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Salute mentale, i pazienti rischiano una nuova “deportazione”

Ai primi di luglio l’unità di valutazione integrata valuterà lo status di chi è alloggiato al Baia Verde: il rischio è quello di essere trasferiti nelle strutture sanitarie della terraferma

Cosa è rimasto della salute mentale a Ischia? Garantire alle persone che patiscono le conseguenze di disturbi psichici rappresenta ancora un fondamentale elemento per difendere le fasce più deboli oppure in nome di una fredda razionalizzazione delle spese si sta eliminando quanto di buono è stato costruito in tanti anni di duro lavoro e indescrivibili sacrifici? Certo se si guarda al passato, a quando a  Ischia c’era una S.I.R. che funzionava in maniera eccellente, tanto da essere considerato un modello da seguire, non si può di certo negare che il confronto sia davvero abissale.

Un’altra piccola rivoluzione che potrebbe assottigliare ulteriormente i servizi e le prestazioni da garantire ai pazienti con disabilità psichiche potrebbe esserci tra il 9 e il 10 luglio quando le UVI valuteranno e aggiorneranno le cartelle cliniche dei pazienti psichiatrici. Dalla valutazioni emergerà un nuovo panorama che potrebbe comportare il trasferimento dei pazienti dell’hotel Baia Verde,  struttura socio sanitaria convenzionata con l’Asl, alle altre realtà isolane ai gruppi appartamenti gestiti dalle cooperative in base alla legge del “Dopo di Noi”, completamente slegate dai finanziamenti dell’Asl o da quelle che possono dipendere dalle casse comunali.

Le unità di Valutazione Integrata che tra il 9 e il 10 luglio potrebbe ridisegnare nuovamente i confini della geografia della salute mentale a Ischia effettua la valutazione multidimensionale impiegando

un’equipe multiprofessionale costituita da personale fisso, ovvero sempre presente alle sedute di valutazione indipendentemente dall’utente (è il caso del delegato alla spesa del Distretto, dell’Ambito/Comune, ecc.) e da personale variabile.

Cosa potrebbe accadere dopo queste date? Difficile dirlo, ma di sicuro potrebbe accadere che buona parte dei 14 pazienti che sono stati sistemati nell’ex Hotel Baia Verde vengano trasferiti in una delle strutture curate dalle cooperative e quindi allontanati dagli operatori socio-sanitari che li seguono da anni. Un vero e proprio strappo ad abitudini e affetti che potrebbe destabilizzare chiunque, figuriamoci chi vive con sensibilità ogni sollecitazione che proviene dall’ambiente circostante. Ma non è la peggiore delle ipotesi. Qualcuno dei pazienti, se non dovesse esserci posto, non è detto che non venga trasferito a Napoli, in una della strutture socio-sanitarie della terraferma. Ragionare sulla qualità delle stesse meriterebbe un articolo a parte, ma di certo trasferire chi è sempre vissuto sull’isola d’Ischia a decine di chilometri di distanza potrebbe compromettere  un lavoro lungo e produttivo.

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Un vero peccato anche alla luce dell’ottimo lavoro svolto dagli assistenti socio-sanitari che da lungo tempo seguono i pazienti in proficui percorsi di integrazione, socializzazione e inserimento nel territorio attraverso attività di che stimolano la creatività e la socializzazione. Musica, disegno, passeggiate rigeneranti sull’isola, attività ricreative. Il percorso terapeutico assume molte e sfaccettate forme e ora con la nuova probabile rimodulazione e risistemazione dei pazienti c’è il rischio che si possa perdere quanto di buono è stato fatto in tanti anni di duro e buon lavoro. Sarebbe un vero peccato. Come un peccato è constatare che dopo le 17.00 a Ischia non c’è nessun tipo di supporto per chi subisce gravi crisi psichiche. L’unico supporto rimane il Pronto Soccorso che non sempre ha la possibilità di offrire adeguate cure e supporto per chi ha problemi di tipo mentale.

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