LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Se questa è “impresa”»

Per rilanciare l’intero comparto turistico dobbiamo lasciar andare le visioni elementari che ci governano anche nel lavoro. Sia in quello di tipo imprenditoriale sia in quello stagionale come in quello politico e amministrativo. Bisognerebbe almeno tentare di completare le “elementari” e andare oltre. La soluzione, com’è ovvio, non può passare per la (sola) partecipazione alle “fiere”. Nemmeno su una “campagna di promozione ”che stampa immagini di Ischia sui palazzi di Milano e nelle stazioni”, buone per gonfiarci il petto.

Per rilanciare l’intero comparto turistico dobbiamo lasciar andare le visioni elementari che ci governano anche nel lavoro. Sia in quello di tipo imprenditoriale sia in quello stagionale come in quello politico e amministrativo. Bisognerebbe almeno tentare di completare le “elementari” e andare oltre. La soluzione, com’è ovvio, non può passare per la (sola) partecipazione alle “fiere”. Nemmeno su una “campagna di promozione ”che stampa immagini di Ischia sui palazzi di Milano e nelle stazioni”, buone per gonfiarci il petto

Neppure passa attraverso numeri di arrivi e partenze che non significano nulla o sulla (sola) presa passiva della tassa di soggiorno da parte delle Amministrazioni ma, cosa che potrebbe mostrarsi abbastanza logica fatte le dovute eccezioni, nella programmazione del suo uso. E questo se di suo è ancora un concetto elementare potrebbe comunque essere un buon inizio. Chiaramente non passa neanche per la visione limitata di qualche improvvisato albergatore che è chiuso nella convinzione che il suo modo di fare turismo sia il migliore possibile. Situazione che può benissimo spostarsi sul piano della politica locale (insomma di persone convinte ce ne sono e anche tante) e non solo in materia di turismo, poiché l’amministrazione della cosa pubblica non transita soltanto per quello. Neppure per l’enfasi dell’amministratore che diventa quasi un modello quando occupa lo spazio che i media – qualche volta a sproposito – gli concedono.

L’assessore regionale Felice Casucci

Qualche anno fa, precisamente nel 2015, l’allora Assessore al Turismo della Regione Campania, Sommese, in visita a Ischia approfittò dell’occasione per ripetere più volte al pubblico accorso che a Ischia bisogna «fare sistema». Presumendo con estrema certezza che l’Assessore al Turismo attuale, il professor Felice Casucci, sia d’accordo col suo predecessore e con tanti altri che da tempo suonano le sirene di emergenza, da allora, è bene ripeterlo, nessuno sull’isola, tranne forse qualcuno, ha ancora capito che cosa avesse voluto dire Sommese. Si potrebbe cominciare da qui. O per meglio dire “ricominciare”, magari provare a dare un nuovo input attraverso un corso di formazione (da far frequentare obbligatoriamente ad amministratori e albergatori) per capire come si può sciogliere questo nodo e come realizzare un nuovo “sistema”. Pensare a come dotarsi di efficienti metodi di gestione, di marketing e tecnologici innovati e affinati di continuo in grado di sposarsi con le esigenze di un mercato in costante evoluzione – come più volte ha affermato Franco Borgogna – potrebbe essere una delle materie principali oltre che sembrare il minimo sindacale anche se c’è chi ancora nella sua bolla non ha ben compreso come questo mercato sia cambiato.

Qualche anno fa, precisamente nel 2015, l’allora Assessore al Turismo della Regione Campania, Sommese, in visita a Ischia approfittò dell’occasione per ripetere più volte al pubblico accorso che a Ischia bisogna «fare sistema». Presumendo con estrema certezza che l’Assessore al Turismo attuale, il professor Felice Casucci, sia d’accordo col suo predecessore e con tanti altri che da tempo suonano le sirene di emergenza, da allora, è bene ripeterlo, nessuno sull’isola, tranne forse qualcuno, ha ancora capito che cosa avesse voluto dire Sommese. Si potrebbe cominciare da qui. O per meglio dire “ricominciare”, magari provare a dare un nuovo input attraverso un corso di formazione (da far frequentare obbligatoriamente ad amministratori e albergatori) per capire come si può sciogliere questo nodo e come realizzare un nuovo “sistema”

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Nel mettere una sbarra sulla capacità di comprensione, talvolta pure su quella imprenditoriale e amministrativa, a tutela della propria posizione molti invece hanno creato una zona invalicabile in cui le vecchie categorie di fatto limitano l’attività neuronale, soffocandola. Il fine (che intendeva Sommese) è «fare rete» e sviluppare un circuito virtuoso locale, di tipo allargato, oltre che dare rilievo e valore al territorio. Se ci sono le potenzialità per ripartire è più sulle persone che vogliono guidarla l’ipotesi di un tale prototipo – dal livello imprenditoriale a quello politico, fatte ovviamente le poche dovute esclusioni che brillano come esempi di virtù, anche se sono pochi – che si possono nutrire una serie di dubbi.

