CRONACAPRIMO PIANO

PER NON DIMENTICARE

Ieri mattina Casamicciola ha commemorato l’anniversario dell’alluvione e le 12 vittime della frana del 26 novembre 2022. Dopo la tappa al Celario l’incontro al Gran Paradiso con le parole tra le altre del governatore Vincenzo De Luca e del ministro Nello Musumeci. Poi encomi solenni ed attestati per gli “eroi” e i protagonisti dello scorso anno

Un anno dopo, dal 26 novembre 2022 al 26 novembre 2033, sembra essere passato un giorno, un attimo. E invece no, è trascorso un anno, 365 lunghissimi giorni nel corso dei quali non abbiamo smesso di porci domande ma ahinoi nemmeno di cercare le dovute risposte. Magari senza trovarle, ma almeno cercandole a fondo e magari non riuscendovi soltanto per una serie di congiunture negative. Partendo da quello che è il segnale di soccorso – il classico SOS per intenderci, che viene trasmesso direttamente da un alert – che poi diventa un vero e proprio allarme rosso che una volta lanciato lascia ben pochi margini di interpretazione. Ieri mattina la giornata in memoria delle vittime dell’alluvione di 365 giorni orsono è iniziata con la deposizione di una corona in località Celario, la dove tutto ebbe inizio, dove si scatenò l’inferno, dove iniziò la discesa della colata di fango e lava che portò via dodici vite umane. Un omaggio sincero, commosso, prim di spostarsi per la cerimonia solenne di commemorazione nella sala dell’hotel Gram Paradiso alla presenza tra gli altri del ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, del governatore Vincenzo De Luca (ospite inatteso aggiuntosi last minute), del suo vice Fulvio Bonavitacola, dell’ex commissario prefettizio di Casamicciola Simonetta Calcaterra, di tutte le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato al gran completo. 

Quando ha preso la parola, così si è espresso il sindaco casamicciolese Giosi Ferrandino: “Non potremo mai dimenticare le vittime di quella tragedia- ed a loro dedichiamo l’anniversario di domenica in cui, a nome di tutti i miei concittadini, ringrazierò le donne e gli uomini che ci hanno aiutato nei giorni più bui, quando eravamo in mezzo al fango e al dolore. Intanto il mio dovere è far rinascere, ripartire e tornare a risplendere questo paese. La priorità è quella di mettere in sicurezza il territorio e restituire una casa a tutti. Per questo, insieme al Commissario Legnini, abbiamo varato un piano di delocalizzazione senza precedenti che prevede un’alternativa abitativa concreta e immediata. C’è tanto da fare anche per il rilancio economico e turistico ma noi siamo resilienti e ci rialzeremo, come dopo il 1883. Grazie all’affetto che tutta Italia ci ha dimostrato in questi mesi ed alla vicinanza delle istituzioni il cui supporto ci servirà ancora per guarire del tutto Casamicciola”.

Giovanni Legnini, il commissario straordinario alla  ricostruzione post frana dice:  “Il primo pensiero va alle 12 vittime della tragedia dello scorso anno, gran parte giovani e giovanissimi, e alle loro famiglie. Il loro sacrificio estremo costituisce per noi un monito per tutto ciò che deve ancora essere fatto a favore di questa comunità. Un anno fa l’isola era semiparalizzata, Casamicciola era invasa dal fango, le situazioni di crisi idrogeologica erano molto diffuse. Abbiamo varato un programma ambizioso di messa in sicurezza del territorio sia per la parte emergenziale finalizzata alla riduzione del rischio residuo che per la parte strutturale.     Molti cantieri sono stati avviati e conclusi, molti sono in corso, molti altri ancora saranno avviati dopo aver completato le fasi di progettazione. Poi dovrà iniziare la fase della messa in sicurezza strutturale del territorio, insieme alla ricostruzione degli edifici pubblici e privati e alla necessità di favorire interventi di rigenerazione urbana mediante la riduzione del consumo del suolo, dando priorità alla sicurezza del territorio e degli edifici e per la sostenibilità del processo ricostruttivo”.

Quando ha preso la parola il governatore De Luca non sono mancate le note polemiche. Il presidente della giunta regionale della Campania ha detto tra l’altro: “Per la ricostruzione di Ischia abbiamo calcolato il fabbisogno di un miliardo e 300 milioni, ad oggi sono arrivati solo i 300 milioni: dobbiamo chiedere al ministro di darci una mano per un piano pluriennale per recuperare il danno. Serviranno meno burocrazia e più risorse, dando priorità alle regioni del sud come nel caso del patto di coesione. Ai sindaci ischitani chiedo di essere rigorosi nella gestione del territorio, per il rispetto dei nostri figli”. Ha poi aggiunto: “Non posso non sottolineare quanta demagogia massimalista e inconcludente sia stata tirata in ballo all’indomani delle tragedie di Ischia e amplificata da un senso comune nazionale. Mi riferisco in particolare agli attacchi legati all’abusivismo e alla tendenza a generalizzare, a chi ha auspicato di demolire tutto. Sì, certo, chiamiamo i marines. La nostra posizione è sempre stata chiara: non vanno sanati gli abusi in aree dal forte rischio idrogeologico, negli alvei o sui greti dei fiumi, né gli abusi legati alla camorra o alla speculazione. Sul resto serve buon senso e concretezza e noi in Italia siamo ricchi di tutto tranne che di queste due qualità”. Dal canto suo il ministro Musumeci ha tirato le somme della mattinata: “Lavoriamo per difendere Casamicciola e Ischia da future calamità, da tutte quelle che sono prevedibili e che possono essere mitigate nei loro effetti. Non esiste il rischio zero, ma alcuni eventi possono essere ridimensionati nei loro effetti devastanti. In ogni caso ritengo sia sempre meglio, nei casi di rischi incombenti, dare l’allarme anche senza conseguenze piuttosto che minimizzare e ritrovarsi poi di fronte ad un disastro“. A chiudere la mattinata la consegna degli encomi solenni e degli attestati di riconoscimento a tutti coloro che si adoperarono in favore di Casamicciola e della sua gente dopo i drammatici accadimenti dello scorso anno. Nel pomeriggio poi la Santa Messa in memoria delle vittime di cui raccontiamo in altra parte del giornale.

FOTO FRANCO TRANI

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