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Parcheggio Siena, “furia” Santaroni: «Le polemiche? C’è gente che non sa cos’è il lavoro»

Un’opera infinita, le proteste di un comitato, alta tensione: sulla realizzazione e la conclusione dei lavori irrompe il noto avvocato. Che mette al bando la diplomazia e non le manda certo a dire

Avvocato, partiamo da un presupposto. Negli ultimi tempi, le polemiche per il parcheggio “infinito” certo non sono mancate. Lei ha avuto modo di dire che magari sarebbero state giustificate un anno fa ma non adesso. Ma i tempi di chiusura dei lavori saranno rispettati o no?

«Non stiamo realizzando un’opera ad uso privato, ma un bene di cui usufruirà l’intera comunità e che rivaluterà l’area di Ischia Ponte.  Non hanno assolutamente senso le polemiche di chi non capisce cosa siano lavoro e difficoltà, spero solo non siano strumentali»

«Ritengo che le polemiche non siano mai giustificate, soprattutto nel caso di specie. Non stiamo realizzando un’opera ad utilizzo privato, come una villa, insomma un bene di cui godrà una sola famiglia. Questo è un parcheggio con un auditorium già ultimato, si tratta di opere al servizio del pubblico. Bisognerebbe dunque guardare con favore a chi investe per realizzare qualcosa di cui non godrà personalmente, soprattutto se l’iniziativa si pone di migliorare l’area più bella di Ischia e forse dell’intera isola. E’ un’opera che vuole rappresentare un tassello (poi mi auguro che le amministrazioni e gli altri operatori facciano i loro passi) importante e significativo per rendere Ischia Ponte quell’attrattore turistico che oggi non è, nonostante goda della presenza del Castello e del Piazzale Aragonese. Detto questo, l’esistenza di polemiche da parte di chi probabilmente non sa nemmeno cosa sono lavoro e difficoltà non ha assolutamente senso».

Ha detto che certi atteggiamenti se li sarebbe magari aspettati prima ma non adesso.

«Certo. C’è stato il periodo in cui si procedeva con le opere di confinamento dell’acqua, e che precedevano la fase finale dello scavo, che non è stato dei migliori. La gente non aveva la certezza del completamento dell’opera, per evitare problemi si sarebbe dovuto realizzare un piano in meno ma sarebbe venuta a mancare la finalità vista la riduzione dei posti auto. In ogni caso, all’epoca la polemica ci poteva pure stare, sempre tenendo conto una cosa…».

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Cosa?

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«Non abbiamo mai sversato acqua inquinata, non scherziamo proprio: siamo sottoposte ad analisi continue che dimostrano come sia più pulita di quella del mare. La torbidità è semplicemente frutto della mescolanza con la sabbia. Le scadenze? Le rispetteremo, se così non dovesse essere non sarà colpa nostra…»

«Che si viene a far polemica in casa d’altri. Insomma, qui non bisogna dimenticare un dettaglio fondamentale: parliamo di un sito privato che ha fatto tutti i percorsi necessari per ottenere le mille autorizzazioni che sono occorse. E’ un’iniziativa di un privato, lo ribadisco, anche se sarà destinata al pubblico: ripeto, far polemica in casa d’altri si scontra e non poco con la mia formazione culturale. Ma ripeto, l’avrei capito dodici mesi fa, ma che si scateni questo putiferio (per giunta in modo poco corretto, e tra poco rappresenterò il perché) quando lo scavo è praticamente terminato e bisogna solo procedere al livellamento, lo trovo paradossale. E questa cosa la si sa, perché in fondo la gente è sempre lì a guardare e avrà notato la fuoriuscita dei pali di cemento armato cui sarà ancorata l’intera struttura. Abbiamo lavori per tre o quattro mesi, con impegno serio, ma di questo parliamo: un anno fa la speranza era questa, ma non c’era certezza».

Polemica strumentale, sostiene. Ma a suo avviso c’è anche un pizzico di premeditazione?

«La polemica ha sempre una motivazione e uno scopo, chi la fa ha un obiettivo da raggiungere. Nel caso di specie bisognerebbe chiederlo a chi polemizza».

Beh, l’auspicio se non la convinzione è quello che serva da pungolo per completare i lavori…

«Se così fosse, ci si muoverebbe nell’ottica di favorire l’avanzamento e il completamento dei lavori senza fare di tutto per bloccarli».

Ci spieghi (e si spieghi) meglio.

