LE OPINIONI

IL COMMENTO La Chiesa di Ischia e il suo cammino

La Chiesa di Ischia è in cammino, non so se lo sta facendo nella direzione giusta o se è sulla strada sbagliata, non sta a me giudicarlo, come non sta a me entrare nel merito delle scelte del Vescovo o giudicare le reazioni che ne sono derivate. Il problema è un altro e non investe la Chiesa, ma il tessuto sociale di riferimento. Sarò blasfemo, ma i comportamenti dei cittadini “fedeli” mi sembrano omologhi a quelli dei cittadini elettori. I preti sono pedofili, i preti vanno con le donne, il vescovo cambia parroco o organizzazione allora non vado più in chiesa. I politici rubano, fanno scelte sbagliate, prendono tangenti, non vado più a votare. Al netto di episodi gravissimi e circostanze imbarazzanti e vergognose, non c’è nessuno però che si faccia carico della propria quota di responsabilità, nessuno che senta il bisogno di testimoniare la propria fede o esercitare e rivendicare i propri diritti a prescindere ed in funzione, esclusiva, della coscienza soggettiva. Sempre alla ricerca di alibi e comodi pretesti per giustificare qualcosa che non funziona dentro ognuno di noi. Magari la chiesa soffre delle stesse patologie della nostra società, enfatizzate dal momento che stiamo vivendo, dal covid alla guerra, che avrebbero dovuto renderci migliori, diversi. Ed invece una insopportabile autoreferenzialità alimenta divisioni, fazioni, aumenta le distanze ed impoverisce tutto e tutti. Anche la fede!

La sede della Diocesi di Ischia

Ci preoccupiamo del Vescovo, dei prelati, li accusiamo di “esibirsi” in scelte e “contestazioni” non condivisibili, ma quanti laici usano la chiesa per esibire il proprio ego, anche nella carità, o nel soddisfacimento dei bisogni dei fratelli fino a mortificarne la dignità. E così succede anche nella quotidianità di ognuno di noi, nel nostro impegno (?) politico e sociale. Magari la chiesa non potrebbe o dovrebbe permetterselo avendo al centro delle proprie “liturgie”, per chi crede, qualcosa o Qualcuno un pò troppo in alto da poter essere offuscato dal celebrante o dal dante causa. Eppure ci provano! Ma cosa più grave è che noi “fedeli” cadiamo nella tentazione di abbassare lo sguardo fino alle loro legittime presunzioni ed aspettative. Ma sono questioni teologiche e clericali nelle quali eviterei di addentrarmi. Resta il fatto ineludibile che non è colpa della Chiesa che fa scandalo o notizia, non è colpa della politica non all’altezza del compito, è colpa di ognuno di noi, fedele o cittadino, ognuno di noi che nella massima libertà è chiamato a sentirsi parte integrante di una comunità, religiosa o civile, poco cambia, il cui “protagonismo” dovrebbe dipendere da propri comportamenti e dalle proprie scelte che non possono limitarsi al giudizio, che spesso dovrebbe lasciare il posto al silenzio, ed alla successiva fuga. Così sarà sempre peggio, e non solo nella chiesa.

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