CRONACAPRIMO PIANO

LA MAPPA DELLA MORTE PER NON DIMENTICARE

Sabato al Soccorso si celebra la Giornata Mondiale in Memoria delle Vittime della Strada, intanto a Il Golfo parla Anna Di Scala che tra l’altro racconta la nuova iniziativa del Comitato “La Strada del Buonsenso”, una app che si spera possa sensibilizzare giovani e meno giovani. Poi spiega: «La strada è di tutti, non può diventare un circuito»

Dopo Ischia, tocca a Forio. Torna per il secondo anno consecutivo, organizzato dal Comitato “La Strada del Buonsenso”, l’appuntamento con la Giornata Mondiale in Memoria delle Vittime della Strada, che sarà celebrata a partire dalle 10 con raduno presso il Palazzetto dello Sport in località Casale con la partenza del corteo che alle ore 10.30 muoverà verso Piazzale del Soccorso. Qui, alle 12, ci sarà la presentazione del totem della Memoria presentato dall’artista Felice Meo. Noi abbiamo intervistato, per ascoltare la voce del Comitato a pochi giorni da questo importante appuntamento, la presidente Anna Di Scala, ecco cosa ci ha detto.

Un anno dopo un appuntamento che si rinnova per non dimenticare ma non solo. 

«E’ proprio così. Sabato 18 presso il Comune di Forio, a Piazzale del Soccorso, Installeremo un secondo totem della memoria, appunto per non dimenticare le vittime della strada. Saranno presenti a questo appuntamento numerosi studenti delle scuole secondarie di secondo grado dell’isola d’Ischia, perché noi siamo fermamente convinti che la cosa importante per cercare di arrivare a quelli che sono gli obiettivi che ci pone anche l’Unione europea – ovvero anno 2050 zero vittime della strada e entro l’anno 2030 almeno una riduzione al 50% degli incidenti gravi che hanno conseguenze gravi invalidanti per le vittime della strada – sia rappresentata da una adeguata sensibilizzazione. Questi sono gli obiettivi della UE, peraltro fatti propri anche dall’Italia con una legge nel 2017, la 227 che riconosce appunto la l’importanza di educare. E poi…».

E poi?

«Occorre sensibilizzare e mettere in campo anche tutte quelle forze necessarie per ridurre questi incidenti stradali che purtroppo vedono ogni anno un incremento sempre maggiore delle vittime e delle persone menomate. Ischia purtroppo è una realtà, diciamo particolare, nonostante tutte le azioni poste in essere, partendo dagli autovelox e passando ai continui controlli di polizia, carabinieri, degli stessi vigili urbani, purtroppo ancora quest’anno, nonostante si sia registrata in determinati tratti una riduzione della velocità di percorrenza (il che chiaramente è un elemento importantissimo) la situazione resta critica: si contano comunque ulteriori due vittime che si aggiungono a quelle che già abbiamo elencato lo scorso anno, che in in meno di cinquant’anni sono state oltre 120. Una vera e propria mattanza, numeri da paura».

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Ma cosa fare dinanzi a questo scenario?

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«Noi come comitato siamo convinti che è possibile arrivare a un obiettivo di riduzione dei sinistri più e meno gravi, partendo in particolar modo da quella che è l’educazione dei giovani così come degli adulti. Chiaramente però gli adulti ormai sono formati, i giovani li stiamo formando. Quindi sono fondamentali attività come quelle che svolgiamo periodicamente nelle scuole, anche col supporto delle autorità,  siano esse pubbliche amministrazioni che autorità di sicurezza. Vedi, la repressione è importante, importantissima, però non può essere quella “molla” in grado di cambiare radicalmente le cose. Tra l’altro quest’anno abbiamo ideato anche un’iniziativa che non esitiamo a definire interessante e riflessiva».

Di cosa si tratta?

«Come comitato abbiamo realizzato una mappa interattiva facilmente consultabile. Aprendola apparirà una piantina dell’isola con una serie di croci: cliccando su ognuna di essere si potrà avere contezza dell’incidente mortale accaduto con le generalità della vittima, l’anno in cui è accaduto l’incidente mortale, laddove presente una foto e anche leggere un articolo di giornale che riassuma i fatti accaduti nella circostanza di specie. L’obiettivo rimane quello di sensibilizzare ed è indirizzato particolarmente alle fasce giovanili. I giovani, spesso, si ritengono invincibili, a volte immortali, pensano che certe cose possano accadere sempre agli altri e mai a sé stessi, fino a quando non vivono da vicino il lutto e a quel punto lo scenario muta radicalmente. E’ il caso della “catastrofe” che ad esempio si è abbattuta sugli studenti delle scuole che magari proprio in un incidente mortale hanno perso un amico. Penso al Mattei, che ha registrato tre vittime negli ultimi anni, è chiaro che vicende di queste ti segnano inesorabilmente. Ecco, speriamo che questa nostra iniziativa serva ad aumentare il livello di consapevolezza dei pericoli cui si va incontro quando si scende in strada e ci si mette al volante».

Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare dell’installazione degli autovelox, soprattutto dal punto di vista squisitamente giuridico. Qualcuno sostiene che, al netto della liceità o meno delle loro installazioni, qualche effetto positivo lo abbiano prodotto. 

«Allora, dico in premessa che gli autovelox per noi hanno prodotto un valore aggiunto importante. Purtroppo si è aperto un filone complesso da un punto di vista giurisprudenziale che obiettivamente non ci aiuta molto perché c’è una problematica legata alla taratura ed all’omologazione di questi apparecchi e altre questioni. Speriamo che il legislatore possa fare chiarezza perché l’autovelox è un segnale prima di tutto morale prima ancora che un discorso da affrontare in punta di diritto. Sotto questo aspetto mi sento di affermare che per me, per il comitato che rappresento e per tutti quelli sensibili alla tematica della sicurezza stradale la velocità è il problema principale nella mortalità o nell’incidente invalidante. E credo di aver detto tutto…».

Domanda bruciapelo da un milione di dollari a risposta altrettanto telegrafica, se possibile. Perché a Ischia si corre così tanto?

«La verità è che l’ischitano crede che la strada sia cosa propria, allora ad esempio diventa normale impennare e mettersi a fare le gare di velocità. Sull’isola ci sono zone come la strada che conduce ai Maronti, le litoranee, la sopraelevata stessa, che spesso diventano terra di nessuno. Di notte si trasformano in vere e proprie piste. Probabilmente in terraferma le cose vanno diversamente, avere la possibilità di andare in autostrada rappresenta una valvola di sfogo. Allora io dico sempre: volete correre? Fatelo, andate in una strada privata o magari in un circuito, pagate e sfogatevi se la vostra è una necessità. Ad Ischia la strada è pubblica, è di tutti, e quindi bisogna rispettare tutti».

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