DI GAETANO FERRANDINO
Sembra che manchi tanto, ma dieci mesi – in politica – sono decisamente pochi. Ischia e gli ischitani ritorneranno alle urne nella primavera del 2017 e non c’è dubbio alcuno che è un appuntamento che presenta alcuni risvolti significativi. Perchè non si tratterà soltanto di una elezione amministrativa legata ad una singola municipalità, ma di un esame che inevitabilmente potrà avere ripercussioni sull’intero “sistema (politico) scoglio”. Insomma, sia pure in maniera del tutto fortuita e non certo per meriti acquisiti sul campo, Ischia si ritroverà a vestire i panni di ombelico dell’isola, come accadeva negli anni d’oro (nostalgia canaglia), ed a poter fare in modo che dal responso delle urne possa determinarsi o meno un effetto domino in grado di rivoluzionare il predetto sistema anche altrove.
E così c’è chi si prepara dietro le quinte e prova ad imbastire trame e accordi più o meno sotterranei (l’epicentro da Cartaromana si è spostato a San Michele, ma nella sostanza cambia poco), chi ha scoperto d’un tratto la sua anima social ed ad ogni rappezzo messo in una strada pubblica condivide foto e contenuti trionfalistici, chi invece fa il count down con l’immancabile hashtag, chi aspetta per capire dove tirerà il vento e in quale porto sia meglio cercare ricovero (l’opportunismo, si sa, è il sale della vita) e poi ci sono… loro. Già, loro. Parliamo di Giosi Ferrandino e Domenico De Siano che manderanno nuovamente in scena il tanto malefico quanto efficace “caularone” perchè hanno la necessità di farlo. Sì, la necessità. E’ chiaro che i due esponenti politici hanno tutto l’interesse nel continuare a tenere sotto controllo la fascia costiera dell’isola (Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno) ed il palazzo municipale di via Iasolino costituisce l’anello della catena del quale proprio non si può fare a meno. Che i loro tentacoli, in maniera più o meno blanda, siano poi estesi anche altrove, questo ci pare anche abbastanza inutile e scontarlo rimarcarlo con altrettanta forza ed efficacia.
Domenico De Siano deve sfogliare la margherita e capire se davvero vale la pena scendere in campo in prima persona: curriculum e pedigree alla mano, una eventuale sconfitta sarebbe una “macchia” che nemmeno il Dixan di ultima generazione riuscirebbe a cancellare. Ma che sia lui a gettarsi nella mischia o qualcun altro cambierebbe poco, diciamo che tecnicamente l’unico che metterebbe a repentaglio la propria incolumità (fisica, non politica) è Giosi Ferrandino che rischierebbe a quel punto – c’è già qualche bookmaker che quota questa eventualità, e purtroppo per il sindaco anche piuttosto bassa – di fare un passaggio al Rizzoli per rimettersi a posto dopo aver saggiato l’ira funesta del pelide Enzo Ferrandino. Difficile capire cosa stia accadendo nei restanti microcosmi, ma resta la sensazione che sia mancata, o che almeno manchi tuttora (le vie della politica sono infinite) la forza di mettere insieme alcune anime in questo momento distanti anni luce tra loro per costruire una coalizione capace di scrivere un pezzo di storia e chiudere un’epoca. Facciamo un esempio ben coscienti di parlare di fantapolitica. Ogni riferimento allo stesso Enzo Ferrandino ed a Gianluca Trani è puramente casuale: ma immaginateli insieme per un attimo, con un gruppo in grado di calamitare svariate adesioni. Poi sognate di vederli vincere le elezioni senza Giosi Ferrandino e Domenico De Siano. Il risultato, nel caso di specie, non avrebbe un valore per la sola comunità ischitana, ma finirebbe col far scorrere i titoli di coda su un duopolio Giosi-Domenico che dura da tanto (non diciamo troppo per non offendere nessuno) tempo. Rimescolando le carte, inevitabilmente, anche nel resto dell’isola. Ma qui bisogna dire bravo a Giosi Ferrandino, che è riuscito a tenere legato a sè i suoi fino all’ultimo, anche chi già sa che lo trascinerà inevitabilmente nel baratro. Meditate gente, meditate…
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