, carente della visione complessiva, si avvicina il segnale che ci avvisa che la strada è senza uscita e palesa il rischio di attardarci sul terreno delle sfide che è imminente e ci aspetta aggressivo. Allo stesso modo è sicuro che il nuovo campo di battaglia all’uscita dell’emergenza – in cui dovranno operare la politica e l’imprenditoria isolana (magari questa volta concertate insieme?) – non sarà semplice e l’insufficienza di flessibilità, la scarsa empatia, una nuova mentalità imprenditoriale con la capacità di essere proattivi e disponibili a scelte audaci, agili nel comprendere discorsi e contesti, saranno i nuovi elementi da acquisire e integrare in ogni settore della vita pubblica e privata, necessariamente.

Diversamente le “azioni immobili” per lo più svolte singolarmente, sul medio e lungo periodo ostruiranno ogni sviluppo dell’economia e della società, escludendo dalla lista aiuole, giardini e marciapiedi. Quelli continueranno a muoversi per truccare il viso di una politica anacronistica. Partendo dal presupposto che l’interlocutore sia pubblico sia privato, oltre che debole è pure resistente a qualunque forma di suggerimento su quali sono le prospettive e i comportamenti di cui servirsi per venir fuori dal pantano prodotto dalla pandemia, bisogna rendersi conto che finora tutto è andato avanti per inerzia e che il pericolo della vita apparente e atarassica di Ischia sta mostrando i suoi segni tangibili. Cultura della gestione e organizzazione di strutture complesse non s’improvvisano. Neppure gli amministratori se ne dovrebbero vantare, perfino solo sulla base del proprio ruolo approfittando delle interviste per tessere lodi personali o con le comunicazioni via social. Per usare l’aggettivo che l’avvocato Gino Di Meglio ha adoperato per descrivere la situazione attuale, tutto ciò è frustrante. Non basta l’emergenza, che da qualche giorno si è trasformata in solerzia per dare avvio alla campagna di vaccinazione nel tentativo di rendere l’isola Covid free in tempi brevi. Si aggiunge pure l’insensibilità dei leader comunali che con la loro riluttanza e inadempienza, a unirsi per elaborare una strategia comune e dimostrare che l’interesse pubblico dell’isola non è immobilizzato nella cultura del feudalesimo, si trasforma invece in un gorgo pronto a risucchiare anche quel poco che c’è per sputarlo non si sa ancora in quale dimensione alternativa.

Partiamo da un dato. Ai fondi in arrivo per fine estate, quei 191 miliardi del Recovery, si potrà accedere quasi certamente solo presentando progetti per aree omogenee. Ciò significa che sarà insufficiente per un Comune andare da solo per servirsi dei finanziamenti europei. Se pensiamo poi che una buona capacità di soddisfare la minima esigenza di progettazione che non sia l’ordinario è inesistente siamo quasi all’assurdo, alla favola. Neppure basterà un asse “Forio – Lacco Ameno” o “Ischia-Barano”, passando per Casamicciola e Serrara Fontana. Per superare l’asticella minima posta all’ingresso sarà necessario un tavolo unico, decisionale prima e progettuale dopo, capace di raccogliere i sei amministratori e i vari interessi dell’isola in uno solo. Area omogenea, appunto 

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Intanto i sindaci non sono stati capaci di affermare il contrario durante l’incontro con l’Assessore al turismo della Campania il professor Casucci, in cui ha prevalso un narcisismo a dir poco ingombrante. Risultato confermato davanti al Governatore De Luca la settimana scorsa. Una “figurella politica” triste, della quale avremmo fatto volentieri a meno, pure delle fanfare suonate per dar fiato alle trombe che divulgavano il messaggio “noi siamo Ischia, dovete aiutarci!”. Tutto ciò deve stimolarci una riflessione. Ossia se a quelle categorie di pensiero e comportamenti di cui i sindaci sono portatori asintomatici attraverso condotte incapaci di guardare all’interesse di Ischia nella sua totalità, in cui ricadono il turismo, l’economia, la sanità, il sostegno ai lavoratori, la tutela e la creazione di lavoro, il dissesto idrogeologico, argomenti che ci riguardano tutti senza confini amministrativi sorvegliati da guardie col fucile, non sia arrivato il momento di opporvi il vaccino del realismo per renderle inoffensive. Partiamo da un dato. Ai fondi in arrivo per fine estate, quei 191 miliardi del Recovery, si potrà accedere quasi certamente solo presentando progetti per aree omogenee.

