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«Mia figlia cacciata dalla Chiesa»: botta e risposta tra famiglia sfollata e Curia

«Valentina sfrattata due volte», l’accusa. La replica perentoria: «Abbiamo aiutato questa famiglia per due anni»

“Mia figlia è stata sfrattata due volte”. Questo l’sos di Caterina Ferrigno per sua figlia Valentina Ciotola rimasta senza casa dopo il terremoto del 21 agosto 2017 a Casamicciola. Con il terremoto la giovane donna perse la casa che le crollò addosso. Furono i soccorritori a salvare la sua vita e quella di uno dei suoi figli. Successivamente è stata Caritas Diocesana ad occuparsi di loro provvedendo in poco tempo a sistemare l’intera famiglia presso alcuni ambienti della canonica di Fontana. A quasi due anni dal sisma, però, la Curia vuole indietro l’appartamento. Per questo la mamma della ragazza, Caterina Ferrigno ha lanciato dalle colonne de ‘Il Mattino’ la protesta. “Mia figlia non protesta – ha detto – ma io come mamma non posso tacere contro questa che mi sembra una forzatura da parte del vescovo di Ischia, che offusca l’iniziale opera di bene. La mia pena – conclude Caterina Ferrigno – è che adesso i nostri familiari non hanno dove andarsene”.

Ma la curia non ci sta e ribatte attraverso il responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali don Carlo Candido. “Per amore alla verità sento il dovere di intervenire avendo conoscenza dettagliata dei fatti. Sono infatti stato personalmente più volte presente sui luoghi del terremoto all’indomani del sisma e perciò conosco l’impegno profuso dalla Caritas diocesana. Pur nonostante la Diocesi non preferisca rispondere alle tante false notizie che spesso tendono a screditare il suo operato, a seguito del terremoto il Vescovo di Ischia, Mons. Pietro Lagnese, incontrando la Sig.ra Valentina Ciotola e avendo ascoltato la sua dolorosa storia si è mobilitato per trovare una sistemazione abitativa per la sua famiglia”. Ed ancora: “In quelle ore del post terremoto i francescani del Terz’Ordine Regolare, nella persona di p. Angelo Gentile, dichiaravano la loro disponibilità ad offrire a titolo gratuito per un anno la loro abitazione sita nel territorio della parrocchia di Fontana. La Sig.ra dopo alcune perplessità sulla collocazione periferica dell’immobile rispetto alla sua abitazione originaria, ha accolto l’aiuto della Diocesi e dei frati del Terzo Ordine Francescano.

Trascorso circa un anno dalla permanenza della famiglia nella casa di Fontana, la Diocesi otteneva dai frati l’uso della casa per un ulteriore anno, stabilendo così che la famiglia lasciasse l’abitazione a fine maggio 2019”. Don Carlo Candido, poi, ha spiegato come la “Diocesi di Ischia in questi circa due anni per quella casa ha sempre pagato tutte le utenze (acqua e luce) e le relative tasse (tari, etc…), pur consapevole che entrambi i coniugi percepiscono un reddito da lavoro dipendente oltre al CAS (Contributo di Autonoma Sistemazione)”. Ma l’impegno non è stato solo della Diocesi, bensì anche della “comunità parrocchiale di S. Maria della Mercede in Fontana e dal Parroco don Pasquale Mattera che mai hanno fatto mancare il loro sostegno”. Secondo don Carlo la sistemazione per Valentina non era definitiva in quanto “Fin dall’inizio, la famiglia era perciò consapevole di dover trovare una diversa collocazione scaduto il tempo stabilito concordemente con i frati, prima di un anno e poi grazie all’impegno del vescovo di un secondo anno. Incontrando la Sig.ra, il Vescovo assicurava di chiedere ai Frati ulteriore proroga, come ha fatto, e di verificare la disponibilità di altre strutture.

La Diocesi nella persona del Vescovo, in quello stesso colloquio, assicurava la volontà di aiutare la famiglia nel trovare una nuova abitazione e di un aiuto concreto anche per il trasloco e altro e confermava la disponibilità a stare accanto a quella famiglia e a sostenerla come ha fatto fino ad ora”. Dopo il sisma, inoltre, tutti gli altri immobili disponibili della Diocesi sono già occupati per l’accoglienza gratuita di altre famiglie terremotate. “Come sacerdote della Chiesa di Ischia – conclude don Carlo Candido – esprimo tutto il mio dispiacere per l’ingiustificata rimostranza che non tiene conto di tutto il bene ricevuto e che mostra di non avere gratitudine verso chi ha aiutato e sta continuando ad aiutare disinteressatamente le famiglie terremotate dell’Isola. Ciò nonostante sono sicuro che la Diocesi continuerà ad aiutare e a rendersi disponibile per la Sig.ra Ciotola”. 

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