LE OPINIONI

«Caffè Scorretto»«Stelle in stallo sul palcoscenico della stalla isolana»

C’è un vecchio proverbio anatolico che recita «Quando un animale entra nel palazzo, non diventa un re ma quel palazzo diventa una stalla». L’ha utilizzato la giornalista turca Sedef Kabas durante il suo programma in diretta Tv per smontare la teoria secondo cui «Una testa diventa più saggia quando indossa una corona». La circostanza l’ha condotta prima al fermo da parte della polizia, poi all’arresto e la espone al rischio di reclusione da 1 a 4 anni per vilipendio al “Presidente” Erdogan. Se immaginassimo di usare Google Earth e al posto di digitare il luogo scrivessimo il “detto popolare”, potremmo sbiancare di fronte al numero notevole di bandierine che ci segnalano “paesi” governati dal culto della personalità e dell’individualismo con punte elevatissime di permalosità cristallizzata dalla sindrome dell’ego ipertrofico.

Se immaginassimo di usare Google Earth e al posto di digitare il luogo scrivessimo il “detto popolare”, potremmo sbiancare di fronte al numero notevole di bandierine che ci segnalano “paesi” governati dal culto della personalità e dell’individualismo con punte elevatissime di permalosità cristallizzata dalla sindrome dell’ego ipertrofico. Potrebbe essere questa una parte del resoconto prodotto dallo spettacolo, messo in scena dai “partiti”, o quel che ne è rimasto, e in generale dalla politica italiana, in occasione dell’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica. Un quadro desolante basato sulla mancata capacità di gestire il processo democratico come la “semplice” responsabilità di scegliere (tranne quella per se stessi). Si rischierebbe di fare un torto, però, – alla politica nel suo insieme – se limitassimo tali demeriti al teatrino dagli effetti nefasti che abbiamo seguito per circa una settimana. Motivo, questo, che consente di espandere la riflessione al “nostro” scoglio 

Potrebbe essere questa una parte del resoconto prodotto dallo spettacolo, messo in scena dai “partiti”, o quel che ne è rimasto, e in generale dalla politica italiana, in occasione dell’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica. Un quadro desolante basato sulla mancata capacità di gestire il processo democratico come la “semplice” responsabilità di scegliere (tranne quella per se stessi).

Si rischierebbe di fare un torto, però, – alla politica nel suo insieme – se limitassimo tali demeriti al teatrino dagli effetti nefasti che abbiamo seguito per circa una settimana. Motivo, questo, che consente di espandere la riflessione al “nostro” scoglio. Il quale, in fondo, non si allontana poi tanto da una simile tendenza e presenta in modo non proprio differente le medesime manifestazioni (tendenza alla confusione e alla scissione, individualismo esasperato, incapacità di scegliere per il “bene del paese” e, insieme, quella di assumersi una responsabilità di fronte alla popolazione che non sia soltanto formalmente dichiarata sulle pagine social o dei giornali o per farne il proprio favore) che ci dicono di uno scollamento dalla realtà che è divenuto inaccettabile. Ciò soprattutto se si conferma l’aumento della condizione di povertà di numerose famiglie (almeno 2500 ma forse sono molte di più) – di cui abbiamo parlato spesso nei mesi scorsi, suonando la sveglia che di fronte alla sordità amministrativa però può poco o nulla – che stentano ad arrivare alla fine del mese, costrette a rivolgersi ad associazioni come Caritas, Mensa del Sorriso e simili. Tutto, nella totale distrazione e nel silenzio delle amministrazioni isolane, dei Consigli comunali, dei Consiglieri e, su tutti, proprio dei Sindaci (sarebbe un evento veder traccia di tutto ciò nelle interviste auto celebrative, ancora di più se fossero elencate pure le misure che gli statisti locali intendono adottare per arginare il tema di una società che rischia di spaccarsi ulteriormente).

