CRONACA

Delocalizzazione imprese, summit in piazza a Casamicciola

Ieri pomeriggio l’incontro tra amministrazione e imprenditori danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017: focus sulle eventuali e possibili modifiche da apportare alla bozza del commissario Schilardi

Si è svolto sotto i portici dell’ex Capricho ieri pomeriggio l’incontro tra l’amministrazione di Casamicciola e gli imprenditori locali colpiti dal sisma del 2017. Oggetto della riunione era quello di mettere a fuoco eventuali proposte e correttivi da apporre allo schema di ordinanza che l’ex prefetto Carlo Schilardi, commissario straordinario delegato alla ricostruzione, aveva trasmesso qualche settimana fa all’ente del Capricho. Si tratta dell’ordinanza che fornirà i criteri e le modalità per il riconoscimento dei contributi “per la delocalizzazione temporanea delle attività economiche danneggiate a seguito degli eventi sismici dell’isola d’Ischia del 21 agosto 2017”. Il termine ultimo per avanzare osservazioni ed emendamenti è il 31 ottobre. La riunione è stata presieduta dall’avvocato Nunzia Piro, presidente del Consiglio comunale di Casamicciola. Ieri sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento i primi articoli della bozza. In particolare, per il primo comma del primo articolo si è sviluppata una discussione diretta a modificare il testo in maniera tale da far chiaramente intendere che il provvedimento si riferisce agli edifici adibiti a locali di attività d’impresa, sgomberati completamente in seguito ad appositi sopralluoghi e con scheda Aedes.

Tuttavia anche altre criticità sono emerse, come ad esempio quella, molto sentita dalla categoria degli imprenditori alberghieri, dell’eventuale reperimento di una struttura più ampia di quella originaria. C’è chi ha ipotizzato di fare dunque riferimento non al tipo di licenza, ma al codice Ateco, mentre comunque sarebbe prevista una tolleranza per locali fino al 35% più ampi, ampliamento che sarebbe coperto da un contributo di eguale percentuale. Superata quella, la parte ulteriore non sarebbe oggetto di contributo. Qualcuno ha proposto di far riferimento nel testo all’ampliamento percentuale, lasciando perdere il valore assoluto delle dimensioni. Inoltre la prescrizione secondo cui l’edificio danneggiato non deve essere oggetto di richiesta di sanatoria, è stato fortemente contestato, visto che praticamente ogni struttura sul territorio ha un’istanza pendente in termini di sanatoria edilizia, piccola o grande che sia.

In ogni caso alcuni imprenditori hanno osservato che il testo della bozza spesso fa riferimento alle norme applicate agli eventi sismici dell’Italia Centrale: tuttavia in diversi frangenti esse non dovrebbero essere prese pedissequamente come esempio per una realtà differente, come quella isolana. È noto infatti che sul nostro territorio non può essere richiesta una licenza per costruire ex novo un edificio per la propria azienda anche su un appezzamento privato. Altra opzione molto discussa è stata quella di chiedere e ottenere un contributo “una tantum” per continuare la propria attività, oppure, secondo alcuni, anche per iniziare una attività diversa.

In sostanza l’incontro, durato poco più di due ore, ha toccato i primi tre articoli dello schema d’ordinanza, dove erano concentrati alcuni dei punti focali, ma l’esame della bozza non termina qui: i presenti hanno ottenuto copia delle varie versioni dello schema del provvedimento, e potranno studiarla allo scopo di inviare ulteriori proposte via mail al Comune entro il prossimo lunedì. Presumibilmente ci sarà poi una nuova riunione, per deliberare sulle modifiche da inviare entro fine mese al commissario Schilardi. Saranno valutate anche le parti dell’ordinanza relative alle modalità di richiesta di accesso al contributo: al momento, la bozza prevede che essa può essere presentata a condizione che sia stata emessa ordinanza di sgombero dopo una verifica di agibilità tramite schede Aedes integrata da apposita perizia giurata, perché la richiesta deve essere corredata da perizia asseverata redatta da un professionista abilitato, contenente una serie di documenti che illustrino in dettaglio i danni subìti, la descrizione delle attività svolte, l’edificio dove si intende delocalizzare con gli eventuali interventi di adeguamento funzionale, e i vari costi sostenuti o da sostenere. La bozza d’ordinanza indica anche il modo di determinazione del rimborso: per gli interventi su macchinari, attrezzature e impianti, che servono a ripristinare la piena funzionalità dell’impresa, il rimborso è pari massimo all’80% del costo indicato nella perizia asseverata; per il ripristino delle scorte il rimborso è invece pari massimo al 60% del valore di quelle distrutte o danneggiate, sempre secondo l’attestazione della perizia; infine, le spese sostenute per il trasloco di macchinare e attrezzature sono rimborsate al 100% dei costi documentati. Inoltre, le spese tecniche documentate sono in ogni caso rimborsate nel limite del 10% del costo delle opere eseguite, mentre le spese tecniche di perizia sono riconosciute nel limite del 10% del valore dei beni periziati per un massimo di duemila euro. Viene precisato che il rimborso è in ogni caso determinato al netto dell’eventuale indennizzo assicurativo già percepito dal richiedente o in corso di determinazione. In ogni caso, la prossima settimana sarà decisiva per definire la forma definitiva del provvedimento che sarà poi varato dal commissario.

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