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Luca D’Ambra, presidente Federalberghi

Si potrebbe partire, però, da una notizia rivoluzionaria. Quello che bivacca da decenni sull’isola “più bella del mondo” è l’attestazione che non è ancora finito il tempo di sfruttamenti nel lavoro, di minacce occulte o “vellutate” di cui è pieno il «nostro mondo» isolano fatto a volte di diritti negati proprio da chi, a qualsiasi livello e in qualunque ruolo, promuove le «best practice». La questione ha a che fare con la logica, naturalmente, e chiama in causa il riconoscimento e l’attribuzione di merito insieme all’erogazione come la qualità dei servizi. Abbiamo, insomma, già quel che ci serve – l’acqua termale o le terme, in primis- si tratta solo di ridargli il giusto valore e Franco Borgogna nei suoi molteplici interventi ha fornito non poche indicazioni. Il lato occulto della medaglia però è un altro. Non bisogna dimenticare chi nel turismo ci lavora da anni. A volte, non sa neppure di essere sfruttato. O attraverso contratti fittizi (che “assicurano un lavoro part time”, ma il lavoro non scende quasi mai sotto le dieci ore al giorno) oppure perché i datori di lavoro si rivolgono alle agenzie interinali, aggirando le tutele e costituendo un altro metodo di gestione del potere, magari i lavoratori stagionali si trovano con quasi niente nelle tasche.

Se da un lato, dunque, serve una forma mentis differente nell’approccio alle problematiche, ad esempio un “assessore al turismo” dovrebbero averlo tutte le Amministrazioni e creare uno spazio permanente di dialogo fra loro rappresenterebbe il vero rovesciamento, dall’altro bisogna capire come «mettersi in gioco», sul mercato, non spremendo chi fa il portiere notturno (magari con un contratto di tipo differente o in alcuni casi “senza”) o il cameriere a 900/1000 euro al mese. Sarebbe il caso, allora, di riprendere una proposta che feci nel dicembre del 2018 che a sua volta si ricollegava a una proposta simile di tre anni prima. Ovviamente né alla prima né alla seconda c’è stato un dibattito o comunque l’ipotesi di iniziarne uno serio. La proposta chiamava in causa la presenza di un’associazione albergatori in grado di far sentire il proprio peso a tutto tondo anche per i lavoratori stagionali

Se da un lato, dunque, serve una forma mentis differente nell’approccio alle problematiche, ad esempio un “assessore al turismo” dovrebbero averlo tutte le Amministrazioni e creare uno spazio permanente di dialogo fra loro rappresenterebbe il vero rovesciamento, dall’altro bisogna capire come «mettersi in gioco», sul mercato, non spremendo chi fa il portiere notturno (magari con un contratto di tipo differente o in alcuni casi “senza”) o il cameriere a 900/1000 euro al mese. Sarebbe il caso, allora, di riprendere una proposta che feci nel dicembre del 2018 che a sua volta si ricollegava a una proposta simile di tre anni prima. Ovviamente né alla prima né alla seconda c’è stato un dibattito o comunque l’ipotesi di iniziarne uno serio. La proposta chiamava in causa la presenza di un’associazione albergatori in grado di far sentire il proprio peso a tutto tondo anche per i lavoratori stagionali. Buona lettura. «Nessun rappresentante delle Istituzioni con un minimo di autorevolezza – lo so, trovarlo è difficile – poi è capace di rompere il silenzio che avvolge lo sfruttamento del lavoro e dei lavoratori, clientele e favori a basso prezzo negli alberghi. In cui spesso con il lavoro “straordinario” dei dipendenti, non retribuito, si tenta di recuperare i costi di gestione e la svendita a 20 euro delle camere nella struttura. A questo proposito Luca D’Ambra, persona capace, insieme al direttivo di Federalberghi, potrebbe far sua una proposta che feci qualche tempo fa. Vale a dire realizzare una policy, un regolamento ispiratore di comportamenti, in grado tra le altre cose di tutelare la persona e prevedere i limiti minimi da rispettare per le strutture, personale compreso, allo scopo di aumentare gli standard degli alberghi parte dell’associazione. Come a voler affermare “noi sotto questa soglia non scendiamo, perché noi siamo Ischia!”. E dentro il regolamento potrebbe trovar posto anche la forbice di prezzo, minima e massima, sotto alla quale non è possibile andare e fermare la becera svendita delle camere per piazzarle sul mercato a 20 euro. Discorso simile va fatto nei supermercati o in altri luoghi di lavoro e per la tutela delle fasce più deboli».

Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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