Ciò soprattutto se si conferma l’aumento della condizione di povertà di numerose famiglie (almeno 2500 ma forse sono molte di più) – di cui abbiamo parlato spesso nei mesi scorsi, suonando la sveglia che di fronte alla sordità amministrativa però può poco o nulla – che stentano ad arrivare alla fine del mese, costrette a rivolgersi ad associazioni come Caritas, Mensa del Sorriso e simili. Tutto, nella totale distrazione e nel silenzio delle amministrazioni isolane, dei Consigli comunali, dei Consiglieri e, su tutti, proprio dei Sindaci (sarebbe un evento veder traccia di tutto ciò nelle interviste auto celebrative, ancora di più se fossero elencate pure le misure che gli statisti locali intendono adottare per arginare il tema di una società che rischia di spaccarsi ulteriormente)

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Più volte sollecitate a occuparsi di questa preoccupazione (e, per inciso, non solo di questa), le amministrazioni finora non hanno proposto soluzioni quantomeno in grado di contenerla o limitarla. Segno evidente del loro abitare una dimensione parallela, altra, lontana, che si nutre di ego e lunghi elenchi divisi tra opere pubbliche da fare o da realizzare, senza che ciò le abbia mai costrette a scendere dal pulpito di quella podestà monocratica – specie in capo ai Sindaci – come gli Dei che osservavano gli umani dall’Olimpo.

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Tutto questo, così, per restare nella superficie, stabilisce, di fatto, quanto nessuno degli attuali amministratori sia portatore di coerenza e visione per lo sviluppo del territorio o in grado di usare strumenti che sarebbero alla loro portata per opporsi all’avanzamento dell’inflazione e all’aumento dei prezzi al consumo. È chiaro che siamo di fronte a una debacle sociale. Che rischia di espandersi quasi sicuramente ma che potrebbe essere rallentata se non addirittura fermata, anche trasversalmente con la ripresa del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia e accedere a un fondo regionale di oltre 4 miliardi di euro mediante la redazione di progetti in almeno 11 asset tra cui sostegno a lavoratori e imprese e garantire l’iniezione di denaro nel mercato isolano con il compito di rilanciarne l’economia aumentando la competitività sul lungo periodo. Oltre ai fondi del PNRR, per il cui ingresso sono richieste specifiche caratteristiche, su tutte un limite minimo di una popolazione pari a 25 mila abitanti; il Patto per lo Sviluppo, già firmato nel 2015, garantirebbe anche questo. Invece siamo costretti ad assistere come spettatori inermi, a ciò che per esempio accade nel Comune di Lacco Ameno e ai contrasti al proprio interno. Voci smentite da Giacomo Pascale nelle scorse settimane meno da altri. In cui le parole del “primo” cittadino si scontrano, tra stories di tramonti e un post su Mattarella, con il “silenzio” dei secondi nella pretesa di testimoniare l’esistenza di un’armonia amministrativa costante e indiscussa di fronte alle urla di un possibile scontro in atto nella maggioranza che va ben oltre la semplice dialettica e, inoltre, della delusione del Sindaco forzato a interrompere la sua ascesa verso il seggio della Città Metropolitana.

È chiaro che siamo di fronte a una debacle sociale. Che rischia di espandersi quasi sicuramente ma che potrebbe essere rallentata se non addirittura fermata, anche trasversalmente con la ripresa del Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia e accedere a un fondo regionale di oltre 4 miliardi di euro mediante la redazione di progetti in almeno 11 asset tra cui sostegno a lavoratori e imprese e garantire l’iniezione di denaro nel mercato isolano con il compito di rilanciarne l’economia aumentando la competitività sul lungo periodo. Oltre ai fondi del PNRR, per il cui ingresso sono richieste specifiche caratteristiche, su tutte un limite minimo di una popolazione pari a 25 mila abitanti; il Patto per lo Sviluppo, già firmato nel 2015, garantirebbe anche questo 

Restiamo testimoni passivi poi di fronte all’infatuazione fugace di Dionigi Gaudioso, candidato a superare le aspirazioni del Sindaco di Lacco Ameno – legittime, per carità – che perciò tende a realizzare la sua per trasformarla da fugace a permanente nel consesso napoletano anche con l’aiuto di Enzo Ferrandino, mentre Francesco Del Deo nella sua qualità di Presidente dell’ANCIM la scorsa settimana ha chiuso un accordo col Ministero del Turismo. Nel frattempo Serrara Fontana modella l’attesa per eventuali scelte insieme a Casamicciola che qualche settimana fa ha costretto un suo funzionario al telefono per rincorrere “almeno” 5 Comuni e non perdere l’accesso al fondo di 9 milioni di euro bandito dalla Regione Campania per la realizzazione di “itinerari culturali”. Percorsi individuali, alcuni forse positivi ma che sono sgrammaticati per il “palazzo isolano” e aumentano il rischio di “scordarsi” delle fibrillazioni del corpo sociale dell’isola d’Ischia. Di cui la politica, se resta ancora sorda, è obbligata a dare conto e magari a darsi una mossa.

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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