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Ciò significa che sarà impossibile per un Comune viaggiare da solo per servirsi dei finanziamenti europei. Se pensiamo poi che una buona capacità di soddisfare la minima esigenza di progettazione che non sia l’ordinario è completamente inesistente siamo quasi all’assurdo, una favoletta. Neppure basterà un asse “Forio-Lacco Ameno” o “Ischia-Barano”, passando per Casamicciola e Serrara Fontana. Per superare l’asticella minima posta all’ingresso sarà necessario un tavolo unico, decisionale prima e progettuale dopo, capace di raccogliere i sei amministratori e gli interessi dell’isola in uno solo. Area omogenea, appunto, e probabilmente resterà la porta di accesso per futuri sostegni. Quel tavolo già c’era, e c’è. Si tratta del Patto Strategico realizzato da Mimmo Barra, deliberato e sancito con Protocolli d’intesa nel 2015. Quello che i “sindaci” avrebbero dovuto riprendere dal cassetto per trattarne con l’Assessore al Turismo, nel primo incontro nella Sala Consiliare di Ischia, e con il Presidente De Luca nel secondo a Santa Lucia ma che, invece, durante le discussioni non hanno minimamente accennato determinando un grave ritardo in pianificazione e programmazione che saranno sensi obbligati. L’affermazione di alcuni amministratori di voler pensare prima di tutto alla necessità di vaccinare il più possibile la popolazione entro giugno, far ripartire il turismo e dopo pensare ad altro, non è solo completamente discutibile ma esprime parzialità e una lungimiranza improduttiva di effetti tranne quelli negativi. Una panacea consolatoria per indurre nella gente l’illusione che c’è chi sa come pensare al presente, vera emergenza rispetto a chi viceversa è attento alla speculazione sul futuro e su dove vogliamo andare. Una vera baggianata che mostra risvolti peggiori dei problemi cui si vuole porre fine. Pare di essere di fronte a quella frase che si usa spesso, “non è il momento di fare polemica”, per evitare ogni discussione e mettere a tacere col potere della mancanza di argomentazione le voci contrarie.

L’affermazione di alcuni amministratori di voler pensare prima di tutto alla necessità di vaccinare il più possibile la popolazione entro giugno e far ripartire il turismo e poi dopo pensare ad altro, non solo è completamente discutibile ma esprime ancora una volta parzialità e una forma di lungimiranza improduttiva di effetti tranne quelli negativi. Si presenta come panacea consolatoria per indurre nella gente l’illusione che c’è chi sa come e dove vogliamo andare ma che all’opposto mostra risvolti peggiori dei problemi cui si vuole porre fine. Pare di essere al cospetto della frase che si usa spesso “non è il momento di fare polemica”, per evitare di affrontare qualunque discussione e mettere a tacere col potere della mancanza di argomentazione ogni voce contraria. Invece è il caso di farla questa polemica

Invece è il caso di farla questa polemica. In particolare se a causa del comportamento di oggi – della politica come del mondo imprenditoriale, abituati a coltivare il proprio orto personale – si produrranno falle e ostacoli per tutto il “sistema” domani. Se davvero si vuole affrontare la competizione, specie quella sul turismo, che non è più “locale” o Campana – anzi, a dirla tutta negli scopi (di rilancio del turismo, quello di un certo livello) del Presidente De Luca, l’isola d’Ischia non è certo tra i primi posti nella lista di priorità – ma si estende nel Mediterraneo e a livello internazionale. Se si vuole realmente non immaginare ma prevedere un’isola diversa e dialogare con l’utopia calarla nella concretezza di un quotidiano che non sia più preda di deliri feudali, le due campagne (“vaccinale” e “pianificazione e rilancio dell’economia” attraverso un tavolo unico) devono per forza camminare in modo parallelo. Solo recuperando il ritardo strutturale potremo capire come bisogna muoversi e quali strategie servono in questo “mercato di matrice darwiniana” che accoppa i più deboli per permettere ai più forti di sopravvivere. Che ormai esiste e ha già prodotto conseguenze sfavorevoli per la “destinazione Ischia” e continuerà a crearle perché siamo deboli. Purtroppo i sindaci come molti albergatori probabilmente, vivono persuasi nella convinzione che si tratti solo di un complotto. Architettato dalla setta “sdraio e ombrellone” o da qualche potere occulto, vuole farci del male, procurarci ansia e indurci all’errore nel pensare che nel mercato come nella gestione e organizzazione della “res-pubblica” qualcosa forse è veramente cambiato, da molto tempo. E per fuggire da tale realtà restano in molti a farsi aiutare dall’errore cognitivo che in fondo non siamo poi così vulnerabili e per niente al mondo saremo destinati a diventare un vascello fantasma che si tiene a galla, ormeggiato nel Golfo di Napoli.  

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