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Trasporti marittimi: aumentano i ticket, non la qualità

Auto ammassate in plancia, disabili trasportati di peso, ritardi e altri mille piccoli problemi, la qualità dei trasporti marittimi non decolla a differenza dei prezzi per i viaggiatori che continuano a crescere

A scoperchiare, ancora una volta, il vaso di Pandora ricolmo di rabbia e frustrazione ci si è messo l’ennesimo aumento dei ticket che per quanto esiguo, si tratta appena del 2% in più, una decina di centesimi di aggravio, ha suscitato in breve tempo un veloce tam-tam tra i pendolari e i rappresentanti politici che si occupano dei trasporti sul mare, prima tra tutti Lucia Mameli, delegata ai trasporti dell’isola di Procida. E la piccola isola di Arturo, forse perché non collegata allo stesso modo di Ischia,  sente particolarmente il peso non tanto dell’aumento ma dell’ennesima prova di tenuta sulla linea della pazienza.

Ai viaggiatori del mare si chiede tanto, forse troppo, cifre alte, decisamente troppo se rapportate a tutte le altre persone d’Italia che hanno necessità di raggiungere la città più vicina. A noi ischitani, procidani, isolani è richiesta sempre uno sforzo in più. Mettere piede a Napoli o Pozzuoli, tra biglietto di andata e ritorno, può arrivare a costare anche 16 euro. Un salasso a cui non è corrisposto un servizio adeguato per un ponte verso la terraferma che dovrebbe invece essere preciso, puntuale e professionale.

C’è chi tra i pendolari più assidui, quelli che viaggiano in mare dai tempi in cui la Caremar era ancora facente parte della flotta pubblica, ragionano guardandosi alle spalle sulla situazione attuale. I dati parlano chiaro e sono sotto gli occhi di tutti: rispetto al passato i prezzi sono aumentati, e continuano a farlo, come dimostrato proprio in questi giorni. Ma sarebbe anche tollerabile sborsare qualche centesimo in più se ci fosse un servizio privo di pecche ed efficiente. E invece, come segnalato dal viaggiatore del mare Sergio Vellante, non solo i prezzi sono aumentati, ma si continua a navigare nel disprezzo più assoluto delle norme di sicurezza nel trasporto delle auto, come dimostrato dalle foto con cui abbiamo corredato questo articolo.
Sulla corsa diretta da Pozzuoli verso Ischia, con scalo a Procida, le autovetture sono ammassate una vicina l’altro, con appena pochi centimetri di distacco l’una dalle altre. A ciò si aggiunge un atteggiamento poco sereno, a tratti arrogante delle maestranze nei confronti dei passeggeri. Una conseguenza del lavoro massacrante cui sono costretti i lavoratori del mare, in navigazione, a volte senza sosta, per ore interminabili.

Ma oltre a ciò, c’è mai stato veramente un miglioramento, si chiedono i viaggiatori del mare, nell’arco degli ultimi anni? Siamo ancora in attesa di vedere su tutti i mezzi che garantiscono i collegamenti tra le isole e la terraferma dei dispositivi che possano permettere alle persone disabili di poter viaggiare comodamente, senza dover subire l’umiliazione di dover chiedere di essere trasportati a mano in sala passeggeri per mancanza di ascensori.

A occuparsi di questo spinoso aspetto ci ha pensato più volte Federconsumatori che ha pungolato a più riprese le compagnie di navigazione che ancora non rispettano la necessità di adeguare il naviglio alle esigenze di chi vuole viaggiare ma a causa della propria disabilità è costretto a muoversi con profondi disagi.  Lo hanno denunciato a più riprese:  il naviglio dei traghetti che unisce le isole dell’arcipelago campano alla terraferma è vecchio e obsoleto. I traghetti che servono le isole di Ischia, Procida e Capri sono stati messi in mare quando  l’attenzione alle esigenze dei disabili non era ancora ai livelli attuali. La maggior parte delle imbarcazioni non è in grado di accogliere in maniera soddisfacente persone diversamente abili.  

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Sono numerose le testimonianze di persone costrette a viaggiare nella sala predisposta alle autovetture. La Federconsumatori Campania ha preso a cuore la faccenda e ha voluto portare fino in tribunale una situazione che contraddistingue il modo di viaggiare nel golfo da sempre e a cui non è mai stato posto rimedio.  Sperando che presto non si debba più parlare di problemi ma solo elogiare l’efficienza.

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