«Faccio un esempio. Non si andrebbe a raccontare che noi sversiamo in mare acqua inquinante quando così non è e lo testimoniano in maniera inequivocabile le analisi che abbiamo fatto, che riportano la perfetta pulizia dell’acqua che è più pulita di quella del mare proprio perché filtra attraverso gli strati sabbiosi. E’ vero che in alcuni momenti può capitare che venga rimessa a mare acqua un po’ torbida, ma è la stessa torbidità che si vede nei pressi della battigia quando il mare sbatte contro la sabbia sollevandola. Ma la verità è che dopo poco le particelle prelevate dal fondo si depositano e l’acqua torna limpida. Comunque, ribadisco che tutto il materiale è continuamente oggetto di analisi, lo prevede il permesso che ci è stato concesso: siamo obbligati ad eseguirle periodicamente, e hanno sempre dimostrato una pulizia assoluta. Tutto finisce su registri che peraltro vengono vidimati anche dal Comune».

A proposito di Comune, dal palazzo di via Iasolino hanno parlato di settembre come una “dead line”, insomma non saranno concesse ulteriori proroghe in caso di mancato completamento delle opere.  Le chiedo: è un termine che potrà essere rispettato o almeno quasi rispettato?

«Se mi sono mai chiesto chi me l’abbia fatto fare? Sono un ciclista, sei mesi fa ho fatto lo Zoncolan fino alla sua sommità e non mi sono mai posto quest’interrogativo nonostante lo sforzo profuso. Anche con l’opera avviata a Ischia Ponte non mi sono arreso dinanzi a qualche difficoltà…»

«Ho già risposto prima: se riusciamo a lavorare con serenità, con i turni anche accelerati che abbiamo intenzione di attuare, non ci saranno problemi a rispettare i tempi. Guardi, è nostro interesse: prima lo finiamo meglio è. Bisogna fare il magrone, applicare la platea di fondo e poi si procederà con la muratura perimetrale che permetterà lo spegnimento integrale delle pompe. Sono convinto che potremo rispettare queste scadenze».

Pensando a tutto quanto è successo in questi anni per la realizzazione del parcheggio, si è mai chiesto anche per un solo istante chi gliel’abbia fatto fare?

«Dovete sapere, anzi già lo sapete, che io sono un ciclista. Non più tardi di sei mesi fa ho fatto lo Zoncolan. Chi è ciclista può capire di cosa parlo. Sullo Zoncolan tutte le persone della mia età dopo qualche chilometro si sono poste esattamente la domanda “chi me l’ha fatto fare?”. Ecco, io posso dirle che non me la sono fatta quella domanda ma il mio obiettivo era quello di arrivare sulla sommità. Allora, voglio dire che un’opera come quella che ho avviato a Ischia Ponte, se si ha la debolezza di tremare o cedere dinanzi a qualche difficoltà, non vede nemmeno la partenza. Ero consapevole di dover affrontare la polemica delle persone che hanno poco da fare, quella propugnata da motivazioni di ordine politico e di altra natura. Io vado avanti, fino alla fine e la fine sarà settembre. Se così non dovesse essere, siccome oggi non è più colpa (per modo di dire) della società costruttrice che ha raggiunto il fondo, allora la responsabilità sarà da attribuire a qualcun altro. A chi non lo so, certamente ci sarà una reazione violentissima anche a livello di danni. Non nei nostri confronti, che potremmo anche sopportarli, quanto piuttosto della cittadinanza, del territorio, dell’isola, che sarebbe privata strumentalmente di un’opera di sicuro valore».

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Alex

Mai mi sarei aspettato che si potesse arrivare a tali livelli di “faccia tosta”: un’opera privata, fatta però ANCHE CON SOLDI PUBBLICI, che ha permesso all’avvocato ciclista di poter costruire centinaia e centinaia di metri quadri in una zona che dovrebbe essere vincolatissima per farsi il SUO auditorium privato. Mentre ad un comune cittadino viene impedito di poter costruire una casetta per mettere su famiglia!
Un’opera che avrebbe dovuto essere completata in due anni, e invece dopo cinque anni ancora non è finita.. e dobbiamo pure sorbirci la sua ramanzina!!
Occorre fare una class action collettiva per il ristoro dei danni che ha cagionato a tutti noi, cittadini e imprenditori.
Mi meraviglia che Il Golfo permetta che si insultino così bellamente gli ischitani, costretti a subire un’operazione che fa comodo solo al committente dei lavori.
E non ci si dica che lì si sta facendo un parcheggio per la comunità, lì il parcheggio già c’era! Si costruisce un “auditorium” privato nascondendosi dietro al parcheggio multipiano!!

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