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Pascale e Goffredo: «Polemiche strumentali, “benedetti” autovelox»

Mentre si polarizza il dibattito sull’opportunità dell’installazione dei rilevatori di velocità e sulla congruità dei limiti imposti, due qualificati addetti ai lavori concordano con la linea enunciata dal sindaco di Ischia

La polemica sull’opportunità dell’installazione degli autovelox lungo le strade isolane continua a tenere banco. Dopo le critiche di alcuni cittadini che avevano accusato le amministrazioni isolane di approfittare di tale strumento per voler fare cassa a spese degli automobilisti, di averlo adottato senza aver rispettato tutte le procedure, o di aver reso ancora più difficoltoso l’uso dei veicoli a causa dell’imposizione di velocità in taluni punti ritenute troppo basse, era arrivata la decisa risposta del sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, a rivendicare non soltanto la correttezza di ogni procedura ma anche l’ormai improcrastinabile necessità di mettere la sicurezza stradale tra le principali priorità amministrative, soprattutto dopo le tante, troppo tragedie che la comunità ha vissuto.

Giacomo Pascale: «Assurdo discutere l’opportunità degli autovelox: da solo non risolverà il problema della sicurezza stradale, ma è un deterrente che va in quella direzione, contribuendo a cambiare le abitudini di guida»

Parole che hanno alimentato nuovamente il dibattito, che si è polarizzato tra i molti che hanno aderito alla posizione del primo cittadino, e i non pochi che hanno comunque criticato la misura adottata. Nel commentare la recrudescenza del dibattito, il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale è del tutto concorde col “collega”: «È assurdo pensare che i Comuni installino gli autovelox per far cassa con le multe, anche perché l’ente proprietario della strada è la Città Metropolitana, quindi i proventi delle sanzioni sono divisi tra i due enti, ma a noi tutto questo non interessa. La ratio dell’autovelox è quello di andare a normare e far rispettare la velocità di guida sull’isola, che troppo spesso raggiunge punte del tutto incomprensibili e inammissibili, specie in alcuni tratti. Il fatto è, come emerge da diversi studi, che molti di noi guidano per forza d’abitudine: quando avremo installato i vari autovelox a una distanza adeguata, cambieremo anche le nostre abitudini di guida. Un’andatura di 50 km/hsulla litoranea mi sembra già una velocità adeguata, ed è inutile oltre che assurdamente pericoloso abbordare le curve a 110 per arrivare un paio di minuti prima. Analogo discorso per la Superstrada, che taluni usano come un circuito di Formula 1. Naturalmente io sposo in pieno le dichiarazioni del sindaco Enzo Ferrandino, che nella sostanza sono analoghe alle considerazioni che feci all’epoca dell’installazione dell’autovelox tra Lacco e Casamicciola (ne monteremo anche un altro sulla Circumvallazione, quando la Città Metropolitana avrà terminato gli adempimenti di rito, e li installerà anche Forio): come abbiamo sempre detto, la nostra volontà è quella di intendere queste misure come deterrenti nell’ambito della sicurezza stradale. Quest’ultima chiaramente non consiste soltanto nel limitare la velocità, ma tanto altro. Tuttavia, tale limitazione è un punto da cui partire: siamo ovviamente consapevoli del fatto che è necessaria anche un’inversione culturale, ma non possiamo neanche rimanere fermi, come se nulla fosse successo, davanti alle tante tragedie dei nostri giovani che abbiamo dovuto piangere. Un’idea, una visione, dobbiamo per forza averla. La nostra è un’isola che si è sviluppata in modo statico: la strada è rimasta sempre la stessa, le abitazioni e gli abitanti sono aumentati a dismisura.

Mario Goffredo: «Le polemiche appaiono strumentali a voler coprire la cattiva abitudine dell’eccesso di velocità. L’autovelox è volto a far rispettare norme già esistenti. La questione della sicurezza stradale ha raggiunto un’urgenza tale da renderla non più prorogabile»

Oggi paghiamo lo scotto di non aver previsto adeguati parcheggi con la conseguente invasione delle carreggiate, di avere le uscite delle attività commerciali e delle civili abitazioni sulla pubblica via, per non parlare di bus sproporzionati agli spazi isolani, abbiamo consentito che i microtaxi si trasformassero in quelli a nove posti, e come diciamo sempre, abbiamo 63mila veicoli, più del numero complessivo degli abitanti. Tutto ciò crea il caos, e se a questo aggiungiamo anche la pretesa di voler correre oltre i limiti, vuol dire che alcuni stanno perdendo il senno. Non voglio certo dire che l’autovelox risolverà il problema della sicurezza stradale, ma si tratta di una misura concreta che va in quella direzione», ha concluso Pascale. Da parte sua un altro qualificato addetto ai lavori, l’avvocato Mario Goffredo del Comitato “La strada del buonsenso”, ha ribadito: «Non comprendo le polemiche sull’autovelox. Non è affatto una misura tesa a colpire chi rispetta le norme e i limiti del codice, cose che peraltro già esistevano, quindi non si capisce la ratio di tali polemiche. Stiamo parlando di strumenti volti a garantire il rispetto di norme che, come detto, erano già esistenti, e che sono assolutamente di buonsenso. Il limite massimo di 50 km/h per le strade isolane è più che congruo, dunque questa polemica è volta a tutelare un diffuso malcostume e un tipo di violazione del tutto inaccettabili in ogni senso. Si può discutere, politicamente, di quale sia la velocità più congrua in determinati punti. Sicuramente il “troppo poco”, per quello che si vede sulle strade dell’isola, è un concetto che va preso con le pinze, perché purtroppo è evidente la tendenza all’eccesso di velocità che ci ha già causato dei danni incalcolabili in termini di dolore, di morti e di vivibilità. Dunque, discutere della congruità dei limiti è una questione politica, a discutere l’opportunità di uno strumento come l’autovelox, volto esclusivamente a far rispettare norme che già esistevano, per me è una cosa del tutto strumentale, diretta a coprire una cattiva abitudine o a cercare degli espedienti di tipo giudiziario, dannosissimi a livello civico e a livello sociale: la questione della sicurezza stradale ha raggiunto una temperatura e un’urgenza tale da renderla non più prorogabile. Quindi dibattere di questo è per me assolutamente pretestuoso».

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In molte strade e vicoli dell’isola, il vero pericolo è costituito dal parcheggio selvaggio, impunito anche se arcinoto ai vigili, i quali non ci passano nemmeno per sbaglio…
Qualche telecamera sarebbe utile a sanzionare gli habitué locali.

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