CULTURA & SOCIETA'

Stasera veglia pasquale in cattedrale con la gloria e la resurrezione di Cristo Domani pasqua di gioia in casa con uova, pastiere e tortani contro la tristezza

Sabato Santo è la giornata del silenzio, delle campane ancora legate, del Crocifisso ancora coperto, degli altarini della Reposizione, i tradizionali Sepolcri, non ancora disfatti per consentire nella mattinata di oggi ai fedeli le ultime ore di adorazione, di preghiera e di meditazione. Si è in attesa della Veglia Pasquale che avrà luogo a stasera allemore 20.00 in Cattedrale senza fedeli, ma con il Vescovo Sua Ecc. Mons. Pietro Lagnese ed i sacerdoti diocesani.

La cerimonia potrà essere seguita da casa in streaming e per le televisioni locali Nuvola TV canale 859 sul digitale terrestre e per Tele Ischia. Ormai è coscienza di tutti che questa Pasqua di Resurrezione non è la stessa di quelle solite passate dove la partecipazione diretta ai riti della Passione e Resurrezione ti alimentava e fortificava lo spirito e ti faceva apprezzare la bellezza ed il fascino di una cristiana ricorrenza ricca di significato di fede e condivisione. E’ una Pasqua diversa quella di questa sera e domani che bisogna vivere badando alle precauzioni dell’emergenza sanitaria per via del Coronavirus killer che può prendersi la vita.

Ma la Pasqua come del resto è sempre stata, è anche godereccia di gola per via dei suoi dolci tradizionali tipo pastiera, tortano e panettone-casatiello decorato in superficie da una miriade di conconfettini multicolori e le uova sode colorate unitamente al pranza pasquale che è a base di capretto o agnello al forno con patate e rosmarino. Seguendo il ricettario di cose buone la festa diventa completa. Perche in questo senso vanno vissuti i giorni finale della ricorrenza pasquale in quanto insieme andremo a godere soprattutto della gòlorias e della resurrezione di Gesù ammazzato in Croce da una parte di umanita cattiva e morto per la nostra salvezza e redenzione. La tradizione che aiuta moltissimo al rafforzamento della fede presenta per noi ischitani elementi di storia locale che per la Pasqua del passato generavano entusiasmo e voglia di vivere.

Al di là del fatto religioso , ci riferiamo all’attesa della Pasqua ed a come bisognava organizzarsi per accoglierla e viverla nei migliore dei modi. I dolci pasquali stavano in cima alla lista delle cose che dovevano essere fatte per una Pasqua felice in famiglia- Si partiva dal mercoledì Santo, prima che si entrasse nel vivo della settimana di Passiione, era il giorno particolarmente atteso per l’infornata dei dolci di Pasqua al borgo di Celsa di Ischiìa Ponte e delle atre località dell’isola, Dalle ore 10.00 del mattino appena dopo l’ultima panificazione per le panetterie in attesa della vendita quotidiana del pane, i forni a legna e fascine disponibili , erano quelli di Vincenzo Barile poi passato alla famiglia Boccia-D’Ambra, di don Giusppe Conte e don Peppino Conte (padre e figlio) e di Faikluccio ‘A Vigna-Di Meglio poi passato alla famiglia Muscariello (Rocco Barocco) a Ischia Ponte. Siamo negli anni ’40 e ’50. Nell’ antico Borgo ed a Villa Bagni a Porto d’ischia come nel restante degli altri comuni isolani e loro frazioni, l’atmosfera pasquale di quei giorni lieti e tranquilli avvolgeva e coinvolgeva tutti.

Il mercoledì Santo era arrivato, il momento dei dolci di Pasqua pure. Le donne di casa improvvisate pasticciere per la speciale occasiione scendono in strada con il loro carico di recipienti con l’impasto preparato di primo mattino. La massaie locali con i loro tradizionali ruoti che contegono l’impasto accuratamente sistemato e stratificato sul fondo di essi, di pastiere, tortani e casatielli.

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Non c’è ressa, ciascuna aspetta il suo turno senza ordine di numeri. E’ il rito dell’infornata soprattutto delle pastiere di cui il fornaio addetto deve seguire la cottura con scrupolosa attenzione per non farne alterare la tenuta, il colore ed il sapore, le pastiere fatte in casa da quelle mamme e nonne che in famiglia da sempre con il loro ingegno domestico e casalingo portavano avanti una tradizione a cui nessuno sapeva rinunciare. Le uova di Pasqua altra cosa bella della festa che ha avuto un suo ruolo specifico in ogni tempo, L’uovo di Pasqua per eccellenza come si diceva e si dice anche oggi. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne con il Cristianesimo il simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. La diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.

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In origine, le uova venivano bollite avvolte con delle foglie, o insieme a dei fiori, in modo da assumere una colorazione dorata- Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto. L’uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

antoniolubrano1941@gmail.com

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Gaetano

Sarà una Pasqua diversa, a chiese chiuse, finalmente.

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